Ugo Bertone, Libero 30/3/2012, 30 marzo 2012
IL ROSSO DI MPS FA CROLLARE LA BORSA
La vittoria, si sa, ha tanti padri. La sconfitta, in casa Mps, porta i colori dell’incolpevole Fabrizio Viola, direttore generale e futuro amministratore della Banca Monte Paschi, che, sbarcato a Siena giusto tre mesi fa, di sicuro non porta responsabilità alcuna nei numeri della banca. Eppure, nel giorno dei conti, il presidente uscente Giuseppe Mussari, presidente dell’Abi ha dato forfait «per impegni istituzionali» all’ultimo momento. E così è toccato a Viola illustrare i conti peggiori della storia dell’istituto dal 1472 ad oggi: il 2011 è finito con una perdita netta contabile di 4,69 miliardi di euro, dopo aver svalutato avviamenti per 4,26 miliardi e dopo 1,3 miliardi di rettifiche su crediti. Un disastro che, in Borsa, si è tradotto in una perdita del 10,44% (più o meno 390 milioni andati in fumo). Anzi una miccia che ha fatto sconquassi nella polveriera del debito sovrano e del sistema bancario di casa nostra, tutt’altro che guarito.
Per carità, non è il caso di attribuire tutta la responsabilità dell’improvviso balzo all’insù dello spread tra il decennale italiano e il bund tedesco, schizzato a 340 punti base, al solo Monte Paschi, troppo piccolo per provocare guai così grandi. O tanto meno scaricare sulle spalle del povero Viola le perdite del settore bancario, il cui bollettino ha il sapore di una Caporetto: Banco Popolare -7,41%, Ubi banca -6,55%, Unicredit -5,81%, Intesa SanPaolo -5,33% . Ma è un dato di fatto che nell’arco della presentazione dei conti della banca non so è profilata nemmeno una lucina in fondo al tunnel di una crisi che da lontano, viene dagli acquisti scriteriati (vedi Banca Antonveneta), e che promette di durare ancora un bel po’, visto che dai conti, a differenza di quel che si è visto in Unicredit o altri istituti, non emerge per ora alcun cenno di ripresa.
Gli operatori di Borsa, infatti, non sono tanto colpiti dall’entità dell’operazione pulizia, simile a quella di altre banche, bensì il calo dei ricavi dell’1,2%, «per effetto della riduzione del margine di interesse (-2,4% su anno, in ripresa nel quarto trimestre +6,4%) e delle commissioni nette (-6% su anno) solo parzialmente controbilanciati da un risultato dell’attività di negoziazione in miglioramento rispetto al 2010». Un gap industriale che costringerà Viola e il neo presidente Alessandro Profumo («insieme faremo un buon lavoro» sottolinea il direttore generale) a fare gli straordinari per presentare a maggio un piano industriale che dia finalmente qualche risposta. Come farà la banca ad adeguarsi alle richieste dell’Eba che chiede un “buffer” (o cuscinetto) di 3,3 miliardi? «Modalità e tempi ci spingono a valutare altre soluzioni rispetto all’aumento di capitale» replica Viola. Sono previste cessioni? «Credo che sia opportuno parlarne quando ci saranno delle concrete opportunità», risponde il direttore generale di Mps, svicolando da una domanda sulla sorte di Biverbanca. L’unico punto fermo è che la banca si accinge a varare un piano “stand alone”, che non prevede matrimoni indesiderati, soprattutto agli occhi della Fondazione che pure ha dovuto cedere parte delle azioni (“grazie a loro l’azionariato è più forte”) e che la banca conta di restituire i Tremonti bond (1,9 miliardi) a metà 2013. Per farlo, però, sarà necessario che si riapra anche per Siena il mercato obbligazionario: Mps si dice fiduciosa di tornare a emettere obbligazioni per un importo superiore ai 12 miliardi che scadranno nel 2012, in modo da sostituire progressivamente il canale di finanziamento esclusivo della Bce, da cui ha attinto 29 miliardi.
Ma non sarà una passeggiata. A partire dal confronto con i sindacati per attuare il piano di riduzione del 3%delle spese di personale, circa 80 milioni che ha già causato scioperi e una grande manifestazione a Siena. Viola assicura che si sta mettendo a punto «una piattaforma articolata di interventi in grado di incidere in ultima istanza su costi del personale». Ma lui stesso ammette che, dopo la riforma Monti, che ha ridotto le uscite di circa 800 unità spostando le finestre dell’età pensionabile, la strada è in salita: c’è da scommettere che, in attesa di Alessandro Profumo (neo residente a Poggibonsi), nessuno dei maggiorenti di Siena si siederà al fianco di Viola. Che la sconfitta ricada sull’uomo che, spera, che «il punto più basso sia già alle spalle».
Ugo Bertone