Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  marzo 29 Giovedì calendario

In giro per il mondo da 120 anni con la stessa “bibbia” - La bicicletta «non come competizione sportiva ma come mezzo turistico»

In giro per il mondo da 120 anni con la stessa “bibbia” - La bicicletta «non come competizione sportiva ma come mezzo turistico». «L’assurdità dello sci tra spese pazze, abiti ridicoli e rischi per le gambe». Sembrano titoli presi da riviste di oggi, non fosse che al posto di «bicicletta» in realtà compariva la parola vintage «velocipedismo» e quanto a abiti eccentrici, forse, oggi non si parlerebbe di sci ma di snowboard. E infatti quei titoli sono rispettivamente presi dal primo numero della Rivista Mensile del Touring Club Ciclistico Italiano (1895) e da Le Vie d’Italia del 1953 (pezzo firmato da Dino Buzzati). La rivista comunque è sempre la stessa, quella che viene edita ininterrottamente da quasi 120 anni (si è fermata solo per un po’ durante la II guerra mondiale) e che oggi annuncia la sua ultima evoluzione in «Touring, il nostro modo di viaggiare». La Bibbia del viaggiatore italiano in questa ultima versione vanta varie novità: la collaborazione con la National Geographic Society, il sito online www.touringmagazine.it, un’App per tablet e, soprattutto, sezioni in linea con i nuovi modi di fare turismo (dai viaggi sostenibili a quelli low cost alle «48 ore in un’altra città»). A scorrere le varie edizioni dal 1895 a oggi, in effetti, si ha una sorta di storia d’Italia e dell’Italiano in viaggio, nella prosa brillante degli scrittori e dei giornalisti contemporanei. Nel 1937, per esempio, la parola Touring è troppo straniera e la rivista cambia nome in «Consociazione Turistica Italiana». Negli anni Cinquanta Napoli è raccontata da Domenico Rea, la Maremma trevigiana da Carlo Cassola; negli anni Settanta Eugenio Montale scrive di Cinque Terre e Gianni Brera del cenone di Natale nelle diverse regioni italiane. E la «Touring» di oggi? «Nel primo numero abbiamo la Val di Susa, che non è solo Tav ma un territorio affascinante per storia, economia, turismo», spiega Silvestro Serra, neodirettore della rivista. «Poi abbiamo un viaggio nei mercati di Istanbul fatto da un giornalista gastronomo e nel prossimo numero la stessa cosa si farà a Palermo». E la politica delle grandi firme? «Cerchiamo di mantenerla, con pezzi della Agnello Hornby, di Stefano Malatesta, Giuseppe Scaraffìa, Ludovico Einaudi, Giuseppe Cederna. E un occhio speciale alle donne; sono loro, sempre più spesso, a decidere la meta di un viaggio»..