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 2012  marzo 28 Mercoledì calendario

Il coraggio di urlare a Castro: «Abbasso il comunismo» - Un grido in mezzo alla folla. «Abbasso il comunismo»

Il coraggio di urlare a Castro: «Abbasso il comunismo» - Un grido in mezzo alla folla. «Abbasso il comunismo». Un uo­mo che cerca di avvicinarsi al pal­co dove Papa Ratzinger sta inizian­do a celebrare la messa in piazza Antonio Maceo a Santiago di Cu­ba. Lui è solo, in mezzo alla folla sorpresa e spaventata; grida slo­gan anticomunisti e per la libertà. Il blitz sovversivo dura poco. Un uomo dei servizi di sicurezza in borghese lo blocca, un altro vesti­to da infermiere lo colpisce al vol­to con uno schiaffo che lo tramorti­sce. Immediatamente le guardie lo portano via. Lontano dalla fe­sta. Cuba è una solo una bella appa­renza. Fuori le strade piene di gen­te con le bandierine ad applaudi­re al passaggio del Papa, sullo sfon­do un cartello che sovrasta: «La pa­tria prima di tutto ». Il dolore è lì, in quella patria che è stata mitizzata, celebrata, esaltata. Ma è appena sotto la superficie che trovi la soffe­renza, il pugno di ferro di un regi­me che aveva già annunciato: «non saranno tollerati incidenti». E così è stato. La voce stonata che ha osato sfidare il potere è stata su­bito messa a tacere. Molto proba­bilmente l’uomo pagherà a caro prezzo il suo piccolo gesto rivolu­zionario, rinchiu­so­con gli altri dissi­denti. Eppure quel grido ribelle ha fatto rumore, i cameramen della tv colombiana CN­n­oticias hanno fat­to in tempo a ri­prendere le imma­gini e inviarle alla televisione. Del­l’episodio ha par­lato il portavoce vaticano padre Federico Lombardi nel corso di un briefing con la stampa subito dopo la celebrazione. Pesa, e sem­pre di più, il tema dei prigionieri politici. Ed è proprio per questo che in preghiera nel Santuario del­la Vergine del Cobre, luogo simbo­lo del cattolicesimo cubano ma dove Giovanni Paolo II non potè recarsi nel 1998, Benedet­to XVI ha fatto esplicito riferi­mento alla li­bertà. «Affido alla Madre di Dio il futuro di Cuba, affinchè avanzi nel cammino di rinnovamento e di speranza, per il maggior bene di tutti i cubani. Fate sapere a quanti incontrate, che ho pregato la Ver­gine Santissima anche per le ne­cessità di coloro che soffrono, di coloro che sono privi di libertà, lontani dalle persone care o vivo­no gravi momenti di difficoltà». Un «rinnovamento» che però non ci sarà. Sì perché nonostante le pa­role del Papa, il regime castrista non intende fare nessuna conces­sione. «A Cuba non ci saranno ri­forme politiche », ha tagliato corto Marino Murillo, vicepresidente del Consiglio dei ministri cubano e presidente della Commissione per le politiche economiche. Murillo ha parlato con i giornali­sti stranieri sottolineato che a Cu­ba sono in corso cambiamenti economici, ma escludendo ap­punto ogni riforma politica. Benedetto XVI sulle tracce di Giovanni Paolo II. Ratzinger ha ce­lebrat­o nello stesso luogo dove ce­lebrò il predecessore, e la prima li­turgia della visita pastorale nel­l’Isola caraibica è stata memorabi­le per la compostezza e il numero di partecipanti, mentre la sera in­ghiottiva un’enorme immagine del leader della rivoluzione che campeggiava di fronte all’altare. «Caloroso», «rispettoso» e «affet­tuso » sono i tre aggettivi che ieri so­no stati usati dalla stampa cubana per descrivere l’accoglienza del presidente Raul e di Santiago di Cuba all’arrivo di Papa Benedetto XVI nel Paese. Oltre 200mila fedeli ieri si sono ritrovati a Santiago de Cuba. Il pre­side­nte Raul Castro era in prima fi­la e ha applaudito le parole del Pa­pa. Il Signore, ha ricordato il Pon­tefice nella sua omelia, «ha sconfit­to il potere del male che tutto oscu­ra e ha fatto germogliare un mon­do nuovo, il mondo di Dio, della lu­ce, della verità e della gioia». E, ha assicurato rivolto ai cattolici cuba­ni, «non smetterà di benedire con frutti abbondanti la generosità del vostro impegno». Benedetto XVI ha esortato i cattolici di Cuba a difendere il matri­monio e la vita na­scente. «Allontanar­si da Dio ci allontana da noi stessi e ci preci­pita nel vuoto», ha ammonito poi il Pa­pa, sottolineando che la fede deve esse­re vissuta come una scelta personale, che ha poi ricadute sociali. Ieri pome­riggio il Papa è poi partito verso la capitale dove è attesa la visita con Fidel Castro che dovrebbe avveni­re oggi. Quanto a un possibile in­contro con il presidente venezue­lano Hugo Chavez, a Cuba per ra­gioni mediche, Lombardi, il porta­voce è stato meno netto che nei giorni scorsi: «al seguito papale ­ha detto- non è arrivata nessuna ri­chiesta per un’udienza personale del presidente Chavez col Papa. Se poi vorrà partecipare alla mes­sa all’Avana è libero di farlo».