Francesco De Dominicis, Libero 4/4/2012, 4 aprile 2012
La sobrietà ci costerà un’altra manovra – Oltre 100 miliardi di euro in meno di due anni potrebbero non essere bastati
La sobrietà ci costerà un’altra manovra – Oltre 100 miliardi di euro in meno di due anni potrebbero non essere bastati. Per evitare il botto o, se volete, per evitare di finire come la Grecia, l’Italia potrebbe essere sottoposta all’ennesima cura da cavallo. Un’altra manovra finanziaria, insomma, secondo l’Unione europea, sarebbe indispensabile per tenere in piedi le finanze pubbliche italiane e centrare il pareggio di bilancio nel 2013. La recessione, dice Bruxelles, corre il rischio di sterilizzare, in parte, le misure già varate dal Governo di Mario Monti. Come dire che la sobrietà dei professori della Bocconi di stanza a palazzo Chigi ci costerà un altro salasso. Che potrebbe andare ad aggiungersi all’Imu-Ici, alla tagliola sulle pensioni, all’aumento della benzina, al giro di vite sulle addizionali irpef. I suggerimenti della Commissione Ue sono stati riportati ieri dal Financial Times. Il quotidiano britannico ha citato un documento riservato Ue. Non ci sono dettagli sulle cifre o sull’entità di eventuali, nuovi interventi sui conti dello Stato. Tuttavia, l’indi - cazione di Bruxelles appare piuttosto netta. E le smentite di Roma («non c’è bisogno di altre manovre correttive per far fronte alla crisi») sono apparse un po’ deboli. Del resto, il rapporto dell’Unio - ne europea, circolato all’ultimo vertice di Copenhagen, esiste davvero. La Commissione non ha fatto dietrofront, parlando di un documento «a uso interno non dato ai ministri». Sta di fatto che le indiscrezioni apparse sul giornale della City ha creato un bel guaio a Monti. Da Bruxelles il portavoce del commissario Olli Rehn ha spiegato: «Non posso confermare la presunta fuga di notizie né lo status e l’autenticità del rapporto».Poiha sottolinea di non voler speculare su quanto potrebbe accadere in futuro in un clima caratterizzato da«incertezze che pesano sututta l’Eurozona e, con gradi diversi, sui singoli Paesi». A bilanciare un po’la partita ha pensato il direttore generale del Fondo monetario internazionale. Per Christine Lagarde, una «corsa indifferenziata all’austerità si mostrerà controproducente ». Parole, quelle del numero unoFmi, chepurmettendo inluce gli effetti pericolosi di eventuali interventi, non li escludono categoricamente. Una brutta pagina per il premier: la sua azione in qualche modo viene messa in discussione dalle istituzioni comunitarie.Così in soccorso di Monti sono scesi in campo sia Corrado Passera sia Elsa Fornero. «Con l’austerità - ha detto il superministro - non si cresce, al contrario, dobbiamo mettere in moto tutte quelle operazioni per fare in modo che dopo aver messo in ordine i conti ci sia anche crescita». E la titolare del Welfare ha rincarato: «Non parlerei di nuove misure di austerity, spero che ora il nostro Paese possa avere misure per la crescita ». Le classiche dichiarazioni di circostanza, un po’ vuote. Di sicuro, le considerazioni del Governo non sono entrate nel merito delle osservazioni di Bruxelles. La cui analisi è assai articolata. Secondo il dossier elaborato dalla Commissione, Roma da maggio 2010 ha varato misure «davvero notevoli» per consolidare il bilancio, pari a più di 100 miliardi ed equivalente al 7% del Pil. Tutto questo le ha permesso «di riguadagnarsi la fiducia dei mercati ed ora è in rotta verso l’obiettivo del pareggio di bilancio nel 2013, dopo aver segnato un deficit pari al 3,9% del Pil nel 2011». Ma, prosegue il rapporto citato dal quotidiano londinese, «gli sforzi dell’Italia per raggiungere gli obiettivi di bilancio potrebbero essere messi a rischio da prospettive deprimenti per quanto riguarda la crescita e da tassi d’in - teresse relativamente alti».Quindi «l’Esecutivo dovrebbe essere pronto a evitare ogni ritardo nell’esecuzione delle misure e intraprendere ulteriori azioni se necessario». Per capire in quale direzione intende andare Monti non resta che attendere pochi giorni. Sul tavolo del consiglio dei ministri approderà l’annunciata riforma fiscale. Il Governo ha detto a più riprese che si tratterà - quasi interamente - di una riforma a saldo zero sia per il nuovo catasto sia per le imposte sui redditi. Ma la previsione di Monti appare fondata più su eventi sperati che su stime attendibili.