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 2012  aprile 07 Sabato calendario

LA CAMERA LAVORA 2,4 ORE AL GIORNO, IL SENATO 1,4


Ma che ci fa qui? Non lo sa che non c’è nessuno?” Corridoi vuoti, Transatlantico vuoto, aula deserta. Questa ieri la Camera dei deputati e le parole dei commessi all’ingresso. Immagine non molto diversa da quella di qualsiasi altro venerdì dell’anno. Il lavoro è ridotto all’osso, soprattutto per quel che riguarda l’iniziativa parlamentare e in assemblea si ratificano per lo più provvedimenti voluti dal governo con pochi emendamenti concordati con l’esecutivo.

Secondo le analisi dell’associazione Open-polis, dei 7721 disegni di legge proposti da deputati e senatori nell’ultima legislatura solo 395 sono stati approvati, 251 a Montecitorio, 144 al Senato. Diversi i numeri per il governo: 705 ddl di cui 559 approvati, 83 decreti (quindi d’iniziativa di Palazzo Chigi) e 1026 decreti legislativi (cioè deleghe concesse dal Parlamento all’esecutivo) trasformati in legge. Fin qui i numeri di tutta la legislatura, che sommano il lavoro dei due governi, quello di Silvio Berlusconi e quello di Mario Monti. Ma chi pensava che con l’avvento di una nuova era postberlusconiana le cose sarebbero cambiate resterà deluso: il Cavaliere in 42 mesi di governo è ricorso al voto di fiducia sui provvedimenti 52 volte (il governo Berlusconi II, in carica dal 2001 al 2005, aveva posto 31 questioni di fiducia in poco meno di quattro anni), Monti è a quota 14 in soli cinque mesi.

QUESTA SETTIMANA i deputati si sono riuniti 12 ore e 10 minuti in assemblea, con una media di 2,4 ore di lavoro al giorno, i senatori 7 ore e 21 minuti per una media di 1,4 ore. Anche peggio dello stesso periodo dello scorso anno, quando la media a Montecitorio era di 3 ore e a Palazzo madama di 1,7. Certo, nel frattempo lavorano le Commissioni. Ma se le loro valutazioni non si riversano in aula c’è un problema. Riscontrabile anche nell’abuso dei decreti e nel ricorso alla fiducia. I giorni necessari per approvare una legge d’iniziativa governativa sono in media 76, per quelle d’iniziativa parlamentare sono 259. Nella legislatura precedente (governo Prodi) i giorni necessari erano 120 nel primo caso e 183 nel secondo. Sono stati presentati anche 2 provvedimenti dal Consiglio nazionale dell’Economia e del lavoro, 21 dai cittadini e 34 dalle Regioni, ma nessuno di questi è stato convertito in legge.

“IL GOVERNO Berlusconi aveva già rovinato il lavoro del Parlamento e ridotto l’iniziativa di deputati e senatori, anche nelle Commissioni dove era stata eliminata la discussione perché la maggioranza non tollerava che un argomento diventasse politico – spiega il deputato democratico Furio Colombo – dalle missioni internazionali alla riforma dell’Università. Oggi invece non si può fare più nulla se non ordinare pagine già scritte dai ministri. Perché non puoi mettere in discussione il governo che ti ha portato fuori dal baratro dove stavamo cadendo.

Inoltre bisogna prendere coscienza che questa è una svolta storica e non solo italiana. In America la politica è decisa tutta dal presidente e non esiste più un senatore che diventa noto per un suo provvedimento, come William Fulbright (che con una sua iniziativa ha trasformato i fondi degli Stati Uniti per residuati di guerra in borse di studio per gli studenti, ndr). Lo stesso accade in Inghilterra e in Francia – conclude Colombo – dove i parlamentari sono ormai dei signori nessuno. La crisi dei partiti a livello mondiale e la congiuntura economica diminuiscono il prestigio e l’autonomia dell’iniziativa legislativa parlamentare”.

Tra i numeri di Openpolis anche uno studio sulla produttività dei parlamentari che ci costringe a ricordare l’alto numero di assenteisti e doppiolavoristi: i più presenti alla Camera sono Remigio Ceroni (Pdl) col 99,86% delle presenze in aula e Giorgio Lai-nati (Pdl) col 99,82%. Mentre al Senato svettano Cristiano De Eccher (Pdl) col 99,93% delle presenze e Mandell Valli (Lega Nord) col 99,91%. Bandiera nera per il solito Antonio Gaglione (Misto) con il 6,76% delle presenze e Niccolò Ghedini (Pdl) con il 21,79% alla Camera e per Domenico Nania (Pdl) con il 32,84% e Giovanni Pistorio (Misto) con il 35,99% al Senato.