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 2012  aprile 10 Martedì calendario

LIBRO IN GOCCE

Numero 24 «Limes 2/2012 - A che serve la democrazia?»

Come funziona la democrazia?

Mercato «Il mercato è competizione, la competizione premia i più forti, noi siamo i più forti» (Bill Clinton, discorso ai cadetti di West Point, anno 1999).

Maggioranze «Non abbiamo mai visto una maggioranza unita dalla sola volontà di non ammettere certe azioni, o certi mezzi, e perfettamente incapace di mettersi d’accordo sull’utilità di altre imprese e sul valore di altri procedimenti?» (Weil, anno 1950).

Barabba «Zagrebelsky mi ricorda che nel più decisivo ballottaggio della storia, tra Cristo e Barabba il popolo scelse Barabba» (Boria).

Mappa Didascalia a una mappa del 1889 in cui la pianta di Londra è colorata in base alle classi sociali: «Nero: classe più bassa, pericolosa, semi-criminali; blu: molto poveri, irregolari, bisognosi cronici; azzurro: poveri, da 18 a 21 scellini a settimana per famiglia; viola: misti, alcuni agiati e altri poveri; rosa: piuttosto agiati, buone entrate regolari; rosso: classe media, benestanti; giallo: classi alte e medio-alte, ricchi».

Ricchi «Il sogno italiano, fuori dalle ipocrisie, è quello di restare ricchi. Se proprio dobbiamo cambiare, tanto vale tornare poveri per poi tornare automaticamente ricchi, e così all’infinito» (Aresu-Gasparri).

Classi Il passaggio dalla forma autoritaria alla forma democratica è solo «il modo attraverso il quale l’élite riesce a conservare il proprio potere con altri mezzi» (Graziano).

Facce «Ci sarà tempo, ci sarà tempo / per prepararti una faccia per incontrare le facce che incontri» (T.S. Eliot).

Tempo «Se non mi chiedono cosa sia il tempo lo so, ma se me lo chiedono non lo so» (Sant’Agostino).

Eterna? Alla democrazia «si possono attribuire le stesse espressioni che Samuel Moyn ha utilizzato per descrivere i diritti umani: la “democrazia è il dio che non ha fallito, al contrario delle altre ideologie politiche”, ma allo stesso tempo “deve essere trattata come una vicenda umana, dunque non dotata dell’inevitabilità nel lungo termine e dell’autoevidenza morale che il senso comune le attribuisce”» (Aresu).

Paradosso «Abbattere un governo democraticamente eletto non è considerata democrazia. Ciò conduce al paradosso che un governante democraticamente eletto non può essere rimosso nemmeno se le sue azioni sono moralmente sbagliate» (Mini).

Mille «In una democrazia teorica di mille elettori, 501 di essi possono ignorare i diritti dei rimanenti 499. Ci sono vari metodi democratici per favorire l’accentramento del potere: la riduzione degli aventi diritto al voto, l’astensione, la scheda bianca e quella nulla. Il combinato di questi fattori fa sì che, nel migliore dei casi, l’affluenza si collochi intorno al 60%. Sicché nella nostra democrazia teorica la maggioranza assoluta si forma su una base di 600 persone e quindi ne bastano 301. Se si suppongono tre forze politiche equivalenti e il premio al partito di maggioranza relativa, 101 persone decidono il destino di altre 899. Il che equivale a un’aristocrazia» (ibid).

Coesione «La coesione sociale può essere mantenuta attraverso la spesa pubblica» (Aresu-Gasparri).

Debiti «Dall’elezione di Barack Obama ad oggi, il debito federale americano è cresciuto di 4 mila miliardi e ora ammonta alla sconsolante cifra di 15 mila miliardi. Nel 2008, prima della crisi, il rapporto debito/pil (prodotto interno lordo) statunitense era del 67,7%; nel 2010 era salito all’84,4% e nell’ottobre 2011 ha raggiunto il 93,8%. Se non sta attenta, l’America rischia di diventare una Grecia al cubo» (Hulsman).

Tasse «Il 60% degli americani, contro il 29% degli europei, è convinto che anche i poveri potrebbero diventare ricchi se solo si impegnassero sufficientemente. Ed è ancora più significativo il fatto che gli americani a più basso reddito sono prevalentemente convinti che i ricchi abbiano meritato la loro ricchezza. Al punto che il 30% di chi ha un reddito di 30 mila dollari l’anno è contrario ad un aumento delle tasse per il 5% degli americani più ricchi» (Toscano).

Protesta «La democrazia, proprio perché dà rappresentanza a tutti, dà la possibilità a tutti di protestare. La protesta democratica, tuttavia, non sembra più in grado di trasformare la realtà né di pensarla, ma solo di bloccarla». Di qui «turboparalisi», «democrazia dei Tar» ecc. (Aresu-Gasparri).

Valori «Non può esserci democrazia in una nazione che non sia unita da valori comuni e che non riconosca alcuni scopi come desiderabili» (Weil).

Notizie tratte da «Limes 2/2012 - A che serve la democrazia?», Gruppo Editoriale L’Espresso, € 14.