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 2012  aprile 04 Mercoledì calendario

COSTA SMERALDA VALE 700 MILIONI

Si stringono i tempi sull’operazione Costa Smeralda. La transazione, che riguarda il passaggio dalla Colony Capital dell’imprenditore americano di origine libanese Tom Barrack alla Qatar holding, il braccio finanziario dell’emiro Hamad bin Kalifa al Thani, della proprietà della Costa Smeralda Holding, potrebbe concretizzarsi entro la settimana.
La cifra che l’emiro del Qatar sarebbe pronto a sborsare per diventare socio di maggioranza della società - di cui già possiede il 14,3% - si aggirerebbe tra i 600 e i 700 milioni di euro e le firme preliminari per la definizione della compravendita sono imminenti, salvo intoppi dell’ultima ora. Costa Smeralda Holding detiene terreni, quattro hotel di lusso sulle spiagge più famose d’Italia e del mondo, il Pevero golf club e la Marina di Porto Cervo.
Il closure definitivo dell’operazione potrebbe avvenire entro giugno, proprio quando cadrà il cinquantenario della nascita della Costa Smeralda.
La scelta di Barrack, che nel 2003 aveva acquistato il pacchetto immobiliare per 290 milioni di euro da Starwood Hotel, è stata dettata anche dalla necessità di un rifinanziamento. Già qualche mese fa, infatti, il magnate americano di origini libanesi si stava muovendo alla ricerca di capitali freschi per abbattere il debito da 200 milioni di euro. Non viene messa in discussione la continuità della gestione: dovrebbe restare l’attuale management - dal presidente Franco Carraro all’a.d. Mariano Pasqualone, e anche Starwood continuerà nella gestione dei gioielli dell’ospitalità italiana - l’hotel Pitrizza, Romazzino, l’hotel Cervo e il Cala di Volpe - fino al 2023.
In continuità dovrebbe muoversi anche la filosofia dell’operazione, ideata e realizzata nel 1962 dall’Aga Khan. Nei piani del nuovo socio di maggioranza ci sarebbe l’intenzione di investire grandi capitali per una ulteriore valorizzazione dell’area. Nel rispetto dell’ambiente e dei turisti. La transazione comprende infatti 2.300 ettari di terreni tuttora preservati in base alla legge Salva Coste voluta dall’allora Governatore Renato Soru nel 2004 e che vieta costruzioni a meno di duemila metri dal mare. Una tutela che ha anche garantito nel corso del tempo la solidità dei valori immobiliari della zona. Compresi quelli delle ville di lusso che sono sorte negli anni nelle location più prestigiose come il comprensorio del Pevero fino alle dimore di Porto Rotondo.
A oggi non risultano depositati in Comune e Regione nuovi progetti di sviluppo, ma non è detto che in futuro su quei terreni gli arabi non sognino di realizzare uno sviluppo di abitazioni di lusso residenziali attorno a un nuovo campo da golf, un richiamo per turisti e acquirenti di seconde case. Anche se al momento la motivazione all’acquisto dell’emiro è quella di entrare in possesso di strutture ricettive di prestigio che al mondo non hanno eguali.
Colony Capital ha già investito negli anni circa 25 milioni di euro per migliorare le strutture e sta realizzando un ampiamento del 20% del Pitrizza e del Romazzino. A breve partiranno i lavori anche per l’hotel Cala di Volpe, con l’obiettivo di migliorare le stanze. È in questo albergo che si trova una delle cinque suite più care al mondo: la suite presidenziale costa infatti ben 30mila euro a notte.
Tra il 2000 e il 2011, secondo un’analisi effettuata da Jones Lang LaSalle, il volume di transazioni alberghiere superiori a dieci milioni di euro in Italia ha raggiunto circa 4,6 miliardi, di cui oltre 1,7 miliardi investiti in trophy hotel, gli immobili di maggior pregio per location e valore storico. E in questo contesto sono i trophy resort - come gli hotel della Costa Smeralda, Villa d’Este a Cernobbio (Como) e Villa San Michele a Fiesole (Firenze) -, le strutture che conseguono in media i più elevati livelli di Adr (average daily rate, ossia il ricavo medio per camera venduta), sebbene su base stagionale. Secondo i dati del settore gli Adr degli hotel situati in Costa Smeralda si aggirano tra i 1.200 e 1.500 euro, che sono tra i più alti non solo in Italia ma anche in Europa.
Sullo sfondo per l’emiro c’è la sfida di riuscire ad allungare la stagione in Sardegna, obiettivo al quale peraltro stanno lavorando da tempo sia Starwood sia il Consorzio Costa Smeralda con eventi fuori stagione in primavera e in settembre, per rendere la zona una meta ambita non solo durante il periodo estivo.