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 2012  aprile 06 Venerdì calendario

MILANO - AAA

Galleria Vittorio Emanuele vendesi. Stretta nella morsa del patto di stabilità e alle prese con un buco di bilancio da 580 milioni, Milano mette mano all´argenteria di famiglia e si prepara al più imprevedibile dei saldi: l´apertura ai privati del salotto dell´Ottagono, 50mila metri quadri di negozi, appartamenti e uffici a due passi dalla Madoninna. La proposta indecente (anticipata da "Mf") è arrivata sul tavolo dell´assessore al bilancio Bruno Tabacci da Altagamma, associazione di 34 griffe del lusso guidata da Santo Versace: «Vogliamo far diventare Galleria Vittorio Emanuele un palcoscenico del design, della cultura, della gastronomia e della moda italiane» recita la missiva. Il sindaco Giuliano Pisapia non ha chiuso. Anzi. Si è «riservato di approfondire» la questione in un incontro previsto per la prossima settimana. «L´Ottagono è un edificio storico inalienabile e il Comune deve mantenere il controllo - assicura Tabacci, deputato Api e vicino di "banco" a Montecitorio di Versace -. L´idea potrebbe essere un fondo immobiliare in grado di realizzare utili da reinvestire al servizio dei milanesi».
La valorizzazione della Galleria, a dire il vero, è già partita da tempo senza alcun bisogno dell´intervento messianico dei privati. Nel 2007 il salotto tra Piazza Duomo e Teatro alla Scala era territorio di nessuno. Un suk dove i commercianti si scambiavano i contratti low cost del Comune come figurine Panini, in un mercato nero dove guadagnavano in pochi (loro) e Palazzo Marino restava a becco asciutto. Il prezioso e oscuro lavoro degli uffici del Demanio ha consentito in cinque anni di voltar pagina: il traffico d´affitti è stato stroncato. Trentun canoni a prezzi di saldo sono stati rinegoziati, raddoppiandone il costo. Oggi l´Ottagono garantisce alla città 12 milioni l´anno, il 50% in più del 2007. E la speranza «è far salire gli incassi da 230 a 400 euro a metro quadro», assicura l´assessore ai lavori pubblici Lucia Castellano.
L´obiettivo non è irraggiungibile. La lista d´attesa per sbarcare sotto le cupole di ferro-vetro nel cuore del quadrilatero della moda è lunghissima. Apple, Gucci e Prada hanno combattuto una battaglia all´ultimo rilancio per i 5mila metri quadri liberati dallo sfratto di McDonald´s. Partita vinta per ko da Prada con un rialzo del 150% sulla base d´asta: la griffe di Patrizio Bertelli ha offerto 8 milioni l´anno (1.600 al mq.), più di quanto costa un negozio sulla Quinta Strada a New York e poco meno dei valori in Place Vendome a Parigi.
La Galleria è il tesoro sotto casa che non ti aspetti. E non a caso la corsa all´oro, viste le ristrettezze di bilancio, ha accelerato con la giunta Pisapia. Il Demanio sta completando gli sfratti ai privati, una decina di famiglie che vivono qui quasi gratis (c´è chi paga 2mila l´euro l´anno per 160 mq). I tecnici completeranno entro l´estate il trasferimento di 35 onlus in un palazzo messo a disposizione dal Comune, liberando 4.300 pregiatissimi metri quadri che oggi rendono la miseria di 46 euro l´uno. Altro spazio si ricaverà più avanti, traslocando uffici comunali e sedi dei partiti che oggi occupano un terzo degli spazi disponibili nel mini-Eldorado meneghino.
L´opposizione, doveri del ruolo, è sulle barricate. «Si afferma il metodo Tabacci: una trattativa privata di cui si sa già il vincitore», attacca il capogruppo Pdl a Palazzo Marino, Carlo Masseroli, ricordando la vicenda Sea-Gamberale. Preoccupati anche i negozianti della Galleria: «Il Comune non può ragionare solo con il criterio del massimo profitto - dice Pier Antonio Galli consigliere di associazione Salotto di Milano - altrimenti le botteghe storiche non avranno chance di poter restare qui». Qualcuno, ingolosito, pensa al Bingo. Quanto incasserebbe Milano vendendo l´Ottagono? «È un´operazione impossibile», dicono i tecnici. Eppure in camera caritatis si fanno i conti. Ai prezzi di mercato (15-18mila euro al mq per i negozi, 6mila per appartamenti e uffici) 500 milioni. Quanto servirebbe per sistemare il bilancio della città. E la tentazione, si sa, fa l´uomo ladro.