Paolo Siepi, ItaliaOggi 29/3/2012, 29 marzo 2012
periscopio – Il viaggio di Pier Luigi Bersani a Parigi per sostenere François Holland nella sua corsa verso l’Eliseo è un po’ un residuato di vecchia ideologia internazionalista: chi non riesce a fare qualcosa a casa sua, prova a farne una più complicata altrove
periscopio – Il viaggio di Pier Luigi Bersani a Parigi per sostenere François Holland nella sua corsa verso l’Eliseo è un po’ un residuato di vecchia ideologia internazionalista: chi non riesce a fare qualcosa a casa sua, prova a farne una più complicata altrove. Lanfranco Pace. Il Foglio. Da questo vortice di vertici, da questo partouze a base di foto, cartoline, finzioni, tavoli e teatrini, resta fuori un piccolo dettaglio: gli elettori. Ma che saranno mai 45 milioni di elettori italiani? Basta rafforzare le scorte dei politici. E non perché siano minacciati dai terroristi o dai mafiosi (ma quando mai): è che rischiano di incontrare un elettore. Marco Travaglio. Il Fatto. Lo stato italiano è l’espressione di ogni peggiore nequizia elevata a regola di vita. Sono pochi coloro che, arrivati al potere centrale, non ne siano rimasti contagiati e non ne abbiano assunto le peggiori abitudini. È toccato a tanti eroi risorgimentali, a fascisti, partigiani, a tutti quelli che sono andati a Roma, con l’intenzione, anche sincera, di cambiare tutto. È toccato anche ai leghisti. Gilberto Oneto. Libero. Temo molto più un cattolico di sinistra di un postcomunista. È un gruppo ristretto di gente che scrive sui giornali, va in tv, guida organizzazioni, mentre la maggioranza dei cattolici, che non partecipano alla vita della parrocchia, anzi, non si riconosce nel Pd, anzi. Vittorio Messori. Il Mondo. Sono andato via da Milano negli anni 70. Mi sono perso i suoi cieli, le sue passeggiate, i suoi tram. Ho ritrovato una città generosa. Mi era mancata. Sono contento di «ves un milanesun». Marco Tullio Giordana, regista di Romanzo di una strage. A notte vegliano assiduamente le sentinelle. Le pattuglie stanno in agguato nei canaloni. In tenda non si dorme: si attende di sentir fendere il buio da una fucilata. Fuochi rossastri tremulano, sulle alture davanti, e sembrano sospesi nel buio. Il cannone li spegne. Odo il bisbiglio di un soldato e il fruscio di un fiammifero che si accende clandestinamente, al riparo di un casco. Paolo Caccia Dominioni: Ascari K7 1935-1936, Longanesi. È un cantante israelita, tanto aveva i pantaloni bagnati. Non soltanto gli si vedeva il sesso ma gli si vedeva anche la religione. Coluche. Pensées et anecdotes. Le Cherche midi éditeur. Noi lucani non sappiamo prenderci i complimenti, dobbiamo sminuirli. Abbiamo una modestia che non è scarsa considerazione di sé, ma pudore da ostentare. Ci dicono: che bella macchina! E noi: sì, però, perde olio. Rocco Papaleo, attore. Io Donna. Mia madre mi ha dato una faccia tonda, a uovo, giusto per dipingerci sopra i miei stupori: tutto della vita mi stupisce, e la vita che fa? Si stupisce che io mi stupisca di tutto e mi ricambia con qualche illuminante vaghèzia (invenzione favolistica, ndr). Perciò Roma è la mia città, qui nessuno si stupisce di nulla, e io primeggio. Cesare Zavattini. Corsera. Io non mi tiro mai indietro quando si tratta di fare cose utili, ma se evolvono malamente, lascio il campo. I vari Bassolino e Orlando mi hanno illuso e fregato, di quelle esperienze è rimasta solo cenere e fango. Avevano dato qualche speranza, ma, alla fine, ci hanno reso ancor più scettici e cinici nei confronti della cosa pubblica. Ivan Illich ha scritto cose meravigliose su salute, automobile, ecologie, scuola, ma chi se ne ricorda più? Goffredo Fofi: Zone grigie. Donzelli. Quando gli spettacoli finiscono non resta che l’angoscia. Camillo Langone. Il Foglio. Ho bisogno di una dieta della mente. Ma non so da dove cominciare. Giuseppe Carella. Un italiano su quattro sperimenta la povertà. E pare che piaccia, perché molti, dopo averla provata, rimangono poveri per tutta la vita. Daniele Vergassola: Panta Rai – La notizia scorre. Feltrinelli. Ricordo con nostalgia i tempi in cui Maurizio Sacconi lo candidavamo in Basilicata, per tenerlo lontano, perché era una vecchia pagina della Prima repubblica. Oggi mi tocca la tristezza infinita di vedere il Pdl che si occupa di tessere, congressi, apparati. Giancarlo Galan. Corsera. Paolo Siepi