Emilio Gioventù, ItaliaOggi 29/3/2012, 29 marzo 2012
Galan, ora fuori An dalle balle – Solo Berlusconi può salvare il Pdl. Giancarlo Galan, ex presidente della Regione Veneto, ex ministro, ne è sicuro
Galan, ora fuori An dalle balle – Solo Berlusconi può salvare il Pdl. Giancarlo Galan, ex presidente della Regione Veneto, ex ministro, ne è sicuro. D. Galan, il Pdl non sembra messo bene? R. «Dovremmo essere impiccati uno a uno me compreso perché abbiamo tradito lo spirito del ’94 quando nacque Forza Italia, cercando di dare risposte con le tessere, i congressi e le correnti. Paghiamo quello che abbiamo incorporato in termini di persone e di metodi. D. Guardi che dopo il predellino in poi, avete incorporato quelli An, poi via via gli altri all’occorrenza. R. Berlusconi voleva una classe politica fatta di uomini e domani che rischiassero la faccia e in caso di fallimento tornassero alla loro attività. Invece, abbiamo creato una classe di politici di professione e quelli che ci mancavano li abbiamo presi. Paghiamo per ciò che abbiamo incorporato: persone e di metodi. Abbiamo importato elementi che non c’entravano nulla con la nascita di Forza Italia. Non è che abbiamo importato Nicola Cosentino, ma la necessità di avere le preferenze per eleggere questo o quello nelle regioni e allora abbiamo chiamato Cosentino, ma è capitato anche in Veneto e altrove. D. Già, in Veneto il Pdl rischia di uscirne con le ossa rotte. R. Il Pdl in genere rischia di essere uno dei protagonisti della politica dei prossimi venti anni, non il protagonista assoluto. D. Come ne uscirete? R. Berlusconi mandi a casa tutti quelli che ritiene di dover mandare a casa e ne chiami di nuovi, se li inventi, noi abbiamo sempre vinto le elezioni con il programma del ’94, mica con gli iscritti. D. Lei è davvero convinto che sia tutto così semplice? R. Prima operazione è seppellire il Pdl e rifare Forza Italia. D. E quelli di An non ci stanno. R. Pazienza. Se non ci stanno, vadano a casa. D. Non sarà facile mandare a casa Aldo Brancher e Maurizio Sacconi che in veneto hanno deciso di renderle la vita difficile. R. Sacconi l’abbiamo candidato noi di Forza Italia la prima volta in Basilicata. D. E secondo lei il partito ha la forza di fare passi clamorosi? R. Il partito non ha nessuna forza, la forza ce l’ha Berlusconi. D. E guarda caso lei è pronto a dargli una mano a dare vita a un partito nuovo. R. Lo farei con immenso piacere e so che ci sono tanti, ma tanti, ma tanti che vorrebbero farlo e guarda caso sono tutti quelli della prima ora più qualcuno che si è aggiunto in seguito. D. Ma secondo lei Berlusconi avrebbe davvero voglia di impegnarsi in prima persona a risolvere le beghe di partito? R. È necessario che Berlusconi si metta a fare davvero il padre nobile del sogno che aveva regalato agli italiani nel ’94. Non il padre nobile di questo o di quello. Certo che sarebbe ancora in grado. R. Oggi avete il segretario Angelino Alfano. R. Alfano è il meglio che possiamo tirare fuori in questo momento. Ma siccome noi non siamo per il vivere bene, per prendere il 22 per cento, per manovrare, Berlusconi deve tirare fuori gli stessi elementi con i quali allora convinse milioni di italiani. Il Pdl non si deve impantanare tra congressi e numero di iscritti. D. Intanto, nasce Forza Veneto. Lei c’entra qualcosa? R. Non c’entro nulla con questa Forza Veneto. Forza Veneto me lo sono inventato nel 2009 e ho depositato il logo e il simbolo, dei quali è titolare mia moglie, come risposta al vantaggio competitivo che la lega aveva nei nostri confronti: essere un partito federato. Insomma, Forza Veneto era la federalizzazione del nostro partito. È nato anche come risposta ai cedimenti continui nei confronti della Lega. D. A proposito di Lega, la rottura dell’alleanza potrebbe essere una buona occasione per ricominciare oppure segnerà la mazzata finale per il Pdl? R. Anche dalle più grandi sciagure si può imparare qualcosa. Se noi impariamo che la Lega deve essere un nostro alleato, ma non il nostro alleato con il potere di ricatto costante, allora è una grande risultato. D. Senta Galan, ma è davvero finita tra Pdl e Lega? R. Nel 2001 era molto peggio, ci chiamavano i mafiosi di Arcore. Dopo il ribaltone chi avrebbe mai pensato che Berlusconi potesse sedersi al tavolo con chi ci apostrofava in quel modo? Eppure. D. Come andrà la Lega in Veneto. R. Non me ne frega assolutamente niente. Sta tra l’8 e il 10%, domani avrà molto meno. D. Come finirà R. Credo ancora che possiamo vincere le prossime elezioni e alle amministrative non succederà nulla. D. Ma come nulla? Sulle amministrative si stanno frantumando i partiti. D. Le amministrative? Pensi che quando nacque Forza Italia non volevamo neppure presentarci alle amministrative. Non ci interessava occuparci di piani regolatori, polizia municipale. D. Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti. Forza Italia non c’è più, c’è il Pdl e vi tocca convivere, unire le forze. R. Bisogna avere chiara l’idea che con il partito così strutturato non si va da alcuna parte. D. Un partito che reagisce snocciolando i numeri del tesseramento e i voti congressuali. R. Quando mi hanno detto che c’erano più di un milione di tesserati io ho risposto: speriamo che sappiano di esserlo. Emilio Gioventù