Giovanni Stringa, Corriere della Sera 31/03/2012, 31 marzo 2012
2 articoli – ECCO GLI STIPENDI D’ORO DEI MANAGER. LA CLASSIFICA DEI «BIG» DEL LISTINO — Sono i 17,4 milioni di Cesare Geronzi, presidente delle Generali fino al 6 aprile di un anno fa, a guidare la classifica dei top manager più pagati nelle grandi società di Piazza Affari
2 articoli – ECCO GLI STIPENDI D’ORO DEI MANAGER. LA CLASSIFICA DEI «BIG» DEL LISTINO — Sono i 17,4 milioni di Cesare Geronzi, presidente delle Generali fino al 6 aprile di un anno fa, a guidare la classifica dei top manager più pagati nelle grandi società di Piazza Affari. Ma la lista è per ora provvisoria, visto che sono ancora molte le aziende e le banche che devono pubblicare il bilancio o la relazione sulla remunerazione del 2011. Eppure, i grandi numeri non mancano. A cominciare dalle liquidazioni, già protagoniste in passato per esempio con l’addio da 40 milioni complessivi di Alessandro Profumo da Unicredit. E quest’anno, oltre all’ex numero uno del Leone (16,6 milioni la liquidazione, più 800 mila euro circa di compenso), le cosiddette «buonuscite» conquistano l’argento con l’addio di Fausto Marchionni alla carica di amministratore delegato di Fonsai: il gettone in questo caso è arrivato a 10 milioni di euro. Al terzo posto c’è invece, almeno finora, il compenso di un manager in servizio, il presidente di Pirelli Marco Tronchetti Provera, con una retribuzione da 8,1 milioni, di cui 3,6 milioni di componente fissa e 4,5 milioni di variabile. I pesi dovrebbero cambiare nel 2012, quando è prevista una riduzione del 20% della parte fissa e una maggiore incidenza del variabile. Nel 2012, poi, il manager dovrebbe incassare un bonus triennale di 14,1 milioni legato al piano di incentivazione degli esercizi 2009, 2010 e 2011. Tornando al 2011, nella classifica seguono a ruota il presidente di Ferrari (gruppo Fiat) Luca Cordero di Montezemolo (5,5 milioni) e Pier Francesco Guarguaglini, che ha lasciato il vertice di Finmeccanica nel dicembre del 2011. Al manager è stata destinata una liquidazione da 4 milioni (il compenso per il periodo non più «lavorato» dalle dimissioni alla fine del mandato, a dicembre 2012) e un milione e mezzo vincolato al patto di non concorrenza fino a fine 2012. Sesta posizione a Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fiat Spa e Fiat Industrial, con cinque milioni tondi. Inoltre, la «tabellina» del bilancio Fiat «destina» al manager 12 milioni di euro come costo figurativo, di competenza del 2011, di un pacchetto pluriennale di azioni gratuite. Il totale del pacchetto azionario è stato consegnato dall’azienda a Marchionne a inizio 2012, per un valore di mercato, in quei giorni, di circa 50 milioni. In totale, i 21 top manager che finora compongono la classifica si portano a casa 86 milioni di euro, con una media di più di 4 milioni a testa. Tutti numeri lordi, certo. Ma pur sempre molto alti, a cui poi vanno aggiunti — in diversi casi — generosi piani di stock option o nuovi compensi in altre società di cui i manager sono semplici consiglieri. E il confronto con il 2010? Nel 2011, l’anno in cui si è infiammata la crisi del debito pubblico — con gli effetti a cascata su crescita e occupazione — la reazione dei supercompensi non è stata univoca: alcuni sono diventati ancora più super, altri hanno perso qualche colpo. Naturalmente una distinzione si deve fare anche sui bilanci: da chi ha chiuso in utile a chi invece è approdato al «rosso». In Borsa, invece, la situazione è stata più omogenea. Purtroppo. Piazza Affari ha infatti lasciato sul campo circa un quarto del proprio valore; e le grandi società che hanno archiviato l’anno con quotazioni in crescita si contano sulle dita di una mano: solo tre tra le prime 20. Giovanni Stringa A 25 «LOCUSTE» SEI VOLTE I GUADAGNI DI TUTTA WALL STREET — Se 3,9 milioni di euro vi sembrano tanti, provate ad aggiungere altri tre zeri. E arriverete ai 3,9 miliardi (di dollari, questa volta) che ha intascato in un solo anno Raymond Dalio, gestore di Bridgewater Associates, hedge fund a stelle e strisce. Dalio è il primo nella classifica — preparata dalla rivista Usa Absolute Return + Alpha — dei gestori di hedge fund: una categoria che già in passato ha fatto faville. «Il compenso complessivo dei 25 "money manager" di fondi hedge meglio pagati negli Stati Uniti supera quello dei 500 amministratori delegati delle maxi aziende dell’indice S&P’s 500», ricorda John Haley, presidente e chief executive officer di Towers Watson, società di consulenza nel campo della gestione delle risorse umane e finanziarie. Il riferimento è a una ricerca — pubblicata nel 2010 — dell’Università di Chicago e della Kellogg School of Manangement. Gli introiti dei 25 gestori avrebbero superato insieme di quasi sei volte il totalone dei principali amministratori delegati di Wall Street. E ora, in questi giorni, stanno uscendo i numeri del 2011 — tra rendimenti e «cedoloni» — di questi fondi, che spesso sono a carattere speculativo. Ai 3,9 miliardi di Dalio seguono così i 2,5 miliardi di dollari di Carl Icahn (Icahn Capital Management) e i 2,1 miliardi di James Simons (Renaissance Technologies Corp.). In totale, i 25 «gestorissimi» si portano a casa 14,4 miliardi di dollari, con un compenso medio di 576 milioni. Ovvero 48 milioni di dollari al mese: più di un milione e mezzo al giorno. Sette degli otto più ricchi «money manager» hanno sfornato rendimenti netti percentuali a due cifre. Eppure, per l’uomo della strada certe cifre non sono neanche immaginabili. Soprattutto in questi anni di «vacche magre», con l’Europa alle prese con debito, recessione e speculazione e gli Stati Uniti sì in ripresa, ma lontani dagli slanci di qualche anno fa. In fondo anche per loro, i «big money manager», il 2011 è stato un anno di «recessione»: i 14,4 miliardi di dollari intascati complessivamente nel 2011 erano ben 22 miliardi nel 2010. È sì un calo del 35%, ma a questi livelli... Che cosa succederà adesso per l’economia? «In Europa la situazione sta stabilizzandosi; certo, i livelli di crescita degli Stati Uniti resteranno per un po’ lontani, ma non penso che gli scenari peggiori prenderanno il sopravvento», spiega Haley. G. Str.