Paolo Griseri, la Repubblica 31/3/2012, 31 marzo 2012
Marchionne: "Marzo orribile vendite auto giù del 40 per cento" – TORINO - «Marzo sarà un mese orribile per il mercato dell´auto in Italia
Marchionne: "Marzo orribile vendite auto giù del 40 per cento" – TORINO - «Marzo sarà un mese orribile per il mercato dell´auto in Italia. E non è solo colpa delle bisarche». Sergio Marchionne non si nasconde dietro lo sciopero dei camionisti che per diversi giorni ha bloccato la produzione negli stabilimenti italiani della Fiat. L´ad del Lingotto prevede «un calo del 40 per cento». Se anche metà della flessione fosse imputabile al blocco dei camion, marzo avrebbe un calo del 20 per cento rispetto allo stesso mese del 2011. Dati drammatici. Con questo ritmo il mercato italiano arriverebbe a fine anno intorno a 1,5 milioni di auto vendute, 900 mila in meno del 2007, l´ultimo anno prima della crisi. Di quelle 900 mila auto sparite, poco meno di un terzo sono della Fiat ed equivalgono alla produzione annua di uno stabilimento. Il 2 aprile prossimo, quando verranno resi noti i dati del mercato italiano di marzo, si capirà chi avrà perso di più. Il Lingotto però, contrariamente a Federauto, l´associazione dei concessionari, non ritiene utile ricorrere agli incentivi per attutire il calo del mercato: «Gli incentivi - continua a ripetere Marchionne - sono una droga che si paga nel tempo». Secondo il manager di Torino invece «sarebbe necessario un intervento a livello europeo per ridurre la capacità produttiva. Il sistema non regge e il problema va oltre i confini nazionali». Ma ad opporsi a questa strada, secondo l´ad del Lingotto, «c´è un solo costruttore in Europa». Nei prossimi mesi Torino cercherà di risalire la china puntando sulle vendite della Nuova Panda prodotta a Pomigliano. L´obiettivo annunciato nei mesi scorsi era quallo di arrivare a 250-280 mila auto prodotte nello stabilimento campano. Si tratta ora di verificare quale sarà il peso dell´ulteriore peggioramento del mercato su quella previsione. Un calcolo con conseguenze concrete per gli oltre 2.000 dipendenti della vecchia Pomigliano che ancora attendono, in cassa integrazione, di essere trasferiti nella nuova fabbrica. Marchionne ha voluto rassicurare anche ieri sui futuri insediamenti di Fiat in Italia: «Non lasceremo il Paese - ha detto agli studenti della Bocconi - ma il Paese deve uscire da un atteggiamento passivo nei confronti del presente». Non ci sono torni duri invece nel commento alla sentenza di Bologna che, confermando quanto già avevano stabilito altri tribunali italiani, giudica illegittima l´espulsione dei delegati della Fiom dalle fabbriche del gruppo di Torino: «Ci appelleremo contro la sentenza di Bologna - dice Marchionne - Non voglio entrare nel merito ma dal punto di vista legale non si capisce. E dire che ho studiato giurisprudenza». Sull´argomento i vertici nazionali della Fiom hanno scritto ieri due lettere ai colleghi di Fim e Uilm e ai vertici di Cgil, Cisl e Uil. Agli sindacati metalmeccanici la Fiom chiede di sospendere le elezioni dei delegati in fabbrica e tornare all´elezione unitaria dei rappresentanti dei lavoratori. La Uilm ha subito rifiutato la proposta: «Se la Fiom vuole rientrare in fabbrica ha solo da firmare i contratti - ha detto il segretario, Rocco Palombella - alrimenti si dedichi all´impegno politico».