Giovanni Caprara, Sette 20/3/2012, 20 marzo 2012
SCOPERTE SBAGLIATE
La storia della scienza annovera alcuni casi celebri di scoperte ritenute vere, ma annunciate prematuramente, come dimostrarono successive verifiche. Non sono molti, per fortuna. Ben più numerose sono state le falsificazioni: ma qui si tratta di vere truffe che dovrebbero interessare più i tribunali che i laboratori. La vicenda più nota che portò l’autore di una ricerca a giudicarla attendibile si verificò nel 1903 quando Prosper-René Blondlot riferì di aver scoperto i raggi “N”, una nuova specie di radiazione. Blondlot era un illustre fisico francese dell’Università di Nancy diventato noto per i suoi lavori sperimentali sulle conseguenze della teoria dell’elettromagnetismo di Maxwell che gli valsero riconoscimenti dall’Académie des Science parigina.
Un rispettato scienziato, dunque, fino a quando nel 1903 annunciò la scoperta dei raggi N, alla quale, in virtù del suo onorevole passato, inizialmente credettero tutti. Successivi approfondimenti rivelarono presto che si trattava in realtà di un effetto illusorio. E altrettanto presto l’abbaglio di Blondlot venne dimenticato. Lo scienziato continuò a insegnare e alla sua morte, 60 anni dopo, della vicenda nessuno conservava memoria.
CANTONATE IN BUONA FEDE
Più vicina a noi nel tempo la storia che coinvolse Martin Fleischmann e Stanley Pons, due chimici dell’università americana dello Utah, che nel 1989 raccontarono di essere riusciti a generare energia attraverso una reazione nucleare a freddo. Dopo un periodo iniziale di entusiasmo, il Dipartimento dell’energia americano pose fine all’illusione: la fusione fredda rimase un sogno.
I due autori della scoperta furono emarginati dal mondo scientifico e accettarono di trasferirsi in Francia, lavorando in un laboratorio in Provenza controllato dalla Toyota, senza risultati. Nel 1995 la coppia si separò. Fleischmann continua tuttora gli studi in California, nella società di ricerca americana D2Fusion, mentre Pons, dopo un cambio di cittadinanza, ha fatto perdere le sue tracce.
CELEBRI SCIVOLONI
Nel lungo elenco degli imbrogli scientifici c’è l’imbarazzo della scelta, ma due, tra i più recenti, hanno segnato la memoria. Il primo viene svelato nel 1988, quando il medico e immunologo francese Jacques Benveniste conquista gli onori delle cronache scientifiche perché la rivista britannica Nature, in uno scivolone rimasto celebre, pubblica il suo studio dedicato alla “memoria dell’acqua”. La ricerca voleva dimostrare che le molecole conservano traccia di sostanze con cui sono venute a contatto; rappresentava la prima prova scientifica dell’omeopatia. Il clamore della notizia fu inevitabile. Benveniste era uno scienziato autorevole, direttore dell’Istituto nazionale della sanità e della ricerca medica e scopritore di una nuova molecola, fondamentale per l’attività chimica delle piastrine del sangue. Il mondo scientifico però si dimostrò scettico e la stessa rivista Nature formò una commissione per indagare su ciò che era stato pubblicato. Il risultato fu sconcertante. Corsero voci che Benveniste avesse ricevuto finanziamenti non dichiarati da industrie produttrici di rimedi omeopatici. Allontanato dalla comunità scientifica, visse malamente gli anni successivi morendo, dimenticato da tutti, nel 2004. A stupire il mondo nel 2005 ci pensò, infine, lo scienziato Hwang Woo Suk che affermò senza incertezze di essere riuscito a clonare le prime linee cellulari staminali “su misura”, ottenute da pazienti afflitti da malattie incurabili, con le quali si potevano risolvere varie necessità. Raccontò il tutto sulla rivista americana Science, ma poi, anche qui, si scoprì che Hwang per ingigantire la sua fama aveva falsificato ogni dato. Il suo nome per oltre 5 anni venne ricordato solo per l’imbroglio da record ma lo scorso anno è riemerso in Libia, dopo la caduta di Gheddafi: compariva nell’elenco dei rimpatriati coreani. Woo Suk aveva infatti accettato di lavorare nel campo delle staminali per un laboratorio del Rais, con un contratto da 133 milioni di dollari. Ora, a Seul, nella fondazione che ha creato, sta cercando di clonare un mammut con un gruppo di scienziati russi.