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 2012  aprile 03 Martedì calendario

LA COSTA SMERALDA CAMBIA PADRONE. HOTEL E GOLF ALL’EMIRO DEL QATAR —

La Costa Smeralda si prepara a passare di mano un’altra volta. A puntare su uno degli scorci di mare più belli del mondo e sul suo business turistico, adesso è l’emiro del Qatar, Hamad bin Kalifa al-Thani, uno degli uomini più ricchi del pianeta, attraverso il fondo sovrano Qatar Holding.
Creata negli Anni 60 dal principe ismaelita Karim Aga Khan, la «Costa Smeralda» è passata nel ’94 alla catena alberghiera Sheraton, poi assorbita da Starwood, che a sua volta nel 2003 l’ha venduta per 290 milioni (conservando la gestione) al miliardario americano di origine libanese Tom Barrack, che ora si appresta a passare la mano all’emiro. Il fondo sovrano del Qatar già possiede il 14,3% del capitale e ora punterebbe a una quota ben oltre il 51% di Smeralda Holding, la cassaforte che custodisce quattro hotel a 5 stelle (Cala di Volpe, Pitrizza, Romazzino e Cervo Hotel), oltre alla Marina con 700 posti barca, il Cantiere di Porto Cervo e il Pevero Golf Club, annoverato tra i 100 più importanti campi da golf al mondo, oltre a 2.400 ettari sul mare intorno ad Arzachena.
«Amo la Sardegna ma se non mi fanno più investire, trasferirò il mio business altrove», aveva minacciato Barrack nel maggio scorso, quando il Tar aveva bloccato i lavori di ristrutturazione di uno dei resort extralusso. Detto fatto. Secondo fonti vicine al negoziato, la trattative con il fondo Colony Capital di Barrack sarebbero in dirittura d’arrivo, ma per ora non ci sono conferme ufficiali. L’accordo rientrerebbe in un piano di rilancio che includerebbe una ricapitalizzazione, per abbattere i debiti del gruppo, oggi intorno a 200 milioni, e nuovi investimenti.
Il fondo sovrano, presieduto dallo sceicco Hamad bin Jassim bin Jabr al-Thani, che è anche il primo ministro e il ministro degli Esteri dell’emirato, è stato creato nel 2006 come braccio operativo della Qatar Investment Authority, che gestisce le enormi ricchezze del Paese del Golfo, ricco di petrolio ma soprattutto di gas naturale. Nel suo portfolio c’è un po’ di tutto: immobili, retail, industria, energia, media, credito. Spiccano i grandi magazzini inglesi Harrods, la squadra di calcio del Paris Saint Germain, le partecipazioni in Barclays e Credit Suisse, la quota nel London Stock Exchange, che controlla anche Piazza Affari, i pacchetti azionari in Porsche, Volkswagen e Total, l’Hotel Gallia di Milano, acquisito nel 2006. Il fondo, che in Patria possiede Al Jazeera, è inoltre salito fino al 12,8% nel gruppo Lagardère, che è editoria ma anche aerospaziale con Eads, casa madre di Airbus. E più di recente, con poco più dell’1%, il fondo sovrano è entrato anche in Lvmh, il gruppo del lusso francese controllato da Bernard Arnault, che a sua volta ha investito insieme all’imprenditore di origine libanese nei supermercati Carrefour.
Con Tom Barrack i rapporti sono consolidati. Qatar Holding e Colony Capital sono partner in Fairmont Raffles Hotel e nella Miramax film. In passato lo stesso Barrack aveva affermato che «Qatar holding è il compagno di viaggio ideale nel preservare il prezioso diamante chiamato Costa Smeralda e che il mio compito è di lasciarla migliore di come l’ho trovata per provvedere alla sua cura per le generazioni future». Il momento pare arrivato.
Secondo indiscrezioni, la squadra che ha affiancato Barrack nei suoi nove anni di gestione resterà al suo posto: Franco Carraro presidente, Mariano Pasqualone amministratore delegato, Stefano Morri, General Counsel, Renzo Persico presidente del consorzio Costa Smeralda, Bruno Daddi, Tonino Fadda e Laurel Barrack. Come verrà confermata la gestione alberghiera della Starwood guidata da Franco Mulas, in scadenza solo nel 2023.
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Giuliana Ferraino