Raffaella Polato, Corriere della Sera 28/3/2012, 28 marzo 2012
MILANO —
Il posto d’onore, nella fabbrica che è già in sé quasi un museo d’arte moderna, non è mai stato per le preziosissime opere d’arte. Il posto d’onore è per un vecchio desco da ciabattino. Metallo antico, legno consumato dall’uso. Il primo banco di lavoro di Dorino Della Valle. È scomparso ieri, il padre di Diego, Andrea, Gisella. Se n’è andato a 87 anni, nella casa di famiglia e nella terra in cui ha sempre vissuto e lavorato. Poco lontano dalla sede di quello che è oggi un impero del lusso, lanciato nel mondo da un’intuizione e dal senso del business del primogenito, ma nato lì, su quel banchetto che sa di artigianato e provincia orgogliosa, di cuoio e pelle e insieme dei materiali poveri delle origini, in piena guerra, quando le scarpe si facevano in cucina e non c’era altro se non stracci pressati e pneumatici (usati) di camion.
Casette d’Ete. La Tod’s. I gommini, e poi gli altri marchi cult, e poi le borse. Sarà Diego, e con lui più tardi Andrea (di 12 anni più giovane), a farne un gruppo globale. Ma è «babbo Dorino», nel 1940, a piantare le radici. E quel desco da ciabattino che i figli mostrano da sempre, fieri, a chiunque passi dalla fabbrica sulle colline marchigiane sta lì a ricordarlo. Oggi loro si muovono con gli aerei e gli elicotteri privati. Ricordandoli però bene, i tempi in cui «papà si faceva 100, 150 chilometri al giorno, due o tre volte la settimana, per andare a vendere nei mercati».
L’impresa di famiglia nasce così. Uguale — negli inizi — a cento, mille altre attività artigianali che negli anni del boom costruiscono la reputazione delle Marche come distretto calzaturiero d’eccellenza. Poi la svolta. Della Valle senior capisce che dalla mischia di una concorrenza così affollata si esce con la qualità. Reinveste tutto quel che guadagna. Comincia a esportare. Quando Diego cresce e molla l’università, non è d’accordo (non lo sarà nemmeno quando, con Andrea, acquisterà la Fiorentina). Ma quando il figlio torna da un viaggio negli Stati Uniti con quel nome — Tod’s — e quell’idea — i gommini — l’appoggio è assoluto. Incomincia la storia del gruppo globale. Ben attaccato però, sempre, alla «provincia». Il bar. La gente. Le radici. Con l’azienda, il mondo di «babbo Dorino» fino all’ultimo.
Raffaella Polato