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 2012  marzo 28 Mercoledì calendario

MILANO —

«Per Luisa, continueranno a parlare le sue meravigliose peonie». Paola Severini non è riuscita ad andare ai funerali della moglie di Franco Marini, che si sono tenuti ieri alle 15 nella parrocchia di Campoloniano, a Rieti, paese d’origine di Luisa D’Orazi. Ma è stata una delle pochissime persone a ottenere da lei un’intervista («Feci una grande fatica, era riservatissima. Ma poi alla fine si fidò»), proprio quando l’ex leader della Cisl era presidente del Senato (biennio 2006/2007). Quella chiacchierata, quel pomeriggio in giardino, è poi entrata a far parte dei dodici ritratti (da Clio Napolitano a Livia Andreotti, da Linda Giuva a Giulia Violante) che compongono il libro Le mogli della Repubblica (Marsilio).
«È uno dei capitoli più belli», dice Severini. «Perché i Marini erano una coppia molto solida, un matrimonio felice. Si erano sposati nel 1955, dopo forti resistenze della famiglia di lei perché la vedevano troppo giovane e perché aveva appena iniziato l’università, Medicina. Luisa però tenne il punto: "Prima mi laureo e poi mi sposo", disse. E così fece, aspettando paziente tutti i sei anni necessari. Ma anche un’altra cosa, forse, non andava giù ai suoi: il fatto che Marini fosse della Dc. Loro erano comunisti, molto impegnati in politica. Ma Luisa, figlia unica amatissima ma testarda, lo sposò».
Chioma bianca leonina accompagnata da due occhi azzurrissimi e indagatori, Luisa D’Orazi raccontava alla Severini di un grande amore con Franco Marini, di sette anni più grande di lei: «Nonostante i conflitti, anche politici, che c’erano in casa. Lei era sempre rimasta una comunista nell’anima. Infatti diceva: "Sa come è il mio matrimonio? Un centrosinistra anticipato". Poi confessava: "In politica non siamo mai andati molto d’accordo, io e Franco: lui faceva il sindacalista e io avevo idee un pochino di sinistra. Sul sociale invece la pensavamo allo stesso modo". Un rapporto fondato anche molto sul rispetto reciproco. Lei era una donna che aveva sempre lavorato in autonomia: precaria in ospedale, per intenderci... Aveva fatto l’ultragavetta: per anni ventinovesimo, cioè contrattista a 29 giorni... Fu assunta dopo una causa all’ospedale. Luisa era veramente una persona notevole: si può dire che inaugurò lo stile montiano con grande anticipo». Paola Severini ricorda ancora, di quel pomeriggio, il giardino meraviglioso che la moglie di Franco Marini curava con passione: «A Rieti, che era la sua casa di famiglia, ci andavano nel weekend. E lei coccolava con straordinario pollice verde quelle piante e quei fiori che, prima di lei, erano stati della madre».
Abituata alle lunghe assenze del marito, mamma di un figlio oggi 30enne, Luisa D’Orazi colpì Severini soprattutto per «il suo essere ancora innamorata dopo 50 anni di vita insieme. Alla fine dell’intervista ricordo che sfogliò con me un album fotografico e mi mostrò una foto di Marini da giovane, in canottiera, bellissimo, con in braccio il figlio appena nato. Mi disse: "È la foto che amo di più di lui, sembra Fronte del porto"».
Angela Frenda