Stefano Zurlo, il Giornale 30/3/2012, 30 marzo 2012
«Vi racconto la verità sul mio addio al Tg4» – Allora, ex direttore... «Eccomi». Che cosa è successo l’altra sera? «Sono venuti da me il capo del personale Luigi Motta e l’avvocato Pasquale Straziota: “Hai deciso?”
«Vi racconto la verità sul mio addio al Tg4» – Allora, ex direttore... «Eccomi». Che cosa è successo l’altra sera? «Sono venuti da me il capo del personale Luigi Motta e l’avvocato Pasquale Straziota: “Hai deciso?”. Sì- ho risposto- rimango fino a fine anno». Loro? «“Eh no, se è così te ne vai stasera” ». E lei? «Ci penso. “No, non ci pensi. Te ne vai subito.”». La notizia è un meteorite: Emilio Fede,dopo 23 anni è l’ex direttore del Tg4. Perdipiù licenziato in tronco. Incredibile. «Guarda,c’era un accordo che andava perfezionato. Tutto è cominciato con una colazione al Principe di Savoia fra me e Mauro Crippa, capo della comunicazione Fininvest ». Quando? «Sette-otto-dieci mesi fa. Lui mi ha lanciato una proposta: “Te la senti di cambiare, di lasciare il Tg4,di assumere un nuovo incarico?”. Va bene, ho risposto». E allora, dov’era il problema? «Sui tempi. Ho fissato la data al primo febbraio, poi l’ho spostata al primo aprile, poi al primo luglio, volevo portarla a fine anno». Una agonia. «No, volevo avvicinarmi alla scadenza elettorale, andare da Silvio e chiedergli un posto in Parlamento nella prossima legislatura.L’altra sera, preso alla sprovvista, con le tensioni accumulate in questi mesi, ho risposto scioccamente. Ho sbagliato ». E il complotto, ordito fra le mura di Mediaset? «In tutte le aziende c’è chi invidia la tua fama, il tuo potere, il tuo successo ». A Caporale di Repubblica ha detto: «È stato un colpo di mano di Fedele Confalonieri». «Ma figurati. Fedele è il mio punto di riferimento, dopo Silvio che è il mio padreterno, però sta a Roma. Quando Caporale mi ha parlato di licenziamento gli ho replicato che avrei verificato. Impresa non facile, ho aggiunto, perché in quel momento, le nove di sera, Silvio e Fedele erano a San Siro a vedere il Milan. Punto ». A pesare è stata forse la storia dei soldi portati in Svizzera? «Guarda, questa mattina ho chiamato il magistrato, Eugenio Fusco, e gli ho chiesto di fare presto. Voglio sapere chi sono gli attori». Gli attori? «Sì, i tre che si sono prestati al gioco: il funzionario, il presunto Fede, il presunto accompagnatore di Fede. Io a Lugano, in banca, ci sono andato una volta sola, come tutti sanno, nel 2010». E allora perché è maturata questa decisione? Sarà per Ruby? «Certo, la storia è imbarazzante, ma non è questo il punto: l’azienda è troppo garantista. E poi è emerso che io avevo ragione: io non ho accompagnato nessuno da nessuna parte. La verità è che dopo 23 anni è giusto svecchiare il Tg4. Giovanni Toti è un vecchio amico, ma è giovane, beato lui». Silvio? «Mi ha telefonato tre volte in 36 ore». Addirittura? «Sì, mi ha fatto gli auguri per il nuovo lavoro ». Ma non era un licenziamento? «No,non hai capito niente.Se proprio vuoi, è un licenziamento da direttore del Tg4. Ma proseguirò, firmerò i miei editoriali, rilancerò Password , un programma di due anni fa che non ha avuto gli ascolti che meritava ma ha vinto un sacco di premi. Tranquilli, non sparirò dal video». Insomma, che le ha detto? «In verità abbiamo parlato del Milan ». Soddisfatti? «Per me il pareggio va bene, lui invece sostiene che il Milan un gol avrebbe dovuto farlo». Dunque, tra Fede e Allegri? «Con la giusta presunzione posso dire che licenzierebbe lui. Ma lasciami aggiungere che oggi sono felicissimo ». Perché? Non mi sembra la giornata dei festeggiamenti. «E invece sì, è come se fossi entrato nella bara e avessi già letto i miei necrologi. Parlano tutti bene di me, sono nella storia. Quando morirò davvero dovranno solo fare il copia e incolla». Che cosa resta del Tg4 di Fede? «Tante cose. Ho lanciato la diretta con la guerra del Golfo, ho seguito per primo l’11 settembre,Cocciolone e Bellini sono cosa mia. Anche la notte della strage di via Palestro ho sentito il botto, ho chiamato chi era di turno, gli ho detto di controllare. Quello insisteva “Direttore, sarà un cassonetto”, ma no è troppo forte. Avevo ragione anche quella volta. Certo, in qualche circostanza ho sbagliato, ho esagerato, e poi, dopo 23 anni,è malinconia pura dover dare certe notizie terribili: “ Due giovani si sono schiantati con la loro auto dopo aver trascorso una notte in discoteca...”. Basta, cambiamo». È arrivato il momento di scrivere il libro dei libri: Io e Silvio ? «E invece no. Ho stracciato il contratto con la Mondadori. Non ne sarei capace, Silvio mi è troppo amico. E poi me lo correggerebbe dalla prima all’ultima pagina». Stefano Zurlo