Antonio Quaglio, Il Sole 24 Ore 28/3/2012, 28 marzo 2012
«BANCA DI SISTEMA? MEGLIO IL MERCATO»
«La banca di sistema? Io sono stato criticato per non aver mai interpretato questo modello, ma vedo che in Italia ha successo....». Alessandro Profumo è appena tornato da una rapida corsa a Londra («Incontri con investitori») ma non si perde una battuta della presentazione di «Capitani coraggiosi», la tagliente Alitalia-story scritta per Chiarelettere da Gianni Dragoni, inviato del Sole-24 Ore. Con Profumo, alla Fnac di Milano, il guru della McKinsey Roger Abravanel e un convitato di pietra: Intesa Sanpaolo che nel libro è protagonista del controverso salvataggio della compagnia di bandiera. Ovvio che il presidente "in pectore" del Montepaschi non si soffermi mai per nome su banche, banchieri, industriali, ministri di ieri e di oggi. Ma di se stesso - perché anche lui c’era, come amministratore delegato di UniCredit - non ha certo difficoltà a parlare.
«Ho concluso una mia esperienza precedente - ricorda - anche perché alcuni azionisti mi hanno contestato perché la banca che dirigevo non recitava da "banca di sistema": ma UniCredit non lo era stata neppure con altri governi, penso all’Opa Telecom». Se c’è un luogo economico nel quale il capitalismo "di relazione" è pericoloso, osserva Profumo, è il rapporto creditizio fra banca e impresa. Ma il crony capitalism mescolato al malinteso principio di nazionalità delle aziende, non è l’unica distorsione del mercato che minaccia lo sviluppo.
Profumo, very frequent flyer, più che per la parabola di Alitalia, è perplesso per aeroporti e trasporto aereo in Italia: «A Malpensa liberalizzare gli slot creerebbe reddito e posti di lavoro. Invece per andare a Zagabria o Belgrado bisogna ancora triangolare da Vienna, e Milano non riesce a intercettare i flussi di volo dall’Asia verso l’America. Perché?» Trasporti e turismo, in Italia, sono spesso considerate strategie-Paese: chi decide gli "interessi nazionali"? Profumo non ha dubbi: «La politica, il governo. Le imprese devono mantenere rapporti efficienti e trasparenti con azionisti, dipendenti, clienti e non decidere loro gli interessi del paese».
L’Azienda-Paese vive una crisi di credibilità sui mercati. Qual è la diagnosi del candidato presidente a Rocca Salimbeni? «La rigidità sul mercato del lavoro puo essere un problema nella percezione degli investitori esteri, ma per esperienza posso dire che ristrutturazioni in Germania o Austria possono rivelarsi più ostiche che da noi. Certamente all’estero il sistema-Paese ha trasmesso un’immagine di debolezza, penso alla criminalità ma anche ai tempi della giustizia e soprattutto della burocrazia: il caso del rigassificatore di Brindisi è stato purtroppo emblematico».