Beda Romano, Luca Veronese, Il Sole 24 Ore 4/4/2012, 4 aprile 2012
IL DEBITO SOFFOCA LA SPAGNA
«Il debito pubblico spagnolo salirà nel 2012 dal 68,5% fino al 79,9% del Prodotto interno lordo», «il tasso di disoccupazione quest’anno passerà dal 22,8% al 24,3%». Sono due passaggi del documento ufficiale che accompagna la manovra finanziaria presentata ieri in Parlamento dal Governo conservatore di Mariano Rajoy. Numeri allarmanti che testimoniano l’aggravarsi della crisi nell’economia spagnola, nel bilancio pubblico come nel lavoro. E l’impotenza del Governo pur impegnato in misure di risanamento senza precedenti per il Paese con l’economia che quest’anno dovrebbe contrarsi dell’1,7%: tanto che secondo gli analisti di Citigroup, Madrid sarà costretta a chiedere aiuto all’Europa e al Fondo monetario entro la fine dell’anno.
Un’ipotesi, quella del soccorso internazionale, che continua a circolare - anche se dal 2013 - per il vicino Portogallo che dopo gli aiuti ricevuti nel maggio scorso potrebbe aver bisogno di un ulteriore prestito nei prossimi mesi: ieri la Commissione europea pur elogiando le politiche del Governo di Lisbona ha rivisto al ribasso le sue stime sull’economia - che dovrebbe subire una contrazione del 3,25% nel 2012 rispetto al 3% stimato in precedenza - dicendosi sorpresa del forte aumento della disoccupazione. La Commissione ha inoltre ammesso che nell’attuale contesto il destino del Portogallo è «solo in parte nelle mani» del Paese.
Ma è la Spagna - soprattutto per le dimensioni della sua economia - a preoccupare maggiormente i partner europei e a mettere in agitazione i mercati: gli squilibri di Madrid sembrano sempre più difficili da sanare. Il debito pubblico spagnolo resterà sotto le medie europee e anche sotto l’indebitamento di Germania e Francia, oltre che dell’Italia. Ma dopo essere stato contenuto intorno al 40% del Pil fino alla vigilia della grande crisi internazionale l’indebitamento continuerà la sua deriva e schizzerà quest’anno di circa 11 punti arrivando a livelli mai raggiunti negli ultimi vent’anni. Il debito vicino all’80% del Pil costerà a Madrid qualcosa come 28,8 miliardi di euro in interessi passivi, in aumento del 5,3% rispetto al 2011: per pagare il servizio sul debito accumulato non basterà alla Spagna la manovra finanziaria di austerity da 27,3 miliardi. Il ministro del Bilancio Cristobal Montoro ha confermato ieri il taglio al budget dei ministeri del 17% e le nuove tasse sulle grandi società: «Prima il deficit, poi il deficit e poi ancora il deficit», ha detto in Parlamento sottolineando le priorità del Governo. Ma queste misure, senza precedenti, potrebbero non bastare a centrare l’obiettivo concordato con Bruxelles di ridurre il deficit di bilancio quest’anno dall’8,5 al 5,3% del Pil per poi scendere addirittura al 3% nel 2013. Mentre il tasso di disoccupazione al 22,85% - già un record nella Ue - crescerà fino al 24,3% facendo aumentare le tensioni sociali in un Paese dove i senza lavoro sono già quasi 5,5 milioni.
La Commissione europea ha espresso ieri apprezzamento per la serietà con la quale il Portogallo sta adottando, tendenzialmente nei tempi previsti, l’ambizioso programma di aggiustamento economico imposto dalla Ue e dall’Fmi in cambio degli aiuti finanziari per 78 miliardi su tre anni. «Per ora, crediamo che il programma sia sulla buona strada. Dovrebbe permettere al Paese di tornare sul mercato come previsto», ha detto a Bruxelles Peter Weiss, vice capo della missione della Commissione a Lisbona. «Il programma è molto ambizioso, non pensiamo che il Governo possa fare più di quanto non stia già facendo. Se le misure sono adottate non vi è ragione di pensare che la strategia non avrà successo».
Ma gli investitori guardano con preoccupazione all’indebitamento privato, pari al 240% del Pil, tra i più elevati nell’Unione monetaria. Nonostante l’azione del Governo - con il risanamento dei conti pubblici, il rafforzamento del settore finanziario, l’adozione di misure economiche - la recessione sarà nel 2012 più dura del previsto. La Commissione non ha escluso che nel settembre 2013, quando verranno a scadere obbligazioni portoghesi per un totale di 10 miliardi di euro, il Governo possa optare su uno scambio obbligazionario, come ha fatto l’Irlanda all’inizio di quest’anno, pur di evitare il rimborso.