Simone Filippetti, Il Sole 24 Ore 31/3/2012, 31 marzo 2012
EREDITÀ AGNELLI, PARTE L’APPELLO
Eredità Agnelli, atto secondo. Si rialza il sipario sulla contesa giudiziaria sollevata da Margherita Agnelli de Pahlen, figlia di Gianni, su un presunto «tesoro» occulto dell’Avvocato, scomparso ormai quasi dieci anni fa. Margherita ha chiamato in causa la madre Marella, vedova di Gianni Agnelli, e alcune figure storiche della casa torinese, l’avvocato Franzo Grande Stevens e il manager Gianluigi Gabetti, più il banchiere svizzero Sigfried Maron. Questi ultimi avrebbero gestito l’intero patrimonio dell’Avvocato all’oscuro della figlia.
Ieri a Torino si è celebrata la prima udienza del processo di appello. La sentenza di secondo grado potrebbe anche arrivare in tempi brevi se il giudice non chiederà integrazione alla già corposa documentazione. A due anni esatti dalla sentenza che aveva respinto le richieste di Margherita, la figlia dell’Avvocato riprova a far valere le sue ragioni con l’appello. Che Margherita e i suoi legali, Andrea e Michele Galasso e Paolo Carbone, non si sarebbero lasciati scoraggiare dalla sconfitta in primo grado era apparso chiaro: fin da subito, infatti, gli avvocati avevano ventilato l’ipotesi di impugnare la sentenza e valutare il ricorso in appello. Il primo round era dunque stato vinto dal pool di legali della famiglia: Paolo Montalenti e Marco Weigmann (per Marella Agnelli), Berardino Libonati e Carlo Pavesio (per Gianluigi Gabetti), Michele Briamonte e Andrea Gandini (per Franzo Grande Stevens) e Sergio Carbone (per Siegfried Maron). Davanti al presidente della Corte d’Appello Angelo Converso si sono presentati tutti i legali delle parti. L’udienza è durata circa 3 ore: iniziata alle 9.30 ha visto i vari rappresentanti esporre la questione e poco dopo mezzogiorno la corte ha chiuso l’udienza.
La diatriba familiare sull’eredità è scoppiata dopo la scomparsa del patron della Fiat, nel gennaio del 2003. Inizialmente la successione per il patrimonio si era chiusa in un clima sereno nell’anno successivo quando madre, Donna Marella vedova di Gianni, e figlia, in Svizzera, raggiunsero un accordo tombale sulla spartizione dei beni che prevedeva la liquidazione di Margherita dall’accomandita di famiglia, la Giovanni Agnelli&C Sapaz (con un assegno di 109 milioni di euro), e la concessione a quest’ultima di una fetta del patrimonio, tra cui alcune residenze, titoli azionari e la collezione di quadri e oggetti d’arte. Alla vedova dell’«Avvocato» era stata riconosciuta, invece, una rendita mensile. Nel 2007, però, Margherita ha deciso di fare causa. La contesa ha dato poi vita a tutta una serie di cause "secondarie". Basti pensare all’inchiesta guidata dal pm di Milano Eugenio Fusco che contesta all’avvocato Gamna di non aver pagato le tasse sulla parcella ricevuta da Margherita e all’altro avvocato, Charles Poncet, una estorsione ai danni di Gamna. Mentre le ipotesi dell’esistenza di un tesoro custodito in alcune società offshore estere, forse alimentato anche dal risultato di un’Opa lanciata nel 1998 sulla finanziaria lussemburghese Exor Group, hanno solleticato la curiosità del fisco che aveva aperto un’istruttoria.