Luigi Grassia, la Stampa 30/3/2012, 30 marzo 2012
Telecom svaluta e va in profondo rosso – Telecom ripulisce i bilanci con una serie di svalutazioni di partecipazioni, per un valore superiore ai 7 miliardi di euro
Telecom svaluta e va in profondo rosso – Telecom ripulisce i bilanci con una serie di svalutazioni di partecipazioni, per un valore superiore ai 7 miliardi di euro. Questo la porta a chiudere il 2011 con una perdita di 4,726 miliardi di euro. Il gruppo osserva che senza le svalutazioni «si sarebbe registrato un utile, in termini comparabili, pari a 2,604 miliardi di euro». Il presidente esecutivo Franco Bernabè dice che la svalutazione degli avviamenti «non ha impatti di natura finanziaria e non pregiudica la politica dei dividendi», visto l’ammontare delle riserve disponibili (superiori ai 7 miliardi). «I risultati industriali e gestionali sono migliorati - osserva Bernabè - e in parallelo è continuato il calo del debito consolidato, ridottosi di un miliardo su base annua e di 5,5 miliardi da fine 2007». Di conseguenza il cda propone un dividendo pari a 4,3 centesimi di euro per le azioni ordinarie e 5,4 per le risparmio (in lieve calo rispetto all’anno scorso). Gli altri numeri. I ricavi, già annunciati con l’esame preliminare dei conti, sono saliti a 29,95 miliardi di euro (+8,7%), il margine operativo lordo ha toccato 12,24 miliardi (+7,3%), mentre il risultato operativo è negativo per 603 milioni ma perché sconta l’impatto delle svalutazioni degli avviamenti attribuiti a Domestic (7,30 miliardi di euro) e Media (57 milioni di euro). Telecom chiama in causa il quadro macroeconomico, le tensioni recessive «più accentuate nel mercato nazionale» e quelle sui mercati finanziari, in particolare l’andamento dei tassi di interesse». Il flusso di cassa operativo è pari a 5,76 miliardi di euro, in diminuzione di 446 milioni rispetto al 2010 per effetto dell’acquisto delle frequenze Lte (1,22 miliardi di euro). L’indebitamento finanziario netto rettificato al 31 dicembre 2011 è di 30,41 miliardi, in diminuzione di uno rispetto al 2010. La generazione di cassa operativa, assieme all’incasso di 464 milioni di euro per le cessioni delle partecipazioni in EtecSA Cuba e Loquendo, e gli effetti della sottoscrizione dell’aumento di capitale di Tim Participações da parte del mercato (circa 240 milioni di euro) «ha ampiamente garantito la copertura dei fabbisogni derivanti dal pagamento dei dividendi (1,32 miliardi di euro), delle imposte (1,38 miliardi), dell’acquisizione del controllo di due società del gruppo Aes Atimus in Brasile (circa 686 milioni di euro) e degli acquisti di azioni che hanno consentito nell’esercizio 2011 l’incremento dell’interessenza economica del gruppo Telecom Italia nel gruppo Telecom Argentina dal 16,2% al 22,7%». Il margine di liquidità ammonta a 14,7 miliardi di euro ed è costituito da liquidità per 7,7 miliardi di euro e da 7 miliardi di euro di disponibilità su linee di credito a lungo termine non revocabili (6 miliardi con scadenza 2014 e un miliardo con scadenza 2013). La liquidità è «in grado di coprire più che ampiamente i fabbisogni di rimborso del debito».