Sandro Iacometti, Libero 3/4/2012, 3 aprile 2012
Il governo mette una pezza al caos Imu – Che pagare una tassa senza definire l’aliquota sia materialmente impossibile è un ragionamento che a tecnici pluridecorati come quelli che siedono a Palazzo Chigi non sarebbe dovuto sfuggire
Il governo mette una pezza al caos Imu – Che pagare una tassa senza definire l’aliquota sia materialmente impossibile è un ragionamento che a tecnici pluridecorati come quelli che siedono a Palazzo Chigi non sarebbe dovuto sfuggire. Eppure, malgrado da settimane siano in molti a sollevare il problema, c’è voluto anche l’allarme dei Centri di assistenza fiscale per far capire ai professori di governo che l’ingarbuglio sull’Imu avrebbe tutt’al più aumentato i carichi di lavoro di Attilio Befera, considerato che ai Comuni è stata concessa la possibilità di stabilire le addizionali dopo la scadenza prevista per il primo acconto. La questione ha tenuto banco per tutta la giornata di ieri senza che se ne venisse a capo. Verso il tardo pomeriggio la sensazione era quella del corto circuito. «Faremo del nostro meglio per risolvere il problema», diceva poco prima delle 19 il viceministro dell’Economia, Vittorio Grilli. «Al momento non c’è alcun emendamento», ribatteva qualche minuto più tardi il relatore al dl fiscale e presidente della Commissione Bilancio, Antonio Azzollini (Pdl). Verso le 20, finalmente, arriva la geniale soluzione, che altro non è chela proposta di buon senso che tutti facevano da giorni: far pagare l’acconto sull’Imu con le aliquote base (0,4% con detrazione di 200 euro per la prima casa e 0,76% per gli altri immobili). Un emendamento al dl sulle semplificazioni fiscali a firma dai relatori, ma si presume concordato col governo, prevede infatti che «per l’anno 2012 il pagamento della prima rata dell’Imu è effettuato, senza applicazione di sanzioni ed interessi, in misura pari al 50% dell’importo ottenuto applicando le aliquote di base e la detrazione previste». La seconda rata di dicembre sarà, invece «versata a saldo dell’imposta complessivamente dovuta per l’intero anno con conguaglio sulla prima rata». I conti, insomma, si faranno quando tuttii Comuni avranno stabilito di quale entità (la forbice è dello 0,4% in più o in meno per la prima casa e dello 0,3% per gli altri immobili) sarà la stangata aggiuntiva per i contribuenti. Sulla carta sembra tutto semplice. In realtà, l’ennesimo pasticcio è dietro l’angolo. Lo stesso emendamento prevede che entro il 31 luglio di quest’anno sarà emanato un Dpcm che modificherà le aliquote dell’Imu, in base al gettito dell’acconto. Saranno stabilite anche le variazioni e le detrazioni. Il tutto per assicurare «l’ammontare del gettito complessivo previsto per l’anno 2012». Insomma, se i conti non tornano il governo si riserva la possibilità di mescolare un altro po’le carte in tavola. Senza considerare che oltre alle addizionali comunali, un altro intoppo è in arrivo sul fronte agricolo. L’acconto Imu di giugno per i fabbricati rurali, arriva, infatti, ben prima della scadenza prevista per il riaccatastamento degli stessi, che scade il 30 novembre. I relatori hanno poi presentato un altro pacchetto di modifiche, che sostituisce alcuni emendamenti precedenti. Si prevede anche l’aumento della deduzione del canone di affitto ai fini fiscali, per gli immobili riconosciuti di interesse storico. Visto l’andazzo, comunque, non si escludono ulteriori novità in corsa. Che potrebbero arrivare già oggi nel corso di un Consiglio dei ministri a cui parteciperà anche Mario Monti, di ritorno dalla missione in Asia. Anche il Pd spinge. «Sull’applicazione immediata di questa norma il governo dica una parola chiara», ha detto Pierluigi Bersani.