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 2012  aprile 03 Martedì calendario

MERCATO E COSTI BOOM NEL 2011, ORA LA DISCESA

Una spesa di 42 miliardi di euro nel 2011, quasi il doppio dei 22 miliardi del 2010. Il Cresme ha stimato (in base ai dati Gse) il volume degli investimenti fatti in Italia per realizzare nuovi impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili. E il risultato è un boom a tre cifre.
Nel 2005 parliamo di 661 milioni di euro, esplosi già nel 2007 a 2,46 miliardi, poi ancora a 5,1 miliardi nel 2008, a 9,6 miliardi nel 2009, e poi esplosi una seconda volta nel 2010, a 22,469 miliardi, e quasi raddoppiati nel 2011, a 41,2 miliardi. La quota del fotovoltaico, spinta dagli incentivi statali, rappresenta la quasi totalità di questa cifra, 19,8 miliardi su 22,4 nel 2010, 39,139 su 41,9 lo scorso anno.
Nel fotovoltaico una quota rilevante di questi costi è rappresentato dalla spesa per l’acquisto dei pannelli, quota che arrivava al 60-65% dell’investimento fino a un paio di anni fa, mentre oggi – a detta degli operatori – è scesa al 30-40%. Il costo dei pannelli, infatti, un po’ per il boom mondiale di produzione, un po’ per la crisi, si è più che dimezzato negli ultimi due anni.
Il volume in valori correnti registrato dal Cresme nel 2011, è dunque probabilmente un picco destinato a scendere. Ne sono consapevoli anche gli operatori, come emerso dall’inchiesta condotta dal settimanale «Edilizia e Territorio»/Il Sole 24 Ore sul numero 8/2012. «Un piccolo impianto “casalingo” da 3 kW – racconta ad esempio Carmen Iaffaldano, titolare della E-Living di Rutigliano (Bari), una delle migliaia di Pmi di progettazione/installazione sorte negli ultimi anni – costava nel 2007 20-22mila euro, ora lo realizziamo per 8-9mila euro: è chiaro che per fare gli stessi fatturati dovremmo più che raddoppiare le installazioni».
Il dato del 2011 è inoltre irripetibile per un altro solido motivo, e cioè l’eliminazione (totale) degli incentivi decisa dall’articolo 65 del decreto cresci-Italia per gli impianti a terra, quelli in aree libere che hanno fatto i grandi numeri di questi anni. Lo conferma Giandomenico Ghella, l’imprenditore edile che più di tutti ha scommesso sulla diversificazione nel fotovoltaico: «Senza l’incentivo l’investimento in impianti a terra non è più sostenibile in Italia – dice l’ingegnere – dovremo investire all’estero. Forse il comparto tornerà interessante fra 3-4 anni».
Tutti gli operatori, infatti, piccoli e grandi sono sostanzialmente d’accordo nel ritenere che tra il 2013 e il 2014 il comparto raggiungerà la cosiddetta "Grid parity", cioè gli investimenti si reggeranno in piedi senza bisogno di incentivi.
«Il mercato del fotovoltaico – spiega Roberto Rolando, della Enerworks di Roma, a nome di tante altre piccole imprese sentite da «Edilizia e Territorio» – resterà nel frattempo interessante ma frammentato: niente più grandi impianti e invece tutte piccole commesse da massimo 200 kW». Mini impianti domestici per villette e condomini, dunque, e impianti medio-piccoli installati su capannoni industriali, centri commerciali, scuole.
Da un sondaggio illustrato nei giorni scorsi per «Impianti Solari Expo» (Fiera di Parma) e condotto su un campione di 272 aziende della meccanica e della subfornitura emergeva che solo il 19% delle fabbriche era dotata sul tetto di impianti fotovoltaico, ma il 45% degli imprenditori aveva intenzione di installarne uno a breve.
Lo studio del Cresme raffronta poi i dati sugli investimenti, i 42 miliardi del 2011, con quelli del settore delle costruzioni, che ha perso negli ultimi quattro anni 27 miliardi di euro del suo volume d’investimenti, da 165 a 138 miliardi; e le nuove costruzioni valevano nel 2011 25 miliardi di investimenti, meno del fotovoltaico.
Tuttavia, anche al netto delle considerazioni fatte sopra, l’edilizia è un settore a forte intensità di manodopera, che in tre anni ha bruciato secondo l’Ance 250mila posti di lavoro, mentre il fotovoltaico, che pure ha consentito a molte imprese di impiantistica, edilizia e progettazione di riconvertirsi, sta dando lavoro al massimo a 30mila persone (il dato Nomisma Energia, 18.342 unità, si ferma al 2010).