Gianluca Nicoletti, La Stampa 31/3/2012, 31 marzo 2012
Fiorello: “Basta cinguettii” E la Rete rimane orfana – Fiorello lascia Twitter. La notizia ha colto come un fulmine a ciel sereno i suoi 600 mila «followers» che ora continuano a mandare messaggi disperati, come vedove inconsolabili
Fiorello: “Basta cinguettii” E la Rete rimane orfana – Fiorello lascia Twitter. La notizia ha colto come un fulmine a ciel sereno i suoi 600 mila «followers» che ora continuano a mandare messaggi disperati, come vedove inconsolabili. Il profilo della star della tv è scomparso, lasciando aperte tutte le ipotesi. Gli utenti che lo seguivano si sono scatenati nel commentare quello che paradossalmente è diventato un evento. E molti stanno invocando ad alta voce: «Ma gli altri vip quando se ne vanno?». Naturalmente il messaggio va letto come l’espressione di un timore: cosa mai sarebbe Twitter senza personaggi celebri che accettano di «contaminarsi» con i digitalmente plebei? Ora c’è che chi avanza l’ipotesi che Fiorello non ce la facesse più ad arginare le reazioni dei «troll», che sono i personaggi specializzati nell’antagonismo bieco e fine a se stesso, soprattutto nei confronti dei vip. Sembra, comunque, un’ipotesi contestabile, visto che Fiorello sa bene che sono queste le regole del gioco su Twitter. È più probabile che sia un’intelligente operazione di marketing, forse per annunciare una sua nuova avventura artistica (magari in radio). Ma c’è un altro indizio che potrebbe spiegare il gesto: la nascita, pochi giorni fa, del social network fondato da Claudio Cecchetto: «Faceskin». E allora oltre allo showman siciliano potrebbe salutare Twitter per lo stesso motivo anche Jovanotti. Di sicuro a lui si deve il merito di aver modificato i canali di comunicazione tra un personaggio noto e il suo pubblico. A differenza di tutti i twittatori famosi che a lui sono seguiti, lui aveva messo a punto un suo format. Non si è mai limitato alla sola frase arguta estemporanea che per tanti è ancora la massima espressione del twitting da celebrità; piuttosto Fiorello ha tentato di comprimere e reinventare le modalità dello spettacolo proprie del mondo antico, declinandole in una riscrittura digitale. Fiorello ora ha individuato il momento giusto per un’uscita trionfale che suggellasse la sua leadership e provocasse nei suoi accoliti un’immagine, quasi epica, della sua fuga dal mondo di Twitter. È un po’ la caratteristica del medium del momento, però, quello di produrre realtà interstiziali. Il personaggio scrive una frase in cui esprime un parere su una qualsiasi vicenda, subito migliaia di sconosciuti dicono la loro accodandosi, lodando genuflessi, rilanciando velleitari, insultando per puro cattivismo di maniera. La differenza sarà che i giornali e i telegiornali il giorno dopo riporteranno quella frase, perché comunque chi l’ha pronunciata ha un seguito. Il meccanismo però è usurato. «Gli uccellini volano, questo è Twitter mica chi l’ha visto!»: Beppe Severgnini frena così le ansie per lo scomparso. «Strano ironizza il rapper Frankie hi Energy - sarebbe l’unico Fiore che scompare a primavera». Massimo Bernardini, conduttore di Tv Talk, invece trova necessario giustificare la sua minore assiduità twittante: «Fuga da Twitter? No assenza data da superlavoro». Ecco quindi nascere un primo effetto post Fiorello: d’ora in poi sarà d’obbligo il distinguo per chi non volesse essere considerato un twittatore terminale.