Clara Attene, Il Sole 24 Ore 30/3/2012, 30 marzo 2012
È ALLARME PER L’INDOTTO FIAT
Le aspettative per il 2012 dell’indotto auto non erano certo rosee. Ma i primi mesi dell’anno hanno visto un susseguirsi di ulteriori momenti difficili per l’industria automotive piemontese, costretta a fronteggiare, oltre al prolungarsi della cassa integrazione a Mirafiori fino a dicembre 2013, i risultati poco positivi del mercato e, seppure in misura minima, anche lo sciopero delle bisarche, che in 6 settimane di fermo ha fatto procedere a singhiozzo le linee degli stabilimenti del Lingotto.
Il panorama tra Torino e dintorni è tetro (15mila posti a rischio su 40mila secondo Fiom): ieri i lavoratori della De Tomaso hanno organizzato un presidio prima davanti alla Regione Piemonte, poi di fronte a casa dei proprietari dell’azienda, la famiglia Rossignolo. Per i 900 dipendenti è stato raggiunto un accordo per l’erogazione della cassa straordinaria per crisi, che garantirà un’indennità fino a dicembre. Una soluzione che però è frutto di una nuova delusione, giunta dopo una trattativa che per settimane aveva fatto sperare nell’intervento di una società di Hong Kong, la HotYork, pronta a investire 500 milioni per rilanciare l’azienda.
In difficoltà, tra le altre, anche Lear, che produce sedili per Mirafiori e che, pochi giorni fa, ha annunciato che con le previsioni attuali – che includono i prodotti destinati alla nuova Maserati in cantiere all’ex Bertone – avrà necessità di circa metà dell’organico attuale, 280 addetti su 560. Qualche speranza in più potrebbe derivare, ma non prima della fine del 2013, da commesse destinate a Mirafiori. In caso contrario ai 142 addetti che finora hanno accettato l’incentivo di 35mila euro per lasciare volontariamente l’azienda, dovrebbero aggiungersene almeno altrettanti. «Avremo un incontro l’11 aprile – afferma Silvio Farina della Fim –, prima della scadenza della mobilità prevista per il 20. L’obiettivo è trovare un accordo perché l’azienda, visto l’alto numero di adesioni volontarie alla mobilità già ottenute, non licenzi».
Non c’è stato invece margine per Saturno, 375 dipendenti divisi tra Grugliasco, Rosta e Piossasco e impiegati nella produzione di componenti in plastica, fallita nelle scorse settimane, nonostante due proposte di acquisto ritenute però insufficienti dal punto di vista delle garanzie bancarie e occupazionali.
Una boccata d’ossigeno arriva, in qualche caso, da soluzioni di compromesso, rese possibili dai rapporti commerciali con le case straniere. Come è accaduto alla Valeo di Pianezza, dove la produzione di fanali diretta a Fiat è in crisi, con conseguente cassa per i lavoratori. All’opposto il reparto maniglie, grazie a una commessa Toyota, opera a pieno regime, 7 giorni su 7. «Abbiamo raggiunto un accordo con l’azienda – racconta Farina –, che ha permesso di spostare il personale dal reparto in crisi, creando squadre che lavorano su 3 turni per 4 giorni a settimana. In questo modo, con la produzione è a ciclo continuo, è stato possibile salvaguardare l’intero stipendio, a fronte di un impegno degli operai di 32 ore settimanali».