Augusto Minzolini-Aldo Grasso, Corriere della Sera 04/04/2012, 4 aprile 2012
MINZOLINI E LA QUESTIONE SUI DATI DI ASCOLTO DEL TG1
Caro direttore,
non varrebbe la pena di rispondere alla provocazione maramaldesca contenuta nella rubrica di Aldo Grasso, sacerdote del luogo comune, se non contenesse un esempio lampante di disinformazione. Il professore sotto il titolo «ascolti del Tg1, l’effetto della cura Minzolini» mi addebita il calo dell’audience (gennaio-marzo) della testata di cui sono stato direttore fino a metà dicembre e guidata da circa quattro mesi da Alberto Maccari. Un paragone a dir poco irrazionale e senza senso visto che il professore nei panni del «tecnico», secondo la moda in voga, prende come riferimento i primi mesi dello scorso anno per osservare che la testata ha perso tre punti di share e circa 400mila spettatori. Ora bisognerebbe chiedersi se il prof. Grasso c’è o ci fa visto che un anno fa il direttore del Tg1 era il sottoscritto ed è a dir poco paradossale rimproverare a Minzolini (mi perdoni la terza persona) i risultati ottenuti quest’anno da Maccari (collega che stimo) confrontandoli con quelli registrati dallo stesso Minzolini lo scorso anno. Probabilmente si tratta di un esempio di «follia» determinato dai due vizi capitali del «tecnicismo»: la presunzione e il narcisismo. Ma visto che si parla di cifre vorrei offrire al prof. Grasso altri due spunti di riflessione: si è quasi dimezzato il divario tra il Tg1 e il Tg5 rispetto allo scorso anno e l’età media della platea del Tg1 sta risalendo (il sottoscritto l’aveva portata da 62 a 58 anni). Naturalmente non mi faccio illusioni: è tempo perso dato che il professore con i numeri ci gioca. Infine mi domando: ma perché il prof. Grasso mostra tanta attenzione, cosa che mi lusinga, nei miei confronti? Probabilmente perché in una polemica recente ho ricordato al professore che quando — sempre vestendo i panni del «tecnico» — è sceso in campo, ha lasciato un pessimo ricordo di sé alla direzione della Radio. I testimoni di allora parlano di una vera catastrofe. Ma questa è un’altra storia. Grazie della cortese attenzione.
Augusto Minzolini
Se Augusto Minzolini, invece di abbandonarsi agli insulti (che da sempre qualificano chi li scaglia non chi li riceve) avesse la pazienza di rileggere l’articolo, si accorgerebbe che in esso sono citati due dati: il primo fa riferimento alla stagione (che parte a settembre 2011 e si chiuderà nel prossimo mese di maggio 2012, e di cui lo stesso Minzolini è stato corresponsabile, come lui stesso ammette) e il secondo fa riferimento a un periodo omogeneo e confrontabile (paragona Maccari con Minzolini, come si evince chiaramente e chiunque è in grado di comprendere). Da entrambi i dati (ma potremmo citarne molti altri) si evidenzia una sola cosa chiara: che il Tg1 perde costantemente pubblico. In particolare, quando Minzolini riceve in eredità il telegiornale da Riotta, nel 2009, il Tg1 ha una media di 7.133.000 spettatori, con uno share del 29,92%. Quando Minzolini lo lascia, nel dicembre del 2011, il Tg raccoglie 5.647.000 spettatori, con uno share del 22.45. Penso non ci sia nulla di più incontrovertibile di questi dati. Quanto al pessimo ricordo che avrei lascito (il riferimento è ai miei sei mesi a RadioRai all’epoca della «Rai dei professori» nel lontano 1994) faccio solo presente che alcuni programmi ideati allora sono ancora in onda. Pregherei infine Minzolini di fornire in futuro dati altrettanto incontrovertibili della «catastrofe», per non dover rispondere di diffamazione. Con viva simpatia.
Aldo Grasso