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 2012  aprile 06 Venerdì calendario

Devi dirglielo a Bossi che non puoi rimediare a tutto quello che è stato dato a sua moglie, per la scuola, per i suoi figli, perché sono troppi soldi

Devi dirglielo a Bossi che non puoi rimediare a tutto quello che è stato dato a sua moglie, per la scuola, per i suoi figli, perché sono troppi soldi. Se ci mettono le mani Castelli e Stiffoni addio segreto Belsito preveggente: "Oh, io ho una sensazione, quando mi prude il naso arriva una disgrazia" Di Riccardo, il figlio del Senatur, dicono che ha speso 250mila euro con l´American Express negli ultimi due anni PIERO COLAPRICO MILANO Dalla «magia nera» della moglie di Umberto Bossi alla «cattiveria» di Rosy Mauro. Dal nomignolo «principe» per il figlio «trota» di Bossi al «tombolotto» che è l´ex tesoriere Francesco Belsito. Che cos´era davvero la Lega? E che cos´era il «cerchio magico»? Di sicuro non un´invenzione dei giornali. C´è un´intercettazione che va pubblicata quasi integralmente, perché ora che le carte giudiziarie si sono posate, ora che è possibile capire un bel po´ di più delle dimissioni improvvise di Bossi, è bene che anche i militanti conoscano meglio la leadership. Stanno parlando Francesco Belsito e Nadia Degrada. I due si occupano dei soldi della Lega e fanno asse, anche perché «Viene fuori il pieno e andiamo tutti nella merda». Il pieno è arrivato oggi, ma Belsito era preveggente: «Oh, io ho una sensazione, quando mi prude il naso, sta arrivando una disgrazia, e ieri...». «Ma tu - lo interrompe Degrada, segretaria amministrativa della Lega in via Bellerio - sei mai stato a casa di lei, a Gemonio, no? Sei andato a vedere dove dorme lei? Tu lo sai che su c´è una mansarda?». «Parli della moglie (Manuela Marrone) o dell´altra?», chiede Belsito. L´«altra» è Rosi Mauro, soprannominata "la nera". Della moglie, ma «tombolotto» era rimasto al piano terra, in cucina, e la sua amica gli rivela: «Se tu vai sopra alla mansarda, c´è una brandina, ma non sto scherzando, ci sono le foto. C´è una brandina di quelle che sembrano per bambini, un comodino ed una lampada. Per terra, piena piena, che prende tutta la stanza, libri di magia nera. Cartomanzia. Astrologia. Tutti eh!... Ma ce ne saranno almeno un centinaio, tutti per terra, non su una scrivania. Niente, lei vive lì, quando è in casa è lì, con quei libri» «E che cazzo fa? Eh allora non ho via d´uscita, non so né cartomante né mago», ride sconsolato Belsito. E più tardi, in un´altra telefonata, dirà: «È che sono un deficiente, che mi sono preso a banconate la scuola (Bosina), capisci tutti i soldi a quella grande p... della moglie (di Bossi), che stupido che sono». Le carte parlano di soldi in Tanzania, affari, imbrogli, terrazzi, spese del dentista, spunta il consiglio «Tieniti le copie, metti gli originali dove non li possa rintracciare nessuno». Parlano persino di bar di lusso che forse sono acquistati attraverso prestanome di Bossi in piena San Babila, grazie ai soldi dei rimborsi elettorali dello Stato. I soldi intascati, nell´era Tangentopoli, al bar Donney sono antiquariato, anche i vecchi conti della clinica svizzera non tornano: «...visto che da pagare gli hai dato tutto te ed è arrivato persino indietro l´insoluto, se ti ricordi». Se il «cerchio magico» non è materia per i magistrati, diventa materia per i magistrati il potenziale clima di ricatto costante che circonda il fondatore della Lega. Perché Nadia Dagrada, quando parla con Belsito, non usa mezzi termini: «Diglielo anche a Roberto (Calderoli), vedrai la soluzione da far capire al capo (Bossi). Guarda che tu (Bossi) non hai la possibilità di rimediare a tutto quello che è stato dato a tua moglie, sia per lei sia per la scuola e sia per i tuoi figli, perché sono troppi, troppi soldi. E c´è tutto il restante e se ci mettono le mani Castelli (Roberto, ex ministro) e Stiffoni (Piergiorgio, senatore) di turno, tu non puoi più garantire che le cose restino segrete». Se Roberto Maroni è «il barbaro sognante», e su di lui c´è poco da sparlare, Castelli, bocciato alle elezioni, è l´altro nemico: «È lui il cerchio magico, lui non è più il capo della Lega, è il capo del "cerchio magico"». Anche Castelli, però, dove può andare? «Castelli lavora tutto alle spalle, quando ha pagato di sua moglie dei cazzi e dei mazzi, io ho tutto scritto, eh», dice Belsito. E si svela un cerchio magico sempre più impaurito, con Renzo Bossi che traffica intorno «alla storia della casa» ristrutturata a Gemonio. L´ansia di essere beccati era tanta che «sono venuti a prendere, Renzo e la fidanzata (Silvia), tutti i faldoni da via Bellerio, e li hanno portati tutti via», confida la dirigente amministrativa al tesoriere. «Adesso hanno parecchia caga (...) E visto che comunque lei (Manuela Marrone) di ascendente ce ne ha, devi dire che Castelli c´è da tenerlo d´occhio». La Lega, che si raccontava barbara, dura e pura, vista dall´interno, grazie anche alle intercettazioni telefoniche che i «padani» volevano abolire d´accordo con Silvio Berlusconi, non è che si affloscia soltanto nell´identità, come un qualsiasi partito della prima Repubblica. Appare come un nido di vipere, si usano espressioni come «sfacelo», «merda umana», «è una cogliona integrale», «fargli prendere paura». Rosi Mauro, oltre ad essere coinvolta gravemente nei flussi di denaro, riceve descrizioni da romanzo: «Lei ha un odio viscerale nei confronti delle persone, ma è sempre stata così, solo che adesso secondo me gli è andato alla testa il potere, sta perdendo il lume della ragione». La sfottono pure sui «diecimila telefonini in borsetta». La sua colpa? «Una puttana, sta rovinando il Capo, lo sta mettendo contro tutti». Invece dovrebbe capire che «salta il capo, sei morta anche tu». Il rombo della «disgrazia» è sempre più percepibile, l´unica via d´uscita sarebbe che Belsito parlasse direttamente con Bossi. Ma non di nomine e cariche politiche: «Gli dici: "Guarda capo, è meglio che sia ben chiaro, se queste persone mettano mano ai conti del Federale, vedono quelle che sono le spese di tua moglie dei tuoi figli, le tue, a questo punto salta la Lega". Proprio così eh, papale papale glielo devi dire». E se gli altri confidano nel suo silenzio, Belsito ha un´arma, quella che negli anni Novanta fu definita «la politica del ricatto»: «Tu gli dici: "Ragazzi, forse non avete capito che se io parlo, voi finite in manette, o con i forconi appesi...". Domani inizia a parlarne con Roberto, (Calderoli)». Perché, alla fin fine, «ma a chi volete cagare il cazzo?». Il fiume carsico dei soldi alla «famiglia» rivela a ogni emersione un dettaglio che sconcerta: «Gli tiri fuori perfino le spese del dentista di Sirio». Oppure le «bollette del telefono di Renzo Bossi», e nel taccuino c´è «l´ultima macchina del "principe", 50 mila». «Tanto ce l´hai la fattura, no?», chiede Dagrada. «E certo!, esclama Belsito. E questo «è certo!» risuona sinistro e più volte, con Riccardo Bossi, figlio del primo matrimonio, nullafacente, che sembra aver utilizzato «250 mila euro solo nel 2010 e 2011» con American express non pagata da lui. E questo portafoglio invita a scherzare sul figlio più piccolo, che ancora non ha la patente: «A Eridanio bisogna procurargli un go kart». Risate o non risate, il concetto è semplice: se questa è «una patata troppo bollente, con la storia della famiglia», se Bossi immaginasse di liquidare il tesoriere-faccendiere per salvare la sua faccia, e il suo partito, il «tombolotto» reagirà. È in grado di aggiungere altri dettagli: «Capo, il punto è che fino a adesso, quello che è stato speso per tua moglie per tuo figlio Renzo, per tuo figlio Roberto, per la Rosi Mauro, per l´amante della Rosi Mauro, è rimasto per me. Sicuro che se mettiamo di mezzo dell´altra gente queste cose non escono?». Per cui niente Castelli, serve «un´altra persona di fiducia come Gibelli o se preferisci come presidente Alessandri che però è già presidente federale, quindi è da vedere», comunque i bilanci vanno approvati, firmati, chiusi. Non sappiamo se questo discorso sia stato fatto, o se i carabinieri comandati da «Ultimo» l´abbiano impedito arrivando prima con le indagini. Bossi, diceva ieri dopo le dimissioni, sa che in un uomo non conta la carica, contano «cuore e cervello». Ma allora, ictus a parte, che cosa gli è successo per aver chiuso occhi e orecchie per così tanto tempo anche in casa sua? E il «cerchio magico», queste anime nere cresciute dentro il partito verde, quanta responsabilità hanno nella malattia che contagia un intero movimento?