Paola Zanca, il Fatto Quotidiano 30/3/2012, 30 marzo 2012
CARAMELLE, CARCIOFI E SFIGATI DIZIONARIO DEL GOVERNO TECNICO
La pubblica ufficializzazione non è ancora arrivata. Ma nei fuori onda di ministri e sottosegretari, ormai, la “politica del carciofo” è diventata un’espressione comune. L’ennesima licenza linguistica per il governo più fine della storia repubblicana. Dice l’archivio dell’Ansa che dal giorno del giuramento a oggi, parlando di Monti e dei suoi provvedimenti, la parola sobrietà è stata pronunciata 74 volte. Praticamente un giorno sì e uno no. Ma sono bastati quattro mesi a palazzo per lasciarsi andare. Ecco un piccolo estratto del vocabolario del governo tecnico (in rigoroso elenco alfabetico).
CARAMELLE “Siamo stati chiamati a far parte di un governo tecnico perchè c’era un lavoro sgradevole da fare, non perchè si potevano distribuire caramelle”. Il ministro del Lavoro Elsa Fornero chiama “caramelle” le risposte agli esodati, ovvero quei 350 mila dipendenti rimasti a metà, nel limbo: senza stipendio e senza pensione. E pensare che le avrebbero o accettate anche da una sconosciuta come lei.
CARCIOFO Ecco la new entry che tutti giurano di non volere usare: dall’ultimo dei sottosegretari fino ai vertici di Palazzo Chigi ripudiano “la politica del carciofo”. Ovvero quella che per arrivare al dunque dà una foglia a uno, una a quell’altro. Eppure - dopo aver dato una foglia ai farmacisti, una ai taxi, un’altra alle banche - finora non hanno strappato nulla solo sulla riforma del lavoro. E la figura del carciofo l’hanno fatta fare a Bersani.
MAMMA E PAPÀ Il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri sostiene che “gli italiani sono fermi, come struttura mentale, al posto fisso, nella stessa città e magari accanto a mamma e papà”. Chiede “un salto culturale”. Forse non si è accorta che siamo nell’Italia dei “figli di”. Dove la regola dice: il salto lo fa solo chi può.
MONOTONIA Qui a parlare è il presidente in persona, Mario Monti (che poi ha chiesto scusa): “I giovani si abituino all’idea di non avere più il posto fisso a vita. Che monotonia. È bello cambiare e accettare delle sfide”. Lui la sua sfida l’ha accettata prendendo in mano il governo. Non prima della (monotonissima) nomina a senatore a vita.
PACCATA Di nuovo lei, Elsa la Tosta. Ai sindacati che non le hanno assicurato il loro sì alla riforma fa sapere: “ Se uno comincia a dire ‘no’, perchè dovremmo mettere una paccata di miliardi?”. Da come ne parla il ministro Fornero sembra che se li sarebbero messi in tasca Camus-so, Bonanni e Angeletti. I cassintegrati a 800 euro al mese ringraziano. Quelli che aspettano la crescita anche.
SCHIFO Il segretario Pdl Angelino Alfano ha appena detto che non parteciperà al vertice dei partiti con Monti. Il ministro Andrea Riccardi si sfoga nei corridoi del Senato con la collega Paola Severino: “Vogliono solo strumentalizzare: e la cosa che più mi fa schifo del fare politica”. Schifo, proprio così. E sì che più di qualcuno parlava di lui come possibile prossimo candidato sindaco a Roma. Prima, di sicuro, deve farsi un po’ di pelo sullo stomaco.
SFIGATO “Dobbiamo dire ai nostri giovani che se non sei ancora laureato a 28 anni, sei uno sfigato”. A parlare è Michel Martone, che di anni ne ha dieci di più ma è già professore, avvocato e tante altre cose, da ultima, viceministro del Lavoro. Lui, figlio del magistrato Antonio Martone, non ha idea che esista la categoria degli studenti-lavoratori, quelli che a laurearsi magari ci mettono un po’ di più. Il ministro Fornero lo rimproverò chiedendogli “più sobrietà”. La paccata e le caramelle dovevano ancora venire.