Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  aprile 02 Lunedì calendario

Eredità a sorpresa – Conta molto la solitudine, il non avere nessuno da amare o il non avere amato nessuno

Eredità a sorpresa – Conta molto la solitudine, il non avere nessuno da amare o il non avere amato nessuno. Ma an­che la diffidenza. Per i fratelli col­telli, per i parenti serpenti. Per chi c’è solo quando deve farti i conti in tasca, per chi ti vuole bene a pa­gamento come le escort, ma con la scusa che siamo o non siamo la tua famiglia? Conta molto essere un po’ fuori di testa.Cioè eccentri­co se sei ricco, o deficente comple­to se sei quello della porta accan­to. Quello che hai non sarà quello che sei ma spesso è l’unica cosa che piace di te a chi ti sta attorno, la sola qualità che ti riconoscono. C’è poco da scherzare:per l’eredi­tà si uccide e non solo nei libri di Agatha Christie. Mogli che ingag­giano killer per spedire l’altra me­tà al cielo, o che, eliminato l’in­gombro coniugale, reclutano un sosia per firmare i documenti ere­ditari, ragazzini che affogano nel­la vasca da bagno la nonna della propria fidanzata, ex brigatisti che, finita la lotta armata senza sparare un colpo, ammazzano i ge­nitori per uno rosso come loro, ma sul conto in banca. Ti piaccia o no, noi siamo tutto ciò che hai. Questo, se non avete capito, è il problema. Fortunato è chi ha un futuro e chi ha un sorriso. Ma in cambio del primo c’è sempre più gente che regala il secondo. Alcuni fan­no veramente tenerezza. Ferruc­cio Gamba, 66 anni, aveva di suo soltanto una casa a Crotta d’Adda e l’ha lasciata in eredità al Comu­ne di Acquanegra Cremonese. Con la gratitudine dei buoni, in punto di morte,non ha dimentica­to che il Comune è stato l’unico ad avergli dato un lavoro, e quindi una vita piccola, ma utile e dignito­sa. Operatore ecologico, cioè net­turbino. Niente di più e niente di meno. Anche l’articolo 18 ha la sua poesia. Remo Mutinelli, mor­to quasi centenario, ha regalato i suoi risparmi ai vicini di casa, per ringraziarli, così ha scritto, di aver­gli fatto sempre tanta compagnia, come a Clint Eastwood in «Gran Torino». Pensare che tante volte, nelle metropoli e dintorni, nem­meno sai se il tuo di vicino ha una faccia o una maschera. La stessa Italia di una volta della prof bolo­gnese, una vita senza misteri e sen­za attese, che ha messo tutto ciò che aveva in borse di studio, date­le ai migliori studenti che ci sono, il suo testamento, purchè siano anche i più bisognosi. Questo è tut­to ciò che ha lasciato al mondo. Una persona piena di luce. I ricchi raramente lasciano tut­to ai poveri, semmai il contrario. Dario Cortesi Giacomozzi, viveva in Cile da barbone e altro non è sta­­to per tutta la vita. Ma aveva in ban­ca 400 milioni delle vecchie lire e le ha lasciate tutte a un convento di monache, caritatevoli e since­re. La sorella, che fino al giorno pri­ma non gli ha offerto neppure un brodino a dicembre, ha subito im­pugnato il testamento. Angelo Giuseppe Piroddi, cameriere di Barisardo emigrato in Inghilterra, poca vita tirata con i denti, ha inve­ce rifiutato i 2 milioni di euro, sce­si poi a poco più di 600 mila, che gli ha lasciato la madre: mi ha già da­to tanti di quei problemi quan­d’era viva, figurati se adesso mi prendo i suoi soldi, ha spiegato un po’ scocciato,quasi fosse«L’eredi­tà » di Carlo Conti. La libertà conta più dei soldi e costa meno. Ser­ghei Studev che invece di prende­re i soldi e scappare si è barricato in casa e non è uscito più. Eredit­a­to da uno zio 250 milioni più che le soddisfazioni da togliersi ha visto moltiplicarsi le persone che gli chiedevano prestiti. Chi non riesce a conciliarsi con l’idea di essere diventato miliarda­rio da un giorno all’altro grazie ad un’eredità, può contare in Germa­nia su una consulenza patrimo­niale fatta su misura per ereditieri traumatizzati, per i quali essere ricchi rappresenta un tradimento dei propri principi etico politici. Per chi proviene da esperienze po­litiche di sinistra, dicono, l’eredi­tà è in primo luogo un fardello. Co­sa che da noi non ha mai choccato «ricchi&comunisti» come Giulia­no Pisapia, Riccardo Scamarcio o Claudio Amendola. Da qui lo spread con la Germania. Come in tutte le regole l’eccezione c’è sem­pre: Michelangelo Manini, pro­prietario della Faac di Zola Predo­sa, 214 milioni di euro di fatturato nel 2011, ha lasciato tutto il suo pa­trimonio, comprese le quote di controllo dell’azienda di cancelli automatici, alla Curia di Bologna che ne disponga per la carità. É avere vissuto la vera ricchezza.