Maurizio Stefanini, Libero 7/4/2012, 7 aprile 2012
Pure i tuareg hanno fregato l’Onu Nel mondo otto Stati fantasma - Azawad, “terra della transumanza”, si chiama il nuovo Stato che ha proclamato la sua indipendenza ieri sulle province maliane di Gao, Kidal e Timbuktu, per un’estensione da 819
Pure i tuareg hanno fregato l’Onu Nel mondo otto Stati fantasma - Azawad, “terra della transumanza”, si chiama il nuovo Stato che ha proclamato la sua indipendenza ieri sulle province maliane di Gao, Kidal e Timbuktu, per un’estensione da 819.432 chilometri quadrati, più o meno a Francia, Gran Bretagna e Belgio assieme; anche se trattandosi poi in gran parte di deserto del Sahara ha appena1,3 milioni di abitanti, poco meno della popolazione di Milano. È però un deserto ricco: petrolio, gas, uranio e oro. L’ultima ribellione tuareg è stata accesa da miliziani che avevano combattuto con Gheddafi e che si sono tatticamente alleati con i qaedisti, loro nemici storici. Ma ora si offrono di combatterli se la loro indipendenza sarà riconosciuta: un’offerta che Francia, Algeria, Unione Europea e Unione Africana e Onu hanno rifiutato. Ma il non riconoscimento dell’Onu non è necessariamente un problema. Nel mondo ce ne sono diversi di questi Stati non riconosciuti che però resistono da anni. La Transinistria, ad esempio, è una striscia di 4163 km2 e poco più di mezzo milione di abitanti, che con l’aiuto delle locali guarnigioni dell’Armata Rossa nel 1990 proclamò l’indipendenza dalla Moldavia, quando la Moldavia proclamò l’indipendenza dall’Urss. Contemporaneamente anche l’Ossezia del Sud (72.000 abitanti su 3900 Km2) e l’Abkhazia (240.000 abitanti su 8660 Km2) si separavano dalla Georgia, anche se la loro indipendenza fu dichiarata rispettivamente nel 1991 e nel 1999. Nell’agosto del 2008 la Georgia tentò di rioccuparle, ma la Russia intervenne al loro fianco. Pure dallo sfasciarsi dell’Unione Sovietica emerse il Nagorno-Karabakh: entità di 11.458 Km2 e 141.000 abitanti in maggioranza armeni che si sollevarono contro l’Azerbaigian con la guerra del 1991-94, proclamando l’indipendenza nel 1992. Tutti e quattro questi Stati di fatto si riconoscono tra di loro. Abkhazia e Oseezia del Sud sono inoltre riconosciuti dalla Russia; da due clienti sud-ameicani di Mosca come il Venezuela di Chávez e il Nicaragua di Ortega; e da due staterelli dell’Oceania, Tuvalu e Nauru. La Repubblica Turca di Cipro del Nord, stabilita nel nord dell’isola dalle truppe turche nel 1974, ha 300.000 abitanti su 3355 Km2 ed è riconosciuta solo dalla Turchia. Formalmente ammette il principio di un ricongiungimento con Cipro, ma non ha ancora raggiunto un accordo sulle modalità. Assolutamente non riconosciuta da nessuno ma bene in salute è la repubblica del Somaliland: 3 milioni e mezzo di abitanti sui 137.600 Km2 della ex-Somalia inglese che si unificò a quella ex-italiana nel 1960 per riproclamarsi però indipendente nel 1991. Tra la decina di governi di fatto che si contendono la Somalia è l’unico che dice di non volere più uno Stato unito. All’opposto l’Autorità Nazionale Palestinese, che proclamò l’indipendenza in esilio nel 1988, è riconosciuta da 129 Stati, ma esercita solo funzioni amministrative delegate da Israele nella West Bank. A Gaza invece Hamas esercita un pieno controllo, ma non è riconosciuta da nessuno. La Repubblica Araba Democratica Saharawi è riconosciuta da 57 Stati e dall’Unione Africana, ma ammette di non controllare più del 25% di un territorio che è stato annesso dal Marocco, e secondo alcuni controlla in realtà solo alcuni campi profughi in territorio algerino. Il Kosovo ha dichiarato nel 2008 un’indipendenza riconosciuta da 88 Stati, ed è membro di Fondo Monetario Internazionale e Banca Mondiale ma non dell’Onu. E 1200 dei suoi 10.908 km2 sono effettivamente controllati dai nazionalisti serbi. Infine c’è la Repubblica di Cina in Taiwan: nel ’71 il suo seggio all’Onu fu passato alla Repubblica Popolare Cinese, ma tuttora è riconosciuta da 3 Stati, controlla 36.192 km2 con oltre 23 milioni di abitanti è comunque ha rapporti informali con praticamente tutti i governi del mondo. Pechino compreso. Maurizio Stefanini