Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  aprile 04 Mercoledì calendario

Antonio Di Pietro va alla guerra, una nuova battaglia al fianco dei cittadini per abolire il finanziamento pubblico ai partiti, che serve soltanto a «ingrassare la cricca in un momento così difficile»

Antonio Di Pietro va alla guerra, una nuova battaglia al fianco dei cittadini per abolire il finanziamento pubblico ai partiti, che serve soltanto a «ingrassare la cricca in un momento così difficile». ANTONIO DI PIETROANTONIO DI PIETRO Domani mattina l’Italia dei valori «depositerà in Cassazione il quesito per il referendum che chiede di abolire i rimborsi elettorali, cioè il finanziamento pubblico mascherato con cui le forze politiche hanno aggirato l’esito del referendum del 1993». Nel suo blog, Di Pietro si dice sicuro che «la stragrande maggioranza dei cittadini sarà al nostro fianco», in una «battaglia» portata avanti «non per antipolitica, come dice chi non sa più come difendere un sistema indifendibile». Eppure da quel sistema indifendibile Di Pietro ha ricevuto decine di milioni di euro negli ultimi undici anni. Precisamente 75 milioni 251mila 521 euro, suddivisi in venti rimborsi per altrettante elezioni, amministrative, politiche ed europee, come scrive Paolo Bracalini nel libro-inchiesta Partiti Spa (Ponte alle Grazie). Quasi 20 milioni sono arrivati all’Idv dallo Stato nel periodo compreso tra il 2001 e il 2006, con un aumento che è andato di pari passo con il consolidamento politico dell’ex pm. Nel 2001 Tonino aveva ricevuto per le elezioni politiche un milione e duecentomila euro, cifra salita a 5 milioni per le elezioni europee del 2004. antonio di pietro idvantonio di pietro idv Alle politiche del 2006 il pacchetto di rimborsi per l’Idv quasi sestuplicava rispetto a cinque anni prima: 10 milioni 550mila euro, poco a paragone di partiti più grandi come Forza Italia e Ds, i quali sfiorarono o addirittura superarono quota cento milioni, ma ben investiti dai dipietristi, che alle politiche del 2008 incrementavano le entrate pubbliche ottenendo più di 20 milioni di euro. Curiosamente Di Pietro definisce ora il denaro dei rimborsi elettorali come soldi buttati: «Abolire i rimborsi elettorali - scrive ancora sul blog - non serve solo a ripristinare la sovranità popolare tradita e a evitare che si continuino a buttare soldi per ingrassare la cricca. È anche il solo modo per aggredire alla fonte l’origine della corruzione». Ma senza quel denaro il partito sarebbe riuscito a creare una rete di investimenti? In Partiti Spa si spiega infatti nel dettaglio come l’Italia dei valori abbia effettuato nel 2010 quasi 5 milioni (4.765.337) di investimenti finanziari. «La fetta più grossa - viene illustrato nel libro - 3,9 milioni, è stata versata alla SGR (società di gestione e risparmio) Eurizon, del Gruppo Intesa San Paolo». Il bilancio 2010 è stato chiuso con un avanzo di oltre 4 milioni e 800mila euro. Quell’anno Tonino spese 3 milioni 912mila euro di campagna elettorale, ma ne incassò 13.494.656 di rimborsi elettorali, comprensivi di rate arretrate del 2006 e del 2008. Negli ultimi quattro anni, dal 2008 a ora, all’Italia dei Valori sono andati 55.623.000 euro. Antonio Di PietroAntonio Di Pietro Nel blog l’ex magistrato scrive adesso che il finanziamento pubblico «è la fonte che permette ai partiti di continuare a essere organizzazioni finalizzate a proteggere e sviluppare se stesse». Ma alla «fonte», pare di capire, si è abbeverato anche il partito che dirige, con gli investimenti che ne sono seguiti. Qualche perplessità emerge anche dal blog: «No onorevole Di Pietro - protesta Giorgio Pirola - questo referendum non lo firmo, prima l’Idv deve rinunciare a tutti i rimborsi e restituire quanto è stato dato in eccedenza alla spese realmente sostenute e giustificate». Anche su Twitter qualche sostenitore ha dei dubbi: se ne orrore, l’Idv non può restituire i finanziamenti pubblici? Risposta di Di Pietro: «Stiamo organizzando referendum x abolire rimborsi. Al momento se rinunci vengono spartiti tra altri partiti, non restituiti...». 2- TONINO TUONA CONTRO LE BANCHE E GLI INGANNI DEGLI HEDGE FUNDS, E POI INVESTE 5 MILIONI DI EURO DELL’IDV IN FONDI, QUASI TUTTI DI INTESA SAN PAOLO - I SOLDI (PUBBLICI) NON GLI MANCANO: TRA IL 2008 E IL 2010 CIRCA 34 MILIONI DI EURO.... Antonio Di PietroAntonio Di Pietro Da Dagospia dell’11 gennaio 2012 http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/il-trading-dei-valori-di-pietro-d-la-fiducia-a-passera-a-giudicare-dagli-34236.htm Paolo Bracalini per Il Giornale (brano tratto da "Partiti Spa", Ed. Ponte Alle Grazie, pag 350, euro 14) "Chissà cosa ne penserà il senatore dell’Idv Elio Lannutti, presidente dell’Adusbef e grande accusatore degli istituti bancari. Il parlamentare dipietrista ha anche scritto un bel libro, Bankster (il cui sottotitolo recita: «Molto peggio di Al Capone, i vampiri di Wall Street e Piazza Affari», «Le banche sono il potere più grande e più impunito del nostro tempo»...), per denunciare gli inganni delle alchimie bancarie, degli strumenti finanziari sempre più complessi e spesso fraudolenti messi in piedi dagli istituti di credito. La prefazione è addirittura del presidente del partito, Antonio Di Pietro. Che dirà allora il buon Lannutti quando saprà che la sua Italia dei Valori investe nella finanza i propri rimborsi elettorali? Libere scelte, assolutamente legittime, poiché un partito è un’associazione privata e dei soldi che ha (pubblici, ma pur sempre suoi) può fare quel che vuole. Anche affidarli alle banche per farli fruttare, come ha scelto di fare Antonio Di Pietro. E in massima parte a Intesa San Paolo, cui Lannutti dedica un capitolo molto duro («Le ombre dell’Intesa»). Nel 2010 risultano quasi 5 milioni di investimenti finanziari da parte dell’Idv. La fetta più grossa, 3,98 milioni, è stata versata alla Sgr (Società di Gestione Risparmio) Eurizon Capital, del gruppo Intesa Sanpaolo, ex banca del superministro Corrado Passera. Altri 201.000 euro in un fondo di investimento poco rischioso gestito sempre da Eurizon (Intesa Sanpaolo), quindi 300.000 di obbligazioni subordinate (più rischiose) ancora di Intesa Sanpaolo, con scadenza al 2017. Poi altri 200.000 euro in obbligazioni Banca Imi (ancora Intesa Sanpaolo) a tasso variabile con scadenza 2015. E infine quasi 50.000 euro in due fondi di investimento a breve termine gestiti da Gestielle (della Banca Aletti, gruppo Banco Popolare, lo stesso istituto che gestisce gli investimenti della Lega Nord, ndr), e 33.000 in depositi. cover partiti spacover partiti spa Il totale ammonta a un investimento complessivo di 4.765.337 euro, che hanno fruttato 22.122 euro di interessi maturati sui titoli. Nella tabella (all’interno del libro Partiti S.p.A., ndr) viene riportato uno schema dei fondi investiti dall’ «Italia dei valori finanziari». Negli ultimi anni, il leader Idv ha deciso di dedicarsi di più alla finanza rispetto al passato: nel 2009 gli investimenti ammontavano soltanto a 600.000 euro in obbligazioni Sanpaolo, mentre nel 2008 c’erano 2 milioni di euro in Buoni Ordinari del Tesoro (investimento peraltro poi sparito). Come risparmiatore, Antonio Di Pietro non tende a differenziare più di tanto i propri investimenti per conto del partito. Ci si aspetterebbe per esempio un po’ di mattone, visto che da privato Di Pietro ha destinato buona parte dei suoi capitali in immobili. Invece l’Idv non ha nessuna proprietà immobiliare e sta in affitto (...). Il partito di Tonino va bene dal punto di vista economico. Il 2010 è stato chiuso con un avanzo di 4.835.558 euro. Ma anche il 2009 e il 2008 erano finiti in positivo, con rispettivamente 9.361.408 euro e 14.466.576 di utile. Nel 2010 Di Pietro ha speso 3.912.000 euro di campagna elettorale, ma in compenso ne ha incassati 13.494.656 di rimborsi elettorali tra rate delle vecchie elezioni 2006, rate di quelle 2008, regionali vecchie (Molise, Sardegna, Friuli Venezia Giulia, Trentino) e nuove (la tornata del 2010) e la seconda rata delle europee 2009. Il segreto di Tonino è tutto qui: poche spese, tanti rimborsi. Perché per il resto l’Idv non attira molti fondi. Le libere contribuzioni (in tutto 711.000 euro, pochini) sono al 99 per cento quelle «obbligatorie» chieste agli eletti, parlamentari nazionali, europei e consiglieri provinciali. Le donazioni dei «simpatizzanti dell’Italia dei Valori» sono molto modeste: 5.471 euro in un anno. (...) Ottimo il saldo dei depositi bancari e postali di Tonino: 4.450.000 euro. Tutto ruota attorno ai rimborsi elettorali, che tra il 2008 e il 2010 valgono circa 34 milioni di euro (...).