Claudio Antonelli, Libero 29/3/2012; Libero 29/3/2012, 29 marzo 2012
Due articoli – «IL GIUDICE SI VENDE ALLA ’NDRANGHETA PER VINO E PROSTITUTE» – Arrestato un esponente della zona grigia tra la società civile e la ’ndrangheta
Due articoli – «IL GIUDICE SI VENDE ALLA ’NDRANGHETA PER VINO E PROSTITUTE» – Arrestato un esponente della zona grigia tra la società civile e la ’ndrangheta. Con l’aggravante stavolta di essere un giudice, per di più «ossessionato dal sesso e dalla bella vita». E dai numerosi viaggi su modello businessman a Milano. A leggere le carte del Tribunale milanese sembrerebbe di essere di fronte a una marionetta mossa dai clan per avere uno schermo “rispettabile” e un personaggio disposto a passare informazioni e a gestire anche società che incameravano con privilegi beni che di lì a poco sarebbero stati pignorati. A finire in manette è stato ieri Giancarlo Giusti, giudice di Palmi arrestato nell’ambito di un’indagine condotta a Milano sulla ’ndrangheta. Per lui l’accusa è di corruzione con tutte le aggravanti del caso. Dall’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Giuseppe Gennari emerge un quadro complessivo deprimente. «Le pagine di diario riportate», si legge nell’ordinanza, «sono solo una quota parziale. Ma tutte propongono gli stessi temi ricorrenti: ossessione per il sesso, per lo più a pagamento, esigenze economiche legate ad un tenore di vita sicuramente elevato, spasmodica ricerca di occasioni di guadagno». Giusti, indagato da tempo, avrebbe ricevuto dal clan Lampada più o meno 70 mila euro e venduto la propria funzione violando i principi di imparzialità, probità e indipendenza. Il giudice nel 2005 era stato assolto dal Csm al termine di un procedimento disciplinare riguardante un immobile vinto dal suocero proprio in una gara d’asta. Dall’ordinanza di arresto di ieri emerge infatti che Giusti sarebbe stato una sorta di socio occulto degli uomini del clan Valle Lampada nel periodo in cui si occupava di esecuzioni immobiliari al tribunale di Reggio Calabria. A finire nei guai è stato infatti anche Giulio Lampada, presunto esponente della locale e “amico” interessato del giudice. I presunti mafiosi avevano creato una società italiana controllata da una svizzera con legami nei Caraibi e che si occupava di acquisire immobili. In questa società Giusti non avrebbe messo un euro, perché secondo l’accusa tutte le spese venivano pagate dal clan, ma il giudice avrebbe agito come amministratore di fatto. «Giusti fa parte a pieno titolo della famigerata zona grigia. È uno di quegli esponenti che “contano”della società civile che, per debolezza strutturale e propensione caratteriale», ribadisce il gip milanese Gennari, «accetta di entrare in un vorticoso giro di scambi illeciti con individui la cui matrice criminale è facilmente identificabile». Insomma, un pesce «fragilissimo e, per costume di vita, esposto alla tentazione di condotte illecite», che abbocca alle lusinghe del clan. Anche perché «il beneficio di tutto ciò travalica il confine personale di Giulio Lampada», sottolinea ancora Gennari, «e porta vantaggio a tutta la famiglia, che è poi entità qui corrispondente al nucleo dell’associazione mafiosa. Il giudice Giusti è una di quelle preziose caselle, nello scacchiere delle conoscenze utilitaristiche, che amplifica la capacità di penetrazione e guadagno del sodalizio». Così funziona la criminalità mafiosa. Punta tutto sulle debolezze. Claudio Antonelli IL DIARIO SU CUI DAVA LE PAGELLE ALLE ESCORT – Il giudice Giusti annotava tutto su un diario: dagli incontri amorosi con escort che gli venivano offerti, alle trasferte d’affari in quel di Milano. Di seguito alcuni stralci delle sue “memorie”, così come appaiono nelle carte dell’inchiesta. Venerdì 21.09.08 «Serata di venerdì pazzesca fra donne e vino. Notte di amore con Natascia, ubriachi cotti. Oggi, lunedì, al lavoro grande disperazione, per come sono trattato: non c’è malattia che giustifichi tutto quello che subisco». Venerdì 10.10.08 «Due giorni a Milano fra donne, amore, vino e affari. La squadra c’è e sembra funzionare. Due belle notti con Elisabetta, dolce ragazza russa. Notifica della conclusione indagini per i fatti del 2005. Disperazione e sconforto. Il mio animo è un deserto infinito». Venerdì 17.10.08 «Vanno avanti le operazioni immobiliari, speriamo di concretizzare presto». Giovedì 16.04.09 «La settimana scorsa sono andato a Milano. Serata indimenticabile con Anna, amore bellissimo; starei con lei se solo non fosse una persona in cerca di altro. Invece Diana, sembra, cerca solo quiete e sistemazione. Che le potrei garantire. Intanto la aiuto con il mutuo casa». Venerdì 24.10.08 «Mercoledì e giovedì a Milano; si deve creare società; sembra bene. Una notte di amore con Elisabetta, dolce, bella». Giovedì 05.03.09 «A Milano, mi accorgo che per mantenere Simona occorrono soldi. Fatto amore. Meglio essere chiari con lei: aspettare di fare affari o non vederci più». Lunedì 22.06.09 «Martedì botta di vita con escort nera, bona, massimo prezzo fin’ora pagato, comunque ottimo amore». Venerdì 10.07.09 «Ho raffreddato tantissimo con Diana, così la smette di chiedermi soldi. Dopotutto, per la semplice andata a letto bastano pochi euro (a proposito, amore mercoledì a Lametia, russa di mezza età, ottimo sfogo)». Domenica 26.07.09 «Venerdì notte brava con Carmine, Simona e Alessandra. Grande amore nella casa di Gregorio. In settimana si fanno sentire Anna e Cristina. Bene, darò per quanto mi sarà dato. Giovedì, ma solo per numero, siamo stati a fare amore con due bulgare (quota 25), ma donnine da nulla. Mi rendo conto, estratto conto alla mano, che spendo più di quanto guadagno». Lunedì 30.08.10 «Ho trascorso alcuni giorni alle Eolie con Diana. Non è stato entusiasmante. Ragazza pretenziosa, stile di vita di chi è abituata a vedersi pagare i comodi per la compagnia e il sesso che da. Ma non mi basta. E poi non mi piace dire bugie. A proposito. Maria mi stanca. Sono il suo uomo, e allora deve comandare e sindacare la mia vita».