Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  aprile 03 Martedì calendario

FILIERA DELL’ASFALTO IN CRISI PER IL CARO BITUME

La filiera dell’asfalto, composta da oltre 4mila aziende impegnate nella realizzazione delle strade e da 650 stabilimenti attivi nella lavorazione del bitume, è allo stremo. Sulla filiera, già provata dal crollo dei lavori pubblici e dai cronici ritardi nei pagamenti della Pubblica amministrazione, ora si abbatte il caro-bitume. Il grido d’allarme è lanciato dal Siteb, l’associazione che in Italia rappresenta l’intera filiera dei lavori stradali (50mila addetti diretti e un indotto complessivo di 500mila lavoratori) e arriva all’indomani dell’ennesimo aumento del costo del bitume, che a marzo 2012 ha raggiunto la cifra record di 535 euro per tonnellata.
Negli ultimi mesi, spiega al Sole 24 Ore il presidente di Siteb Carlo Giavarini, a fronte dell’aumento del costo del petrolio (oggi fermo a circa 110 dollari al barile), si è registrato, oltre alla crescita del costo dei carburanti alla pompa per cittadini e aziende, una situazione meno evidente, ma altrettanto critica per gli operatori del bitume stradale; nel 2011, infatti, il bitume ha visto salire le sue quotazioni dai 400 euro/tonnellata (gennaio) sino ai 486 euro (novembre). La corsa al rialzo è proseguita anche nei primi mesi dell’anno in corso raggiungendo vette di costo mai toccate prima. In tre anni (da febbraio 2009 a marzo 2012) il costo della materia prima di derivazione petrolifera è salito di circa il 119% e la crescita continua.
«Chiediamo – dice Giavarini – un tempestivo intervento del Governo per evitare che il settore, già gravato dalla pesante riduzione dei lavori stradali, entri in una crisi irreversibile. Se le strade sono un patrimonio da conservare e da non gettare al vento, anche le conoscenze e le strutture delle aziende che operano nel settore non vanno lasciate morire». Va evidenziato che il bitume ha in media un’incidenza sul costo complessivo dei lavori stradali compresa tra il 40% e il 50 per cento. Dal momento dell’aggiudicazione delle gare d’appalto a quello dell’esecuzione dei lavori, trascorrono di solito alcuni mesi, nel corso dei quali il prezzo del bitume può subire delle oscillazioni che portano al totale esaurimento dell’utile di impresa preventivato in fase di appalto.
Secondo i dati forniti dall’Agenzia internazionale Argus, che rileva ufficialmente a livello mondiale i prezzi dei prodotti petroliferi, il trend dell’aumento del costo del bitume è generalizzato (dall’Olanda alla Spagna, dal Bahrain a Singapore, dal New Jersey al Golfo Est degli Usa) e c’è da attendersi che prosegua nei prossimi mesi.
Anche quest’anno va registrato che l’impennata sta avvenendo a ridosso dei mesi in cui si concentrano gran parte dei lavori sul manto stradale e, quindi, di maggiore richiesta di bitume da parte degli operatori del mercato. Le imprese sollecitano il Governo a varare adeguate forme di compensazione per contrastare i maxi rincari della materia prima.