Paolo Bracalini, il Giornale 26/3/2012, 26 marzo 2012
L’intellettuale che contro il Cav scrisse il capitolo più fazioso - «Mussolini, Hitler, Salazar
L’intellettuale che contro il Cav scrisse il capitolo più fazioso - «Mussolini, Hitler, Salazar...». E poi Silvio Berlusconi, col povero Carlo Azeglio Ciampi che «rischia di avere lo stesso ruolo che ebbe Vittorio Emanuele III col Duce» sostenne Tabucchi anni fa, già monumento equestre culturale da immolare contro il berlusconismo, male assoluto o poco meno. «Chi è Tabucchi? Non lo conosco», ironizzò il Cavaliere quando gli fu chiesto, nel ’95, un commento ad un editoriale politico del romanziere, già durissimo. «Con uscite come queste non credo si possa candidare a diventare un classico », sostenne Berlusconi. Sbagliava. Quanto meno in vita il pisano-portoghese Tabucchi si è concepito come classico, da Sostiene Pereira in poi, votato all’impegno civile per salvare quanto poteva dell’Italia. Il suo è stato un odio profondo verso il Cavaliere ma prima ancora verso l’Italia che lo votava, ancora tuttavia emendabile perché, come spiegò sull ’Unità ,«l’Italia è piena di stronzi,ma non tutti gli Italiani lo sono». Sicuramente tali sono quelli che vanno in vacanza nelle isole tropicali, categoria disprezzata da Tabucchi, quelli «che quando si sposano vanno in viaggio di nozze alle Seychelles o alle Comore. Quando tornano, sul loro volto non c’è scritto niente... Sono solo abbronzati». L’Italia delle persone medie, la gente da pacchetto all inclusive e volo low cost , la maggioranza, che produceva però orrore nel difensore della democrazia ( purché a debita distanza dalle masse ignoranti) Antonio Tabucchi. Romanziere acclamato, la sua analisi politica non ha forse raggiunto altrettante vette. Quando elaborò una sorta di fantasmagoria apocalittica sull’Italia, ospite di Micromega , Tabucchi usò la parola «merda» sessantaquattro volte, una ogni 2,28 righe. Sempre sulle pagine micromeghiane, Tabucchi tornò al suo bersaglio più succulento, Giuliano Ferrara (querelato, contestato e ricambiato, «sono vittima di una Fatwa» arrivò a dire Tabucchi), colpito anche in quanto «ciccione» e «grassone», con toni da apartheid dietetico: «Balla,ciccione,balla,Salomé obesa,barrisci, uggiola, guaisci, fai libagione nella merda, fai ballare i tuoi rotoloni, diverti il tuo pubblico, hanno portato gli ombrelli per ripararsi quando scoppierai». Tutti epifenomeni del grande Male, «il microbo che si è diffuso in tutta Europa»(come ha scritto nell’ultimo suo articolo, per El Pais ), cioè il berlusconismo. Grande sottoscrittore di appelli e raccolte firme per cacciare Berlusconi, di adunate e piazze girotondine, come quella del luglio 2008 ( piazza Navona) contro il Lodo Alfano, con ideali riassunti dallo scrittore quasiportoghese, sempre su Micromega : «Nella Fattoria di Orwell tutti gli animali erano uguali, ma i maiali erano più uguali degli altri. Col lodo Alfano quattro maiali sarebbero più uguali degli altri». Merda, maiali, barriti, è l’Italia, sostiene Tabucchi. In un’intervista spiegò di non volerne sapere della nazionale di calcio, perché c’era un partito chiamato Forza Italia e lui si rifiutava di pronunciarla. Qualcuno gli fece notare: maestro, e allora chi non è socialista non dovrebbe dire «avanti » se bussano alla porta? Ma lui, imperterrito, prima di un Italia-Messico, intervistato da una radio messicana, ribadì il concetto: «Berlusconi sta calpestando la Costituzione. L’attualità politica italiana lo rende un Paese nel quale parlare di calcio è un crimine. Pertanto il mio pronostico è questo: “Que viva Mexico!”».