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 2012  aprile 06 Venerdì calendario

icchi sfondati detti tecnici vogliono la galera per i baristi – Non basta (salute a noi) la normale decadenza della repubblica: politici con Suv malguadagnato che lanciano anatemi e sarcasmi contro chi ne possiede uno pagato di tasca propria, statali al riparo dai rigori che invece toccano agli altri lavoratori, tutti a strapagare l’Imu tranne le banche, ricchi sfondati detti «tecnici» che invocano la galera per i baristi che lavorano come somari dalle sei del mattino fin dopo mezzanotte senza però rilasciare tutti gli scontrini (e che anche così tirano con fatica la fine del mese)

icchi sfondati detti tecnici vogliono la galera per i baristi – Non basta (salute a noi) la normale decadenza della repubblica: politici con Suv malguadagnato che lanciano anatemi e sarcasmi contro chi ne possiede uno pagato di tasca propria, statali al riparo dai rigori che invece toccano agli altri lavoratori, tutti a strapagare l’Imu tranne le banche, ricchi sfondati detti «tecnici» che invocano la galera per i baristi che lavorano come somari dalle sei del mattino fin dopo mezzanotte senza però rilasciare tutti gli scontrini (e che anche così tirano con fatica la fine del mese). No, la normale decadenza della repubblica non basta. Anche «alcune parole decadono, annerite: concertazione, consenso, dialogo sociale», come scrive Barbara Spinelli su Repubblica. Eh, proprio vero, sono «vizi ferali», scrive sempre lei (come altri scriverebbero «sono cavoli», o peggio) rimpiangendo i bei tempi, prima che con la decadenza della repubblica cominciasse anche la decadenza delle tirature di Repubblica, quando nessuno metteva in discussione l’articolo 18 né l’autorità degli editorialisti che lo difendono, in mancanza d’argomenti, col birignao. * * * Qualcuno sa qualcosa della Buonanima? Non ci sono più processi? E le seratine allegre? Presta ancora soldi a Lele Mora via Emilio Fede? Non gli capita più di commissionare stragi alla mafia? Che fine hanno fatto le «olgettine»? E Romolo? E Remolo? E «a Mosca, a Mosca», come un fratello italiano delle tre sorelle cechoviane, Papi ci va ancora, qualche volta? * * * «Molti [sono] socialisti soltanto per un senso ipertrofico dell’ordine. L’attuale stato di cose li offende non perché causi miseria, ancor meno perché renda la libertà impossibile, ma perché è disordinato; ciò che essi fondamentalmente desiderano è ridurre il mondo a qualcosa che somigli a una scacchiera» (George Orwell, La strada di di Wigan Pier, Mondadori 1960). * * * Chi può avere scritto «il tristo nome di esodati»? A: Guido Martina, autore di fumetti, nel suo capolavoro, L’Inferno di Topolino. B: Maurizio Lastrico, il Sommo Poeta di Zelig. C: Barbara Spinelli. * * * E chi può avere scritto che «lo statuto dei lavoratori del ’70 e la concertazione praticata nei primi ’90 tra governi, imprenditori e sindacati» furono «la risposta che la nostra classe dirigente seppe dare al ribellismo sociale, nonché al terrorismo». Passi ancora il ribellismo sociale, ma il terrorismo di sinistra? Che cominciò tre o quattro anni dopo il «’70» e, «nei primi novanta», era finito da un pezzo? A: un deputato della repubblica interrogato dalle Jene sulla data della scoperta dell’America. B: un senatore della repubblica interrogato dalle Jene sulla data della presa della Bastiglia. C: Barbara Spinelli. * * * «Quand’era tornato dalla conferenza a Yale dopo l’11 settembre e aveva scoperto che Ward Churchill aveva scritto un saggio che paragonava le vittime del World Trade Center e del pentagono a dei «piccoli Eichmann», il professor George Leonard Fox non ne era rimasto sorpreso. I suoi studenti, i pochi che frequentavano i suoi corsi di letteratura inglese e quelli ancor meno numerosi che s eguivano quelli di letteratura classica, parevano muoversi con un’aria di scuse per i corridoi della Colorado university, tenendosi attaccati ai muri, mentre gli alunni degli studi etnici di Churchill, tatuati, con diversi piercing e i pugni comunemente alzati dalla rabbia, camminavano a grandi falcate come la Gestapo» (Dan Simmons, Flashback, Fanucci 2012). * * * Adriano Sofri, pur senza più dirlo così apertamente, rimane convinto che l’anarchico Giuseppe Pinelli (tre giorni dopo la strage di Piazza dell’Agricoltura, a Milano, nel dicembre 1969) sia stato spinto fuori dalla finestra della questura milanese. Pensa, evidentemente, che questo segreto, il defenestramento di Pinelli da parte dei poliziotti presenti all’interrogatorio, tra i quali forse lo stesso commissario Luigi Calabresi, benché anche di questo Sofri non parli più così apertamente né così volentieri, sia stato mantenuto per 43 anni dall’intera questura milanese, dai medici accorsi sul posto, dai politici de destra, dalla sinistra «revisionista», dai gazzettieri e dai telecronisti venduti, insomma da migliaia di persone. Cosa francamente un po’ difficile da credere. E nessuno dovrebbe saperlo meglio d’Adriano Sofri: non sono riusciti pochi capi e militanti di Lotta continua a mantenere per più di quindici anni il loro segreto (sappiamo quale). Figurarsi l’intera nomenklatura milanese il suo. * * * «Il pastore tiene una predica superba, con la quale riesce a convincere i membri della sua congregazione a condurre una vita più nobile e virtuosa. Poi dice: «Questa, naturalmente, è la campana del Signore. Ma voglio essere leale, e concederò al demonio lo stesso tempo dedicandogli la prossima mezz’ora» (Norman Mailer, Rapporti al Presidente, Mondadori 1964).