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 2012  marzo 28 Mercoledì calendario

Da tempo segnalo che nel nuovo panorama del digitale terrestre due canali meritano grande attenzione: Rai4, che trasmette prevalentemente telefilm, e Iris (scuderia Mediaset) che trasmette prevalentemente film

Da tempo segnalo che nel nuovo panorama del digitale terrestre due canali meritano grande attenzione: Rai4, che trasmette prevalentemente telefilm, e Iris (scuderia Mediaset) che trasmette prevalentemente film. Magari vecchi film, B movies, fondi di magazzino, opere dimenticate. Eppure le proposte sono sempre interessanti. Il segreto? Uno e uno solo: l’impaginazione. L’esempio più calzante ci viene da una riproposizione di alcune opere di Lucio Fulci. Un regista di culto, si dice in queste occasioni, amato dal solito Quentin Tarantino. E invece le cose stanno proprio così, a cominciare da Una sull’altra, un film del 1969 che lunedì, in seconda serata, ha aperto la rassegna. A farci apprezzare ancora di più Lucio Fulci ci pensa Tatti Sanguineti: «Fulci è il genio più maledetto e più incompreso del cinema italiano». La presentazione che fa di Fulci non è tanto interessante per la quantità di informazioni offerte (il racconto sull’invenzione cinematografica di Adriano Celentano è un piccolo gioiello), ma per la passione con cui le informazioni vengono date. Tornano alla memoria certi cicli Rai presentati da Claudio G. Fava, ma Sanguineti va oltre. Fa un’operazione di pura cinefilia, al di là di ogni didascalismo. Parla di Fulci come si parla di un amico, parla dei suoi film come fossero la scoperta del cinema, parla dei generi come se si addentrasse nei territori dell’anima. Perché il mistero del cinema è racchiuso nel suo artigianato, nella sua essenza fiabesca, nella sua capacità di passare con disinvoltura da un registro all’altro. Oltre all’introduzione generale, l’incontro con i singoli film si avvale di un piccolo format: un breve commento prima del film e, in coda, una sorta di postfazione che rivela qualche trucco delle riprese e della regia. Ancora una volta, Iris ci dimostra come la chiave della nuova offerta televisiva si basi tutta l’identità di rete: la riconoscibilità è tutto.