Cinzia Sasso, la Repubblica 26/3/2012, 26 marzo 2012
Basta open space, telefoni e scrivanie la rivoluzione dell’ufficio mobile – MILANO - Cassina de’ Pecchi, grande Milano
Basta open space, telefoni e scrivanie la rivoluzione dell’ufficio mobile – MILANO - Cassina de’ Pecchi, grande Milano. La nuova sede del colosso dell’It Nokia Siemens Networks sta per essere inaugurata: i dipendenti lasceranno i vecchi uffici e andranno poco lontano, è la stessa perfino la fermata del metrò. Ma lì, nel nuovo palazzone, troveranno un altro mondo. Per mille dipendenti ci saranno solo settecento postazioni. Le linee fisse dei telefoni non sono più previste. Il nuovo ufficio - pc, smartphone, collegamenti internet - sta nella borsetta. Lavoreranno tutti, ma nessuno avrà più il suo posto di lavoro. Quindici chilometri più in là, a Peschiera Borromeo, nel nuovo headquarter della Microsoft, sede aperta h24, accade già da otto mesi: qui anche l’open space è un concetto da era quaternaria, qui succede che ogni mattina i lavoratori si sistemano da qualche parte. Spariti gli uffici; scomparsi, per tutti, anche i posti assegnati. Decidi tu, di volta in volta, dove stare. Sei tu che stabilisci dove ti metti a lavorare. È il progresso, bellezza. E visto da qui tutto, compresa la feroce discussione sul mercato del lavoro, sembra roba vecchia. Addio cara scrivania, addio foto dei bambini appese alla parete, addio compagno di stanza al quale confidare gioie e delusioni. Lo chiamano modello di «modern flexible office»; al mondo, 41 mila dipendenti di Nokia Siemens Networks l’hanno già sperimentato e l’ingegner Maria Elena Cappello, amministratore delegato, spiega che non si tratta solo di raggruppare le sedi; il fatto è che cambia del tutto anche il modo di lavorare. «La nostra azienda - spiega - pone a se stessa, e dunque anche ai suoi collaboratori, precisi obiettivi. L’unità di misura è il loro raggiungimento, non più il tempo passato in ufficio». Aggiunge Pietro Scott Jovane, ad di Microsoft, orgoglioso del fatto che l’Italia sia uno dei primi Paesi a sperimentare la filosofia «il tuo ufficio sei tu»: «La forza di questo modello sta in tre elementi chiave: ambienti che superano la tradizionale ripartizione degli spazi, tecnologia che consenta una perfetta conciliazione tra vita professionale e impegni familiari, cultura del lavoro basata sulla responsabilità e sulla fiducia». Secondo la classifica del Great Place to Work Institute Italia, stilata ascoltando i dipendenti, uno dei posti migliori dove lavorare è Cisco, che ha puntato sulle nuove tecnologie per consentire ai dipendenti di operare da dove vogliono: da casa, dal parco mentre giocano i bambini, dal ristorante coi clienti. Un sistema che si chiama Tele Presence consente di essere sempre presenti là doveè necessario: non di persona, però. «Noi - racconta la responsabile delle risorse umane Francesca Merella - non valutiamo i nostri in base al cartellino. Gli spazi di lavoro sono condivisi, e nel mondo il 95% dei dipendenti Cisco sfrutta l’opportunità di lavorare in remoto». Sono diverse le ragioni che spingono le aziende a decretare la fine dell’ufficio: la prima, naturalmente, è quella di contenere i costi. Ma non è l’unica. Cappello sostiene che un migliore equilibrio tra vita privata e professionale è un valore pregiato, soprattutto per le donne. E infine c’è il tocco ecologista: meno spostamenti casa-ufficio significa meno traffico, inquinamento, consumo di energia. Sempre attenta a quello che si muove nel mondo del lavoro, Manageritalia ha sondato gli umori degli italiani e ha scoperto che quasi il 90% sarebbe felice di praticare il telelavoro, anche se tre su quattro non l’hanno mai fatto. Un rapporto dell’associazione afferma che non essere vincolati alla propria scrivania aumenta la produttività e diminuisce lo stress. Il telelavoro, insomma, potrebbe diventare il cavallo di Troia - spiega il presidente Guido Carella - «per imprimere un forte cambiamento al mondo del lavoro e renderlo più piacevole». Perfino un sociologo controcorrente come Domenico de Masi plaude all’ipotesi della morte dell’azienda intesa come luogo fisso dove entrare al mattino e da cui uscire alla sera: perché l’azienda «è il grumo più invincibile di conservatorismo che ostacola lo sviluppo vero e la produttività». Dall’America, confermano: Mary Claire Orenic, la manager che Usa Today ha insignito del titolo di «happiest woman in Usa», ha raccontato che il segreto della sua felicità è molto semplice e sta nel poter lavorare da casa due giorni la settimana.