Stefano Sansonetti, ItaliaOggi 30/3/2012, 30 marzo 2012
Encomi per tutti i gusti, si potrebbe dire. Per esempio per come si è svolto l’incarico di speaker in una parata militare
Encomi per tutti i gusti, si potrebbe dire. Per esempio per come si è svolto l’incarico di speaker in una parata militare. Oppure per come si è coordinata una regia televisiva che ha garantito risalto all’insediamento del nuovo Comandante generale. O ancora per come si è condotto l’automezzo deputato al trasporto delle cariche istituzionali. Il Comandante generale della Guardia di finanza, Nino Di Paolo, non ha certo lesinato in fantasia nell’attribuire, qualche mese fa, una ventina di encomi solenni a altrettanti ufficiali e uomini del corpo. Riconoscimenti tutti più o meno collegati al 237° compleanno della Fiamme Gialle, tenutosi l’anno scorso e inserito a sua volta nel contesto dei 150 anni dell’Unità d’Italia. L’encomio non è soltanto un atto formale. Contribuisce, infatti, alla progressione di carriera di chi lo riceve, incidendo sul suo «punteggio». Insomma, si tratta di un riconoscimento che ci si aspetterebbe di veder assegnato a ufficiali che si sono distinti in operazioni di peso, per esempio quelle contro la criminalità o l’evasione fiscale. E invece, nel documento di cui ItaliaOggi è in possesso, Di Paolo, come dire, ha allargato un po’ il perimetro. Un encomio solenne, per esempio, è stato assegnato al generale di brigata Carmine Lopez per come ha saputo riscuotere «l’incondizionata ammirazione delle autorità e della gente in occasione della cerimonia militare del 237° annuale di fondazione del corpo, inserita nel contesto delle celebrazioni ufficiali del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, nella quale, alla testa della brigata di formazione, evidenziava perizia e impeccabile marzialità». Laddove per marzialità, a quanto pare, deve intendersi la solennità (del passo, dell’aspetto). Il linguaggio, del resto, è sempre magniloquente e ampolloso. Si prenda il caso del capitano Daniele Tino, encomiato perché, «interpretando con intelligenza le direttive ricevute, svolgeva con elevatissima perizia e professionalità l’incarico di speaker ufficiale della parata militare in occasione della cerimonia celebrativa del 237° annuale di fondazione del corpo». O si consideri la fattispecie del maggiore Piergiuseppe Cananzi, il quale, «sostenuto da eccezionale senso di responsabilità e straordinarie qualità relazionali, ha personalmente seguito e coordinato la regia televisiva della Rai al fine di assicurare, sapendone cogliere e risaltare i momenti fondamentali, massimo risalto e pregio all’evento legato all’insediamento del nuovo Comandante generale». Al maresciallo aiutante Vitaliano Roberto, invece, il riconoscimento è andato perché, «quale conduttore dell’automezzo adibito al trasporto del Capo dello stato e delle massime cariche istituzionali presenti, dimostrando eccezionale perizia e capacità di autocontrollo, eseguiva con assoluta perfezione i delicati compiti a lui assegnati in occasione della cerimonia militare». E così via, fino a superare i 20 encomi. I quali, come si vede, sono stati assegnati per i motivi più fantasiosi.