Maria Teresa Cometto, CorrierEconomia 26/03/2012, 26 marzo 2012
CARRIERE. NELLA RETE DI MISTER LINKEDIN - È
l’uomo più ricercato nella Silicon Valley per avere consigli, contatti e anche capitali per lanciare nuove imprese. Reid Hoffman, 44 anni, è stato il legame (link) fra il venture capitalist Peter Thiel — suo amico dai tempi del college a Stanford e suo partner a PayPal — e Mark Zuckerberg alla fase nascente di Facebook, che così ha ottenuto il primo finanziamento di 500 mila dollari da Thiel. Maestro nell’arte di sviluppare una rete di relazioni utili per carriera e affari, ne ha fatto un business di successo con LinkedIn, il network professionale online più grande al mondo, da lui creato nel 2002 e di cui è presidente.
La «rete» gli serve anche per scovare nuove start-up su cui scommettere: «Pensare a se stessi come a una start-up» è la sua filosofia, spiegata nel libro appena uscito The Start-Up of You (co-autore Ben Casnocha, pubblicato in Italia da Egea: «Teniamoci in contatto. La vita come impresa»). Dal suo ufficio a Mountain View ne ha parlato a CorrierEconomia.
In Italia il tema più caldo in questo momento è la riforma del mercato del lavoro. Che cosa possono imparare gli italiani dal suo libro per adattarsi alla nuova situazione?
«Le generazioni precedenti potevano pensare che, se lavoravi duramente e non eri sfortunato, avevi una carriera di stipendi stabili e una pensione sicura. Ma il mondo è cambiato. La globalizzazione e la tecnologia hanno capovolto le ipotesi di carriera tradizionali e alterato il mercato del lavoro per sempre. Pensare a se stessi come a una start-up è la nuova direttiva per generare sempre nuove opportunità, assumere rischi intelligenti, costruire e rafforzare la propria rete. Nel libro racconto le strategie degli imprenditori nella Silicon Valley e come possono essere usate per la carriera di ogni individuo».
Lo stesso successo di LinkedIn dipende dalla crisi finanziaria del 2008 e dalla Grande Recessione? Meno sicuri diventano i posti di lavoro, più importanti sono le reti professionali?
«Certo, ma i professional network sono sempre cruciali a prescindere dalle condizioni macroeconomiche. Se vuoi accelerare la tua carriera, hai bisogno dell’aiuto e del sostegno degli altri. Ora più che mai ogni posto di lavoro, non importa in quale campo e a che livello, si riduce a interagire con la gente. La parola company (società) deriva infatti dal latino cum e pane e significa "spezzare il pane insieme". La mia rete professionale, le alleanze che ho con altre persone, è esattamente come io ho costruito la mia carriera. La mia amicizia al college con Peter Thiel mi ha portato a connettermi a PayPal, il che a sua volta mi ha permesso di mettere in contatto Peter con Mark Zuckerberg per il primo finanziamento di Facebook».
Lei consiglia di pensare a dove si vuol vivere e lavorare, perché si può prosperare solo in una comunità o Paese dove la gente ha fiducia reciproca e dove la cultura incoraggia l’assunzione di rischi e lo spirito imprenditoriale: è quindi meglio andarsene se il proprio Paese non offre un ambiente del genere? Crede che è per questo che molti giovani italiani vengono negli Stati uniti?
«Ci sono sicuramente aspetti positivi della società italiana che permettono a chi ha uno spirito imprenditoriale di fiorire lì. Non devi per forza emigrare negli Usa, puoi investire nella società dove vivi. Ma se davvero ti senti ostacolato dalla gente intorno a te, devi pensare a muoverti. Vanno bene entrambe le vie, l’importante è risolvere il problema».
Un altro suo consiglio è di farsi presentare da un comune amico quando si vuole contattare una persona che non si conosce: quanto è diverso dalla «raccomandazione» all’italiana, slegata dal merito dell’interessato?
«Le raccomandazioni basate sulla fiducia sono la chiave per il mondo moderno. Quando raggiungi qualcuno tramite la presentazione di un comune amico è come avere un passaporto alla frontiera, entri senza problemi. Ma è importante farlo nel modo giusto. Su LinkedIn le persone sono più attente a usare il loro network di quanto non lo siano su altri social media: curano i loro profili e contatti in un contesto professionale. I risultati in termini di idee, contatti, informazioni su un settore o un’azienda sono enormi. Se costruito con cura, un network è meritocrazia al 100%».
Ai membri di LinkedIn capita di ricevere richieste di contatti da sconosciuti: come bisogna rispondere?
«Devi connetterti solo a persone che conosci e che puoi raccomandare a qualcun altro che ti conosce. Se c’è qualcuno con cui hai lavorato o hai avuto una interazione significativa in un contesto professionale, vale la pena di contattarlo su LinkedIn».
La Silicon Valley è in preda a una nuova Bolla da social media mania?
«C’è molta innovazione ancora da fare nel settore dei social media. Io per esempio ho appena investito in Wrapp.com, che fa buoni-regalo sociali. E le imprese create oggi fanno profitti in modo sostenibile. Sono eccitato per il futuro: siamo ancora all’inizio in questo settore».
Maria Teresa Cometto