Mariolina Sesto, Il Sole 24 Ore 4/4/2012, 4 aprile 2012
RIMBORSI DIECI VOLTE PIÙ ALTI DELLE SPESE
Rendiconti irregolari dei rimborsi elettorali, accusano i Pm di Milano. Ma chi doveva controllare quei rendiconti taroccati presentati dal tesoriere della Lega Francesco Belsito? I tesorieri devono trasmettere ogni anno (entro il 31 luglio) al presidente della Camera un "rendiconto di esercizio" che illustra la gestione dei rimborsi elettorali da parte del partito. La legge esige una documentazione precisa e approfondita: nella relazione, infatti, devono essere indicate le spese sostenute per le campagne elettorali e l’eventuale ripartizione tra i livelli politico-organizzativi del partito dei contributi per le spese elettorali ricevuti. Un collegio composto da cinque revisori ufficiali dei conti nominati d’intesa tra i presidenti di Camera e Senato all’inizio di ogni legislatura effettua poi un controllo di conformità alla legge del rendiconto. E se i rendiconti sono irregolari? È previsto un sistema di sanzioni sia penali che amministrative che arriva fino al "ritiro" dei fondi che il partito si era "aggiudicato".
Nel caso della Lega, tuttavia, il controllo non ha funzionato. Perché i revisori della Camera non sono riusciti a individuare le irregolarità emerse con l’inchiesta in corso? La risposta la danno loro stessi in una lettera inviata proprio qualche giorno fa al presidente della Camera Gianfranco Fini e al presidente del Senato Renato Schifani. Nella missiva, datata 21 marzo, il collegio dei revisori lamenta la qualità «squisitamente formale» dei suoi controlli che «ancorché necessari e financo opportuni, arrecano ben scarso contributo all’esigenza di trasparenza nell’uso del denaro pubblico».
Ma quanti contributi ha incassato la Lega in questa legislatura? In base ai voti ricevuti alle politiche 2008, il Carroccio incassa 4 milioni di euro annui dalla Camera e 4 milioni dal Senato, per un totale di 41,3 milioni nel quinquennio della legislatura. Fin qui i rimborsi per le elezioni politiche. Cui però si aggiungono i contributi relativi alle elezioni regionali e quelli per le europee. Così, l’ultima rata di contributi pubblici incassata dalla Lega nell’agosto 2011, come specificato dai magistrati, ammonta alla cospicua cifra di 18 milioni di euro.
Ma a fronte dei 41,3 milioni maturati per l’intera legislatura, quanti soldi ha speso la Lega per la campagna elettorale che l’ha portata al governo insieme a Silvio Berlusconi? Secondo i documenti presentati dal tesoriere alla Corte dei conti, il partito ha investito solo 3,5 milioni, cioè meno di un decimo di quanto incassato. A cosa servirà mai il restante fiume di denaro che ha messo in cassa? Ogni dubbio, per la Lega come per qualunque altro partito, è lecito quando la sproporzione fra le somme spese e quelle erogate dallo Stato è così ampia.
Ancora: nella sua attività di controllo la Corte dei conti aveva riscontrato un disavanzo fra spese documentate e finanziamenti accertati. Il disavanzo – aveva poi chiarito il tesoriere - era stato coperto «attraverso l’utilizzo di fondi propri del partito». Era già un segnale che i conti non tornavano?