Luca Davi, Sole 24 Ore 5/4/2012, 5 aprile 2012
EBA: ALLE BANCHE SERVONO 242 MILIARDI
Il 20% delle principali banche europee non risponderebbe ai requisiti minimi di capitale, se Basilea III fosse già in vigore dallo scorso anno. È questa la conclusione cui è arrivata l’Eba, l’Autorità bancaria europea. L’ente ha fatto i conti in tasca ai maggiori colossi creditizi, ovvero gli istituti con attività internazionali e un Tier 1 capital superiore a 3 miliardi. Ebbene: tramite una simulazione basata sui bilanci consolidati al 30 giugno 2011, è emerso che dieci banche sulle 48 principali dell’Europa a 27 avrebbero un capitale core, quello di migliore qualità, inferiore al 4,5% in rapporto agli asset, se le regole sul capitale fossero più stringenti. Tradotto in soldoni, le banche dovrebbero aumentare il capitale di 242 miliardi di euro per arrivare al 7% richiesto.
Le nuove normative di Basilea III saranno formalmente in vigore da gennaio 2013 (con un’implementazione che sarà graduale con il passare degli anni) ma questi dati mostrano già come le regole della nuova normativa bancaria potrebbero colpire le banche in modo ancora più duro di quanto temuto dal settore. Per questo, secondo l’Eba, alla luce di questi risultati, si attende un significativo sforzo delle banche per rispondere ai requisiti di capitale basati sul rischio. Secondo alcune fonti, l’Authority avrebbe peraltro espresso preoccupazioni particolari rispetto ai piani di ricapitalizzazione di alcuni istituti tra quei 31 cui è stato chiesto di rafforzare il capitale per fine giugno (per portare il Core Tier 1 al 9%).
Proprio sul tema del rafforzamento patrimoniale voluto dall’Eba è intervenuto ieri il vice ministro dell’Economia, Vittorio Grilli. Che si è detto convinto del contributo alla crescita portato dalle richieste patrimoniali. «L’introduzione di regole più severe sul capitale avrà, nel medio periodo – ha detto ieri Grilli – effetti positivi sulla crescita». Il rafforzamento patrimoniale «attuato con equilibrio» secondo il vice ministro consente di «ridurre il rischio di controparte percepito dagli investitori, con riflessi positivi sull’offerta di credito a sostegno dell’economia reale». Per Grilli il processo di rafforzamento patrimoniale delle banche italiane é «in atto da tempo» ed é stato «particolarmente intenso nel 2011».