Maria Serena Natale, Corriere della Sera 05/04/2012, 5 aprile 2012
LA CRISI DELL’EURO COME UNA PIZZA. LE RICETTE ECONOMICHE DEI MINI GENI - C’è
un greco triste che porta in banca i suoi risparmi in euro per cambiarli con vecchie dracme. Tutti i greci fanno lo stesso e gli euro finiscono in una grande pizza (può essere anche una frittella) che sarà proporzionalmente divisa tra i creditori di Atene a stomaco vuoto. Come ti risolvo l’eurocrisi in quattro tranci.
È il progetto presentato da un undicenne olandese al mini-Nobel per l’economia organizzato da un lord britannico in cerca di una exit strategy dall’euro. Dalla sua casa di Breedenbroek, nell’est dei Paesi Bassi, Jurre Hermans ha proposto un’idea corredata di disegno a mano esplicativo ai cervelloni del Wolfson Economics Prize, competizione internazionale lanciata un anno fa da Lord Simon Wolfson, direttore generale della catena d’abbigliamento Next e membro Tory della Camera dei Lord. La metafora della pizza ha funzionato. Ormai diretto concorrente di Paul Krugman e Joseph Stiglitz, Jurre non si è piazzato tra i cinque finalisti annunciati martedì (tutti economisti e investitori, il vincitore sarà proclamato il 5 luglio e si aggiudicherà 241 mila euro) ma ha ricevuto una menzione speciale e un buono di cento euro da spendere su un sito olandese di acquisti online.
Il vero punto critico toccato dal lavoro del piccolo appassionato di politica economica è l’aspetto psicologico del ritorno alla vecchia valuta: nessun incentivo sarebbe abbastanza forte per convincere i risparmiatori a riprendere la dracma. La soluzione di Jurre, dottamente smontata ieri dall’esperto del Times di Londra, prevede pene severe per chiunque cerchi di nascondere o trasferire all’estero gli euro, da salatissime multe a lavori socialmente utili. Dopo aver dato il suo contributo alla soluzione del dilemma che oppone osservatori convinti che l’uscita della Grecia destabilizzerebbe l’intera eurozona a 17 ed euroscettici duri e puri favorevoli al sacrificio dei Paesi che «non ce la fanno», il genietto di Breedenbroek è tornato ai suoi piani per il futuro: dirigere uno zoo e, per ora, comprare con i cento euro vinti un po’ di Lego.
Jurre è l’ultimo di un manipolo, sempre più nutrito, di piccoli talenti che grazie alla globalizzazione delle tecnologie e delle comunicazioni si pongono ormai in diretto confronto con adulti alle prese con problemi sempre più grandi. È passato appena un anno dalla pubblicazione di «Graham, Buffett & Me» (tradotto in Italia da CHW Edizioni con il titolo «Il piccolo libro dell’investitore. La via maestra sulla scia di Warren Buffett»), limpido ragionamento sui principi della teoria del Value Investing di Benjamin Graham e sulla loro rielaborazione che ha fatto di Warren Buffett il terzo uomo più ricco del mondo: elogio della razionalità in tempo d’irrazionalità dilagante firmato Dalmia Aryaman, 14enne indiano invitato a stringere la mano del Saggio di Omaha durante il suo primo viaggio in India, nel marzo 2011. Un libro che ha entusiasmato i guru della finanza indiana e che è stato definito dal professore di Yale Pradeep Dubey «impossibile da ignorare».
Teenager che s’impongono sulla piattaforma digitale mondiale incrociando talenti e modi di pensare non convenzionali capaci di ispirare accademici e specialisti. Sono adolescenti alcune delle blogger più assertive e ascoltate della moda, frutti acerbi (talvolta manipolabili) della maturazione accelerata che vivono le nuove generazioni da subito catapultate nei linguaggi più o meno cifrati del mondo adulto. Come Tavi Gevinson, stilosa adolescente che con il blog Style Rookie si è assicurata un posto di tutto rispetto nel fashion system e una poltronissima alle sfilate più importanti. Il New York Magazine la lanciava già nel 2008, a 12 anni. Sul sito lei si presenta senza giri di parole: «Scrivo di cose che mi piacciono». Per adulti in cerca d’ispirazione.
Maria Serena Natale