Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  marzo 30 Venerdì calendario

Emilio Fede ha firmato le dimissioni dalla direzione del Tg4. Mercoledì, due minuti prima delle nove di sera, Mediaset ha diffuso il comunicato: «In una logica di rinnovamento editoriale della testata, cambia la direzione del Tg4

Emilio Fede ha firmato le dimissioni dalla direzione del Tg4. Mercoledì, due minuti prima delle nove di sera, Mediaset ha diffuso il comunicato: «In una logica di rinnovamento editoriale della testata, cambia la direzione del Tg4. Dopo una trattativa per la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro non approdata a buon fine, Emilio Fede lascia l’azienda». Seguono i ringraziamenti per il «contributo assicurato alla nascita dell’informazione del gruppo». Poi, la designazione del successore, il quarantaquattrenne Giovanni Toti, già direttore responsabile di Studio aperto. Il giorno avanti era stata aperta un’indagine dalla Guardia di Finanza perché un impiegato svizzero aveva rivelato che tempo addietro Fede s’era presentato in una banca di Lugano con una valigetta piena di soldi e che il direttore dell’istituto, non fidandosi della provenienza, l’aveva rispedito a casa. Fede al Corriere della Sera aveva smentito il fatto: «O c’è un caso di omonimia, ipotesi in cui spero; o c’è una casuale e pazzesca somiglianza con qualcuno, ipotesi possibile ma remota; oppure c’è stato qualcuno che è andato lì, allo sportello bancario di Lugano, spacciandosi per me... e questa, purtroppo, è l’ipotesi più plausibile». Il giornalista ha confessato di avere nemici a Mediaset: «Io mi sto faticosamente rialzando dopo la triste vicenda di Ruby, e sto cercando di dimostrare di non avere colpe... Evidentemente, però, c’è qualcuno a cui continuo a dare fastidio... sì, questo direttore che dirige da così tanti anni, purtroppo, sta sulle scatole a qualche invidiosetto. Io gli ho detto: fatemi arrivare all’autunno, poi vi lascio il Tg4 e mi candido alla Camera con il Pdl, perché con Berlusconi sono già d’accordo...». Così stavamo le cose prima del licenziamento: «Ci siamo accordati così: mi danno una buonuscita, non clamorosa, ma equa per quello che ho fatto e dato in tutti questi anni. Poi avrò dei benefit, tipo l’autista e la segretaria. Poi un programma in prima o seconda serata su Retequattro, l’incarico fantasma ma comunque prestigioso di direttore editoriale dell’informazione e, infine, un contratto di consulenza di tre anni più due» (a Fabrizio Roncone, Cds). Poi la notizia del licenziamento e l’intervista di Caporale (Rep) che sembra rilasciata a caldo, con Fede che fa nomi e cognomi: «C’è la mano di Confalonieri, è lui che l’ha architettato e portato a segno». Rivelazione infine smentita parlando con un giornalista del Fatto («Caporale di Repubblica ha inventato tutto. Tutto»), al quale ha raccontato la scena del licenziamento: «Pretendevano che abbandonassi a febbraio. Avevo chiesto qualche mese per avvicinarmi alle elezioni. Ho sbagliato anche io però. Non ho firmato la proposta, mi sono rifiutato di mollare e dopo numerosi solleciti, qualcuno ha approfittato dello stallo e mi ha fatto accomodare fuori. Sono venuti da me un avvocato e il capo del personale. Scherzando ho chiesto: “Sono licenziato?” E loro sorridendo meccanici, gelidi: “Sì”» (Annalisa Cuzzocrea, la Repubblica 29/3; Fabrizio Roncone Corriere della Sera 28/3; Antonello Caporale, la Repubblica 29/3; Il Fatto Quotidiano 30/3)