VARIE 29/3/2012, 29 marzo 2012
APPUNTI PER GAZZETTA. LO SPREAD HA RICOMINCIATO A SALIRE
REPUBBLICA.IT
MILANO - Seduta in ribasso per i principali listini europei. Sul sentiment degli investitori sembrano pesare le preoccupazioni sulla difficile congiuntura politica ed economica in Spagna, le incertezze circa la capacità cinese di mantere i livelli di crescita stellari degli ultimi anni e quelle riguardo le chance americane di uscire in maniera rapida dalle secche della crisi. Senza contare che, con l’avvicinarsi della fine di un trimestre comunque positivo, vanno chiudendosi un po’ di posizioni. Milano, a fine giornata, cede il 3,3% affondata dai titoli bancari (Mps -10,97%) e dal gruppo Ligresti. Londra è arretrata dell’1,5%, Francoforte dell’1,77% nonostante un nuovo calo al 6,7% del tasso di disoccupazione, e Parigi dell’1,43%.
A Piazza Affari ha fatto malissimo Premafin (-13,77%) a causa dei timori per lo stato di indebitamento della holding della famiglia Ligresti e le possibili conseguenze dell’inchiesta dei Pm di Milano. Fonsai lascia sul terreno l’14,03%.
Sul fronte obbligazionario, lo spread tra i titoli a dieci anni italiani e tedeschi è in risalita a quota 344 punti dopo aver chiuso ieri a 327 e aver aperto questa mattina a 324. Il Tesoro però è riuscito a collocare 5,75 miliardi di titoli a 5 e 10 anni con rendimenti ancora in calo a dimostrazione che il rischio Paese, tra gli investitori, viene percepito sempre meno. Sono stati quindi
venduti 2,5 miliardi di titoli quinquennali con un tasso in discesa al 4,18% dal 4,19% dell’asta di un mese fa. Il Tesoro ha venduto 3,25 miliardi Btp decennali con tasso in calo al 5,24%, sui minimi da agosto, dal 5,50% dell’asta di un mese fa.
Seduta in rosso anche per Wall Street: il Dow Jones perde lo 0,6%, lo S&P 500 arretra dello 0,9% e il Nasdaq dello 0,8%. Sul fronte macro Usa il Pil del quarto trimestre del 2011 è stato confermato a +3% (contro attese di una revisione al rialzo del 3,2%), mentre il dato sulle richieste di sussidi disoccupazione è stato migliore delle attese: sono diminuite di 5mila unità a 359mila (mentre gli analisti avevano messo in conto un incremento di 2mila domande), toccando i livelli minimi dall’aprile del 2008. I mercati sembrano però soffrire del fatto che nel quarto trimestre del 2001 gli utili delle imprese sono cresciuti solo dello 0,9%, il tasso più basso dall’ultimo trimestre del 2008.
Seconda seduta consecutiva in calo per la Borsa di Tokyo dopo il balzo di martedì. L’indice Nikkei ha terminato le contrattazioni in calo dello 0,67% a 10.114 punti, mentre il Topix ha ceduto lo 0,77%. A raffreddare gli investitori la chiusura in flessione di Wall Street (dove hanno patito soprattutto i titoli del comparto energetico, industriale e delle materie prime, Dow Jones -0,54%, Nasdaq -0,49%, S&P 500 -0,49%) ma anche una maggiore cautela degli operatori alla vigilia di una serie di indicatori sull’economia giapponese che saranno diffusi nella notte come l’inflazione, il tasso di disoccupazione e la produzione industriale. Hong Kong ha perso l’1,32%, Shanghai l’1,43%, Seul lo 0,85%.
Euro in lieve calo a 1,3274 dollari (1,3319 ieri dopo la chiusura di Wall Street e 1,3334 all’apertura dei mercati europei alla vigilia). La divisa unica è scambiata inoltre a 109,264 contro lo yen.
Apertura in calo per il petrolio a New York, con l’indice Wti che perde 37 centesimi a 105,04 dollari al barile.
(29 marzo 2012)
CORRIERE.IT
PAOLA PICA
MILANO - Una giornata nera come non se vedevano da qualche tempo, forse dalle ore più difficili di Atene. I mercati europei sono di nuovo in balia delle tensioni sul debito. Piazza Affari ha pagato con i Btp il prezzo più alto, scontandole incognite sul passaggio parlamentare della riforma del mercato del Lavoro. Un banco di prova per il governo tecnico e la coesione della maggioranza. Tanto che, a qualche giorno di distanza, complice l’emotività scatenata dai crolli al listino, le recenti parole del premier Mario Monti («Se il Paese non è pronto potrei anche lasciare») sono tornate argomento di discussione nelle sale operative. L’ Ocse ha poi confermato che la recessione interesserà ancora i due primi trimestri dell’anno, mentre per il ministro dello Sviluppo Corrado Passera la «non crescita» rischia di protrarsi fino a fine 2012. Il lavoro resta un tema cruciale e alto tasso di angoscia considerata l’escalation di suicidi e tentati suicidi, tra imprenditori e lavoratori. Un nuovo appello al dialogo governo parti sociali è arrivato dal Capo dello Stato, Giorgio Napolitano.
BTP E TENSIONI IN EUROPA - Non mancano naturalmente le ragioni esterne al ribasso dei prezzi e all’ allargamento dello spread, dal faticoso accordo sul Fondo Salvastati, all’allarme-Spagna. Sul secondario italiano lo spread tra il Btp decennale e il tedesco Bund è risalito a 346 punti, riportando il rendimento del Btp a 10 anni al 5,26%.
IN MAGLIA NERA - Zavorrata dai titoli bancari i primi a risentire delle tensioni sui Btp, e tutti in profondo rosso a fine giornata, Piazza Affari ha chiuso con un tonfo del 3,3%. Il listino milanese ha visto crollare dell 11% Mps dopo l’annuncio di una perdita netta contabile di 4,69 miliardi e la svalutazione di avviamenti per quasi altrettanto (4,26 miliardi). In caduta verticale anche Fonsai, ripetutamente sospesa al ribasso e affossata dai timori di un crac assimilabile, per modalità, a quello del San Raffaele. L’assicurazione del gruppo Ligresti ha minacciato le vie legali ritenendo «lesivo della propria reputazione l’accostamento della attuale condizione della compagnia a quella di note e gravi vicende giudiziarie che hanno riguardato enti o gruppi societari in evidenti e acclarate situazione fallimentari»
FRANCOFORTE E MADRID - Tra i paradossi della giornata, il calo relativamente contenuto (-1,39%) della Borsa di Madrid nel giorno dello sciopero generale che ha semiparalizzato la Spagna. Parigi ha perso l’ 1,43%, debole Francoforte (-1,77%).
Paola Pica
CORRIERE.IT - L’ANALISI DI PASSERA ALLA COMMISSIONE BILANCIO DELLA CAMERA
MILANO - «Siamo nel pieno di una seconda recessione e questo trend, se dobbiamo prendere per buone le previsioni, durerà tutto l’anno». La «non crescita» è un dato di fatto noto da tempo , dice Corrado Passera alla Commissione Bilancio della Camera. Un quadro che conferma al governo la necessità di «accelerare sulle riforme strutturali e su tutte le leve della crescita per uscirne il più rapidamente possibile» afferma il ministro dello Sviluppo . «l nostro compito - osserva - è invertire questa tendenza che, non solo non crea posti di lavoro ma rischia di creare ulteriori problemi». Compresa la stretta del credito, «un vero e proprio credit crunch» riconosce infine il ministro.
CAMUSSO: NO ALLA CONTRORIFORMA - A stretto giro arriva la replica del segretario della Cgil Susanna Camusso che in vista della discussione parlamentare sulla riforma del mercato del lavoro avverte: « Abbiamo una certezza: i lavoratori hanno ben capito di cosa stiamo parlando e siamo certi che se questo Paese ce lo chiede la controriforma sul mercato del lavoro dell’articolo 18 non passerà»
«E IL PARLAMENTO GUARDI AL PAESE» - «Il Parlamento ha il dovere morale e non il dovere tecnico di guardare a cosa pensa il Paese, cosa pensano i lavoratori. «A noi - sostiene Camusso nel corso di un attivo sindacale a Milano - interessa che il Parlamento si faccia questa domanda: si può varare una norma che prevede un diritto impari per le persone? Noi pensiamo di no. È poi davvero convinto il Parlamento che ciò di cui l’economia italiana ha bisogno sia licenziare più facilmente?
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE - Tornando all’intervento di Passera alla Camera, il governo spera di riuscire a restituire nei prossimi 12 mesi almeno la metà dei debiti che la pubblica amministrazione deve alle imprese. Circa 50-60 miliardi di euro, ha ricordato il ministro. «Se riuscissimo nei prossimi 12 mesi a rimettere in moto metà dello scaduto, sarebbe molto in termini di impatto sulla finanza e sui conti pubblici».
INVESTIMENTI - Sulle opere pubbliche, l’idea del governo è «di poter vedere nel corso dei prossimi 12 mesi un ammontare di complessivi 40-50 miliardi di lavori indirizzati e il più possibile avviati». Una spinta sarà data alle infrastrutture e ai progetti già esistenti: «se riuscissimo a risolvere almeno il 50% dello scaduto nel prossimo anno - sono le parole del ministro - si darebbe una bella spinta alla ripresa e si aiuterebbero le imprese nei loro problemi di indebitamento».
COMPETITIVITÀ - Sulle classifiche che pongono l’Italia agli ultimi posti in tema di competitività l’ex banchiere ha precisato: «Non credo che siano veramente rappresentative queste classifiche che ci pongono all’ottantesimo o novantesimo posto nella attrattività, però sicuramente non siamo tra i Paesi capaci, dal punto di vista fiscale, amministrativo, della interlocuzione con la Pubblica amministrazione di attirare investimenti dall’estero, ci proponiamo di dimostrare nel corso dei prossimi mesi - annuncia - anche a livello di World Bank, dove si concentra il confronto tra Paesi, che l’Italia è più attraente di quanto si pensi».
BEAUTY CONTEST - Il ministro interviene anche sulla cessione delle frequenze televisive: «Sul superamento del beauty contest, la proposta del governo - spiega - sarà in linea con quanto detto». Ovvero, spiega nell’audizione alla Camera, che «non è una cosa buona cedere gratuitamente i beni dello Stato». La proposta del governo dovrebbe arrivare entro il 19-20 aprile: «bisogna seguire le regole europee - ha detto in proposito il ministro - ma è chiaro che nel regolarla c’è qualche area di ansietà, cioè di non rischiare di perdere aziende importanti e strategiche per il Paese». Sulla separazione tra Eni e Snam, Passera annuncia: «È nell’intenzione del governo di farla entro la legislatura ma vogliamo avere la certezza di fare un’operazione amica del mercato e fatta nel migliore dei modi». Evitabile il rischio di vendere Snam agli stranieri: «È un rischio - conferma - ma con il meccanismo che abbiamo in mente, è abbastanza gestibile, cioè evitabile».
CORRIERE.IT - L’APPELLO DI NAPOLITANO
MILANO - «Le giovani generazioni, sulle quali grava già un debito pubblico che tende a diventare un fardello insopportabile, devono poter accedere al mercato del lavoro in modo che non siano penalizzate da ingiustificate precarietà o da forme inammissibili di sfruttamento». Lo scrive il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in un messaggio al congresso dell’Ugl.
L’APPELLO - È «indispensabile che le parti sociali contribuiscano a sviluppare un confronto aperto e costruttivo sulle soluzioni da perseguire, con forte spirito unitario» aggiunge Napolitano nello stesso testo.
OCCASIONI - Nel messaggio c’è anche spazio per la speranza. Napolitano infatti sottolinea il «momento di crisi ma anche di grandi opportunità di riforme sociali, una preziosa risorsa per perseguire quella crescita equa e sostenibile di cui l’Italia ha urgente bisogno». E sui passi concreti da compiere, aggiunge: «Non vi è dubbio che nell’attuale fase economica l’impegno delle istituzioni e delle organizzazioni sindacali deve innanzitutto essere volto a contrastare la piaga della disoccupazione, che colpisce in primo luogo donne e giovani».