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 2012  aprile 05 Giovedì calendario

RCS. MEDIAGROUP, PROVASOLI PRESIDENTE —

Il consiglio di Rcs MediaGroup scende da 21 a 12 componenti, sei dei quali indipendenti secondo il codice di autodisciplina; Angelo Provasoli, ex rettore della Bocconi e docente nell’ateneo, viene indicato come presidente al posto di Piergaetano Marchetti che resta nel board; l’amministratore delegato destinato a sostituire Antonello Perricone verrà scelto in tempi brevi e probabilmente il nome sarà selezionato in tempo per l’assemblea del 2 maggio.
Le due giornate di patto di sindacato di Rcs si sono concluse dunque con il risultato di un determinante passo indietro dei soci di controllo dal board e un deciso rinnovamento nella governance del gruppo che pubblica il Corriere della Sera. La linea scelta non è stata però condivisa da Diego Della Valle (socio con il 5,4%) che ha chiesto di uscire dall’accordo parasociale, ottenendo il sì unanime dei componenti.
Nella lista per il consiglio, oltre a Provasoli (che è stato peraltro presidente dell’Editoriale Corriere della Sera nel periodo più difficile del gruppo, quando cioè nei primi anni Ottanta era in amministrazione controllata), ci sono sei indipendenti: Luca Garavoglia (presidente di Campari) espresso da Fiat, Fulvio Conti (amministratore delegato dell’Enel) indicato da Mediobanca, Giuseppe Vita (numero uno del comitato di sorveglianza di Axel Springer), Roland Berger (consulente, già nel board); Andrea Bonomi (presidente di Investindustrial), Umberto Ambrosoli (avvocato con incarichi in alcune società e componente il comitato antimafia di Milano, figlio di Giorgio Ambrosoli, il liquidatore del gruppo di Michele Sindona ucciso da un suo sicario). Completano la lista Marchetti e i rappresentanti degli azionisti Carlo Pesenti e Paolo Merloni. Gli ultimi due nomi indicati, Graziano Molinari e Laura Mengoni Bottani, lasceranno il posto al nuovo amministratore delegato e al rappresentante delle liste di minoranza, che probabilmente sarà l’imprenditore della sanità Giuseppe Rotelli, già in consiglio e azionista con l’11% fuori patto.
L’esito rappresenta dunque una soluzione condivisa dopo che fra i grandi soci erano emerse alcune posizioni distinte: in particolare Fiat e Mediobanca erano favorevoli a un consiglio composto da soli amministratori indipendenti, proposta avversata da altri soci e in particolare da Della Valle. Il punto di incontro, già in parte maturato nella riunione di lunedì, è stato raggiunto nell’incontro che ha preceduto il patto di ieri alle sette di mattina fra i presidenti di Intesa Sanpaolo Giovanni Bazoli e di Fiat John Elkann. E nella riunione (in due tempi) fra i grandi azionisti c’è stata una discussione dai toni anche accesi fra, da un lato, Bazoli, Elkann e Renato Pagliaro, presidente di Mediobanca, e dall’altro Della Valle. Alla fine ha prevalso la linea di rinnovamento del board, dove hanno un grande peso i consiglieri indipendenti e una presenza significativa ma contenuta dei soci di controllo. Della Valle è però rimasto contrario ed è uscito dal patto.
Il risultato è stato in parte anticipato da Elkann quando ancora il patto non era concluso durante la conferenza stampa della Fiat a Torino: «Sono convinto che riusciremo a trovare una soluzione per il consiglio di Rcs che sarà dimezzato, ringiovanito e con amministratori forti. Il nuovo consiglio consentirà di dare una governance adeguata per rispondere alle difficoltà del mondo dei media e progettare il futuro». Parole in sintonia con quelle pervenute poi da Mediobanca: «Siamo soddisfatti perché è stato utile delineare una separazione più netta tra proprietà e gestione aziendale ai fini di una maggiore indipendenza e prospettiva di rilancio. È parso a tutti necessario far evolvere la governance di Rcs verso un assetto più moderno e internazionale evitando istanze personalistiche e favorendo la coesione e la comunanza di obiettivi». Dichiarazioni che in parte hanno anche risposto a quelle rilasciate con una nota dall’imprenditore della Tod’s: «Il comportamento maldestro e pretestuoso» di alcuni componenti l’accordo parasociale «mi ha spinto con determinazione a richiedere di liberare il pacchetto azionario da ogni vincolo». E ha aggiunto: il Corsera «deve rimanere indipendente e rispondere solo ai lettori e non a qualche azionista. Se Elkann e Pagliaro hanno idee diverse, farebbero meglio a mettersi il cuore in pace e rendersi conto che i tempi sono cambiati». Cosa farà a questo punto Della Valle? Sul mercato c’è chi è convinto che cercherà di aumentare la sua quota acquistando pacchetti non vincolati e cercando alleanze.
Sull’esito del patto e sul passaggio delle consegne fra Provasoli e Marchetti, entrambi «bocconiani» e con esperienze professionali condivise, il presidente uscente ha detto che «il consiglio indicato appare molto qualificato e attrezzato per affrontare le grandi sfide del settore». Marchetti comunque continuerà a lavorare per il gruppo: «Mi dedicherò in particolare alle attività culturali e alla Fondazione, coltivando la memoria storica e il grande prestigio del Corriere e delle nostre testate».
Sergio Bocconi