Antonio Castro, Libero 4/4/2012, 4 aprile 2012
Gran casino Imu Stangati i nonni salvate le banche – I nonni negli ospizi pagheranno l’Imu come se la casa di residenza, lasciata vuota per necessità, fosse un castello, mentre le Fondazioni bancarie, catalogate come enti benefici, saranno esenti
Gran casino Imu Stangati i nonni salvate le banche – I nonni negli ospizi pagheranno l’Imu come se la casa di residenza, lasciata vuota per necessità, fosse un castello, mentre le Fondazioni bancarie, catalogate come enti benefici, saranno esenti. Paradossi di una batosta targata Imposta municipale sugli immobili, che per il momento di sicuro ha soltanto l’enorme gettito (21,4 miliardi) che dovrà fruttare. È stato anche definito - dopo il ballo in maschera delle scadenze incrociate tra versamenti, applicazione delle diverse aliquote e accertamento di incasso - che i contribuenti dovranno pagare la prima rata entro il 18 giugno. Salasso prefissato al 50% dell’aliquota base (il 4 per mille per la prima casa e il 7,6 per mille dalla seconda abitazione in poi). A dicembre, il 17 per la precisione, i contribuenti dovranno versare il saldo. Ieri è arrivato infatti il via libera delle commissioni Bilancio e Finanze del Senato all’emendamento al decreto fiscale che prevede che il primo acconto di giugno «per l’anno 2012», spiega il testo, «il pagamento della prima rata dell’imposta municipale propria è effettuato, senza applicazione di sanzioni ed interessi, in misura pari al 50% dell’importo ottenuto applicando le aliquote di base e le detrazioni previste». NUOVA SCADENZA La novità è che il ministero dell’Econo - mia definirà con un apposito Dpcm «entro il 10 dicembre 2012 (e non più come previsto entro il 31 luglio, ndr), sulla base del gettito della prima rata, alla modifica delle aliquote, delle relative variazioni e della detrazione stabilite dal presente articolo per assicurare l’ammontare del gettito previsto per l’anno 2012». Insomma, l’acconto servirà a Tesoro e Comuni per capire se la fatidica soglia dei 21,4 miliardi è realmente raggiungibile con il meccanismo Stato-Comuni messo in piedi. E per ritoccare - se necessario - le aliquote previste. E il meccanismo per costringere gli amministratori locali ad agire sulle leva fiscale per conto del governo già c’è. Un po’na - scosto tra i commi, ma ben funzionante. I sindaci - che non ci stanno a passare per esattori da parte dello Stato - infatti incasseranno il 100% dell’Imu sulla prima casa e il 50% dell’imposta derivante dal prelievo sugli altri immobili. E qui c’è il primo mistero, o condizione capestro: infatti tra l’aliquota minima e la massima c’è di mezzo un complicato meccanismo di compensazione che fa scattare - in base alle tasse incassate - il taglio dei trasferimenti finanziari da parte dello Stato centrale. Se un sindaco non applica un’ali - quota media sulla prima casa, ma sceglie di limitarsi al 2 per mille, non può poi aumentare - e fare cassa - con l’aliquota più alta sugli altri beni.E comunquedovrà girare a Roma il 3,8 per mille. Insomma, secondo alcuni studi attuariali comunali, l’Imu incoraggia i sindaci, già con le tasche vuote, ad alzare l’asticella del prelievo nella speranza di avere più quattrini in cassa. La decisione di intervenire sulle aliquote in sede di conguaglio (ovvero a dicembre, quando gli italiani incassano la tredicesima), consente all’Erario di limare o alzare le aliquote, tanto più con l’arma di vedersi ridotti i bonificidaRoma agli oltre 8mila comuni italiani. EMENDAMENTO RESPINTO Problemi a far quadrare i conti ce ne sono. Anche perché il governo ha sorprendentemente respinto un emendamento che introduceva l’Imu per le Fondazioni bancarie, vale a dire le casseforti del sistema creditizio italiano. Il governo - secondo la denuncia del senatore dell’Idv, Elio Lannutti, che lo ha proposto e se lo è visto respingere - ha dato “parere contrario” sostenendo che le banche e le loro Fondazioni sono associazioni benefiche. Insomma, se in Aula non si interverrà nuovamenteil rischio è che i vecchietti e i disabili ricoverati si troveranno a pagare l’Imu sullaprimacasa come se fosse sfitta o tenuta a disposizione, mentre i palazzoni delle fondazioni bancarie passeranno indenni dal prelievo fiscale. Ma non basta. Trovata una soluzione di massima per evitare il salasso delle aziende agricole - un emendamento al dl fiscale riduce al 30% l’acconto di giugno sui fabbricati rurali (stalle, capannoni e rimesse), salvo il saldo del 70% a dicembre - al ministero dell’Agricoltura stanno ancora cercando di capire se il gettito sarà, come prevede via XX Settembre, intorno ai 140 milioni. Da tempo Confagricoltura, Coldiretti e Cia hanno ipotizzato che la nuova Imu porterà invece ad un esborso compreso tra 1,2 e 1,5 miliardi (e si parla di stime prudenti, non tenendo conto delle aliquote massime). L’unica esenzione sicura è per i fabbricati inagibili. Esenzione logica, ma tutt’altro che scontata fino a ieri. Il problema è che la manovra Monti - quella dei «sacrifici con equità» - sui 21,4 miliardi ci conta. E in qualche modo bisognerà cacciarli fuori. Questo anche tenendo conto che oltre alle benefiche fondazioni bancarie saltano man mano fuori altre eccezioni. Come la deduzione (dal 15 al 25%) per gli affitti degli immobili di interesse storico o artistico. E altri ne arriveranno. Salvate, per il momento, le aziende agricole, a rischiare di pagare la tassa sulla prima casa ci sono anche coloro che per necessità - come i disabili - compaiono sul carico fiscale di un figlio. E hanno variato residenza. Per il fisco questi signori non avrebbero diritto all’esenzione prima casa e rischiano quindi di pagare non solo una tassa che prima era stata eliminata, ma anche più del doppio dell’odiata Ici.