Luigi Mascheroni, il Giornale 26/3/2012; Giorgio Dell’Arti, Domenica-Il Sole 24 Ore 22/4/2012, 26 marzo 2012
Raccontò solo il Pessoa che faceva comodo alla sinistra dei salotti - Negli ultimi anni, con l’età, la magrezza, gli stessibaffetti, gliidentici occhialini, finì per assomigliargli anche fisicamente
Raccontò solo il Pessoa che faceva comodo alla sinistra dei salotti - Negli ultimi anni, con l’età, la magrezza, gli stessibaffetti, gliidentici occhialini, finì per assomigliargli anche fisicamente. Per Antonio Tabucchi, che in Portogallo avrebbe voluto nascere e a Lisbona ha scelto di morire, Fernando Pessoa fu una vera ossessione. Convinto, senza confessarlo,di incarnarel’ultimoeteronimodelpoetaportoghese, lo scrittore italiano volle diventare non un semplice pessoano, e neppure il pessoano per antonomasia. Ma il suo alter ego intellettuale. Non gli interessava essere suodiscepolo. VolleesserneilProfeta. Lo studiò, lo tradusse, lo fece pubblicare. Sempre però schifando - e ostacolando con il proprio potere editoriale e accademico- chiunque altro provasse a occuparsene. Tabucchi, è vero, ha contribuito in maniera fondamentale a far conoscere Pessoa in Italia. Ma fece conoscere un Pessoa, nontutto. Nediffuse il Verbo. Interpretandolo a suo modo. Sdoganò un Pessoa a suo uso e consumo ideologico, dimenticandoefacendodimenticareilPessoa che sconfessava le sue idee progressiste e democratiche. Lo amava alla follia. E lo strinse in un abbraccio così forte da soffocarlo. E così anche l’Italia dei salotti corretti, quelli più chic, dove si sfoglia la Biblioteca Adelphi, e poi addirittura i tascabili Guanda o i supereconomici Newton Compton dieci anni dopo le pubblicazioni clandestinedeglieditori «fascisti»comeSettimo Sigillo o liberali come Ideazione- potè leggere e parlare del poeta diLisbona, delsuoleggendariobaule, dei suoi eteronimi. Ma, grazie e per colpa del monopolio culturale impostoinItaliadaAntonioTabucchi e da Maria José de Lancastre, sua moglie, il grande pubblico ha assaggiato un Pessoa in salsa progressista: un lirico e un impolitico. Vittima di un’operazione di profilassi, non inconsueta per gli autori ascrivibili alla cultura di destra, Pessoa è statolettoasensounico. Trascurandone gli aspetti scomodi: il neopaganesimo, il nazionalismo,l’esoterismo. Il pensiero conservatore in ambito filosofico e l’anima liberista in quello economico. Su questo Pessoa, quello che ideò la pubblicità della Coca-cola per il mercato portoghese, ad esempio, non il Pessoa à la Feltrinelli , hanno scritto molto, ad esempio, Brunello De Cusatis, il primo a presentare in Italia gli scritti di sociologia e teoria politica del portoghese (e che fu attaccatoviolentementeda Repubblica nel ’ 94 e dallo stesso Tabucchi sul Corriere della sera nel 2001, per palesi ragioni ideologiche e per nascoste motivazioni accademiche), oppure Alessandro Campi, che nel 1994 curò un numero monografico della rivista Futuro Presente su Pessoa dal titolo «Politica e profezia». Profetici, in quei testi critici c’era tutto il Pessoa che sarebbe stato, poi, edulcorato: l’anarchico di destra, l’antidemocratico, l’uomo d’ordine.Quandoqualcuno,dadestra, mostrò l’altra faccia di Pessoa fu ferocemente contestato. Eppure, il mite poeta portoghese scrisse l’elegia Alla memoria del Presidentere Sidónio Pais , dedicata al dittatore assassinato nel 1918; nel 1928 pubblicò L’interregno , una giustificazione della dittatura militare; e neglianniVentieTrentafirmòinterventi critici sulla democrazia, elitari, duramente antiborghesi. E per quanto riguarda le poesie antisalazariste, furono tutte scritte nel suo ultimo anno di vita, il 1935, dopo la mancata assegnazione del primo premio al suo poema Messaggio ... Come riconoscono critici e storici portoghesi (ma non volle dirlo né pensarlo Tabucchi), gli interventi di Pessoa a favore dei regimi furono sempre pubblici, contrariamente alla sua posizione contro Salazar, confidenziale. Tabucchi sognò d’essere Pessoa. Ma, nel sonno della ragione, s’imbattè negli incubi autoritari e messianici dell’enigmatico poeta di Lisbona. Che si proclamava - e fu conservatore, nazionalistaeanticomunista. Soprattutto anarchico. Di certo mai tabucchiano.