Notizie tratte da: Marco Belpoliti # La canottiera di Bossi # Guanda Padova 2012 # pp. 110, 10 euro., 10 aprile 2012
Notizie tratte da: Marco Belpoliti, La canottiera di Bossi, Guanda Padova 2012, pp. 110, 10 euro.LITIGIOSO «Umberto Bossi è un senatore lombardo dal linguaggio rude che ama presentarsi con i capelli in disordine, la cravatta slacciata e gli abiti che gli cascano addosso, come fosse appena uscito da un litigioso consiglio d’amministrazione» (da La forza del destino del professore di storia italiana dell’Università di Reading Christopher Duggan)
Notizie tratte da: Marco Belpoliti, La canottiera di Bossi, Guanda Padova 2012, pp. 110, 10 euro.
LITIGIOSO «Umberto Bossi è un senatore lombardo dal linguaggio rude che ama presentarsi con i capelli in disordine, la cravatta slacciata e gli abiti che gli cascano addosso, come fosse appena uscito da un litigioso consiglio d’amministrazione» (da La forza del destino del professore di storia italiana dell’Università di Reading Christopher Duggan).
IMPERMEABILE Umberto Bossi, eletto per la prima volta in Parlamento nel 1987, a 46 anni. Indossa quasi sempre la stessa giacca a quadretti e sempre lo stesso impermeabile di colore chiaro, all’occorrenza ripiegato sul braccio. Sembra il tenente Colombo interpretato da Peter Falck.
DOPPIOPETTO Il doppiopetto ministeriale dei democristiani.
NI Aldo Moro, definito da Bianciardi “il genio del ni”, per la capacità di dire tutto e il contrario di tutto durante discorsi estenuanti e tortuosi.
DONATO Tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio degli anni Sessanta Umberto Bossi tenta la carriera di cantante. Si fa chiamare Donato e gira per le balere con la sua band facendo il verso ai cantanti dell’epoca: Fred Buscaglione, Adriano Celentano, Giorgio Gaber. Arriva anche a Castrocaro, festival per le voci nuove, ma non vince. Incide però un 45 giri.
CATERPILLAR «Noi siam venuti dall’Italy / Abbiamo un piano / per far la lira / Entriamo in banca col caterpillar / e ci prendiamo il grano» (Col Caterpillar, brano scritto da Umberto Bossi).
MICROFONO Umberto Bossi che nei comizi si muove avanti e indietro impugnando il microfono come un cantante, sempre molto vicino alla bocca . Alla fine si avvicina a bordo palco e firma autografi, come una rockstar.
PALCO Un tempo i politici parlavano dal podio, Umberto Bossi parla dal palco.
ANELLO Scrive nel 1978 Desmond Morris, studioso di zoologia e di gestualità, che i democristiani ripetevano tutti un gesto che chiama “l’anello”. Si tratta dell’atto di unire pollice e indice, tipico di quando si vuole sottolineare la sottigliezza dell’argomentazione che si sta conducendo. Flaminio Piccoli, Antonio Bisaglia, Arnaldo Forlani, Paolo Emilio Taviani e Aldo Moro sono ritratti in una serie di scatti fotografici mentre con questo gesto accompagnano il loro ragionamento.
GESTI Altri gesti secondo Morris ripetuti da democristiani e comunisti durante i loro comizi: “di borsa”, ovvero dita unite e rivolte verso l’oratore, ad indicare la necessità di esprimersi con esattezza; “presa d’aria”, con pollice e indice rivolti verso l’alto, ad accompagnare un’argomentazione in cui deve comparire che l’oratore cerchi di afferrare qualcosa; la “mano chiusa”, tenuta vicino al petto, a indicare determinazione ; o ancora le “mani unite”, con i due palmi che si uniscono per indicare una messa in sordina di ansiosi e insicuri.
ASCIA I gesti di Umberto Bossi: il “colpo d’ascia”, con la mano destra che colpisce di taglio la sinistra aperta e rivolta verso l’alto; il pugno chiuso in aria; l’indice alzato.
MANINE «Piatte e piegate al polso, ora le manine delimitano un piano logico, dividono due argomenti troppo facili a confondere, ora invece, curvandosi entrambe a conca, l’una di qua e l’una di là, chiudono come un cerchio magico fatti o idee che vanno considerati globalmente» (Mario Soldati in un articolo del 1975 descrive le mani di Enrico Berlinguer).
DITO Il gesto del dito medio, utilizzato da Umberto Bossi già all’inizio degli anni Novanta. Scrive Desmond Morris che la «spinta del medio», come è chiamata tecnicamente, è un gesto fallico, di erezione, vecchio di almeno duemila anni, già noto ai romani che si riferivano al dito medio come al dito più osceno.
SCIMMIE Tra le scimmie funziona così: una scimmia maschio monta un subordinato per trasmettergli un chiaro messaggio: solo un maschio dominante può montare le femmine, quindi se io monto te, sei inferiore. Un momento di superiorità che si esprime anche col gesto del medio.
POLLICE Altro gesto tipico di Umberto Bossi, il Roger, ovvero il “pollice su”. Di origine americana, utilizzato tra i top gun, indica che tutto è a posto. Intorno al 1994 diventa un saluto tipico lumbard.
VOCE/1 La voce di Umberto Bossi, cavernosa, profonda, strascicata, rauca. Secondo Lynda Dematteo, antropologa che ha condotto un lavoro tra i leghisti, durante i comizi la folla vibra in sintonia con la voce del leader: «Il fascino che esercita va oltre le parole, passa per il timbro di voce e la cadenza».
VOCE/2 «Una voce non è una condizione, e neppure un attributo, ma un evento» (l’inglese Steven Connor, studioso della voce e del ventriloquio).
PANNELLA «Le forme della militanza quasi religiosa dei leghisti, l’uso degli spazi pubblici (i gazebo), della comunicazione eterodossa e soprattutto della provocazione verbale, dell’espressione e dello slogan, discendono anche dal partito Radicale di Marco Pannella e dal suo modo provocatorio e teatrale nella stagione delle lotte per i diritti civili e poi delle polemiche contro lo strapotere partitico nei mass media, in particolare in televisione».
BETTINO Bettino Craxi, che si era fatto ritrarre dal suo fotografo ufficiale sulla spiaggia in pareo o a torso nudo, o mentre faceva il bagno nelle acque della Tunisia, con il petto coperto di peli.
PIGIAMA L’immagine del 1991 di Umberto Bossi sul lettino dell’ospedale di Varese, dopo aver rischiato l’infarto. Sorride, per dimostrare di averla scampata, con il pigiama tutto aperto sul petto villoso e la catenina d’oro in bella vista.
GIUSSANO L’emblema di Alberto da Giussano, secondo la leggenda preso da Umberto Bossi dal marchio di una fabbrica di biciclette, la Legnano.
MITICO L’invenzione della tradizione mitica della Lega. L’uso del colore verde, il Sole delle Alpi, i raduni di Pontida, i riti neopagani, la cerimonia dell’ampolla, con il leader che si reca alla fonte del Po, raccoglie le acque sorgive del fiume Eridano e poi le disperde a Venezia ecc.
PUBBLICITA’ Una delle invenzioni decisive di Bossi e Maroni all’inizio del movimento, negli anni Ottanta, era stato l’utilizzo di scritte tracciate lungo le vie di grande traffico, come pubblicità, che inneggiavano alla Lega e fornivano i primi slogan separatisti e gli attacchi ai partiti tradizionali e al Meridione.
GADGET Tra i primi gadget della Lega: decalcomanie e autoadesivi, dischi orari e portachiavi, penne da cui si estraeva una minuscola asta rossa con la croce di San Giorgio e la scritta “Forza Lega”.
IMPRESENTABILI «Nel corso del tempo Bossi ha badato bene di eliminare dal movimento, attraverso l’espulsione o l’esclusione forzata, tutti coloro che potevano competere con lui nella direzione del partito così da selezionare una classe dirigente assai modeste, se non del tutto impresentabile; il che fa pensare a coloro che componevano la leadership di un movimento come il nazismo che, salvo alcuni uomini davvero dotati, al di là del giudizio etico, come Albert Speer o Joseph Goebbels, erano quasi tutti figure decisamente scadenti. A titolo di esempio, Joachim Fest nella sua biografia di Hitler ricorda un dettaglio interessante. Il Führer dopo la presa del potere si preoccupava di non aver mai alla sua tavola contemporaneamente i capi fondatori del movimento nazionalsocialista, i compagni delle prima imprese politiche e gli alti gradi dell’esercito, poiché si vergognava dell’assoluta modestia dei suoi camerati».
CANOTTIERA La canottiera di Umberto Bossi compare nell’estate del 1994, quando il Senatur va a fare visita a Silvio Berlusconi in Sardegna. Bossi si fa fotografare e rilascia interviste in canotta. Un’immagine, ripresa poi da tutti i giornali, lo mostra seduto in spiaggia, in costume, circondato dai villeggianti, mentre parla e nel contempo disegna con il dito sulla sabbia. Nel 2011, sette anni dopo l’ictus, durante una festa leghista nel cremonese, si rivedrà la canottiera su un corpo ormai segnato dal tempo e dalla malattia.
CANOTTAGGIO La canottiera deriva il suo nome dal canottaggio: costituisce la divisa dei rematori, anche se probabilmente in origine indicava il cappello dei vogatori e solo in seguito l’intero abbigliamento. Negli anni Venti compare nelle località di mare per vestire sia uomini che donne. Dopo la seconda guerra mondiale entra a far parte dell’abbigliamento dei giovani. Parallelamente è usata nel corso dei secoli in ambito lavorativo durante i mesi caldi: la indossano contadini, operai, muratori, minatori.
CATENINE In un libro di memorie l’ex funzionaria della Lega Enza Bella ricorda Umberto Bossi alla fine degli anni Ottanta con abiti acquistati alla Upim, comportamenti provinciali, sicuro di sé e logorroico. Sempre presenti la canottiera di filo e la catenina della Madonna insieme a una croce, un corno e un cuore.
CANOTTIERE Nell’iconografia italiana la canottiera compare con Mussolini e la battaglia del grano, lanciata nel 1924 (anche se la maggior parte delle foto del Duce in canotta sono del 1938), poi nel cinema di Visconti su tutti: Massimo Girotti in Ossessione (1943), La terra trema (1948), Rocco e i suoi fratelli (1960). Poi si passa a Remo Gasparri e Ciriaco De Mita, entrambi ritratti in canotta d’estate, mentre giocano a carte con amici, e a Bettino Craxi, immortalato più volte senza camicia, l’ultima a Hammamet mentre dipinge un vaso. Per arrivare ai giorni nostri a Fabrizio Corona.
CAREZZE Una foto del settembre 2011, scattata a Montecitorio, ritrae Silvio Berlusconi che appoggia la mano sul capo di Umberto Bossi, quasi sorpreso della carezza. L’Aula ha appena respinto - come voleva Berlusconi e grazie al voto della Lega - la richiesta d’arresto per il deputato Pdl Marco Milanese.
MANICO Curno, paese alle porte di Bergamo, 26 settembre 1993. In un capannone Umberto Bossi arringa circa diecimila leghisti. A un certo punto attacca il ministro socialista Margherita Boniver, la quale pochi giorni prima aveva manifestato timori sulla natura sovversiva del movimento lumbard. Bossi compie il gesto dell’ombrello: avambraccio teso, nudo fuori dalla manica della giacca, pugno chiuso e roteante e sbotta: «Cara Boniver, cara bonassa, sta tranquilla, non prendiamo le armi noi della lega, perché siamo già armati. Siamo armati bene, noi, armati di questo manico qui».
CELODURISMO Il celodurismo, termine inventato da Giuliano Ferrara.