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 2012  marzo 26 Lunedì calendario

Chiuse le inchieste, ora il pallone trema - Dal catenaccio alle manette: sono tre le Procure che a brevissi­mo stravolgeranno il mondo del calcio sporco che più sporco non si può

Chiuse le inchieste, ora il pallone trema - Dal catenaccio alle manette: sono tre le Procure che a brevissi­mo stravolgeranno il mondo del calcio sporco che più sporco non si può. C’è l’indagine-madre di Cremona su Beppe Signori e Cri­stiano Doni che ha «partorito» nuovi filoni devastanti che ve­dranno la luce al massimo dopo Pasqua. Ma ci sono anche (e so­prattutto) gli esplosivi fascicoli di Napoli e Bari. Nei prossimi giorni, scaduti i tempi supplementari del­le indagini, proprio dal capoluo­go pugliese potrebbero vedere la luce le ultimissime novità collega­te ai riscontri trovati incrociando interessi della Sacra Corona Uni­ta, «zingari», giocatori e società corrotti. I pm baresi hanno indaga­to, finora, 17 persone tra cui sei ex calciatori del Bari (Alessandro Pa­risi, Simone Bentivoglio, Marco Rossi, Abdelkader Ghezzal, Mar­co Esposito e Andrea Masiello), tre gangster e alcuni tifosi. Il sospetto è che quasi il 50 per cento del campionato 2010/11 dei biancorossi sia stato messo all’ asta. Più dei nove match già sott’ osservazione, come Bari-Chievo (1-2),Parma-Bari (1-2),Bari-Sam­pdoria (0-1), Palermo-Bari (1-2), Bologna-Bari (0-4), Udinese-Bari (3-3), Brescia-Bari (2-0), Bari-Ro­ma (2-3) e Bari-Lecce (0-2). In quest’ultimo incontro, che per ov­vii motivi rischia di incendiare le ti­foserie rivali, non ci sarebbe lo «zampino» degli zingari, ma addi­rittura un accordo ( da 300mila eu­ro). Nelle carte processuali si fa inoltre riferimento a Lecce-Lazio (2-4) e a match delle serie minori, tra cui Taranto-Benevento. Nel fi­lone barese, oltre al Bari, le posi­zioni più critiche sembrano esse­re quelle di Samp e Lecce. Ma ci so­no anche clamorose new entry. I magistrati, che procedono per fro­de sportiva, associazione mafiosa e riciclaggio, avrebbero esteso le indagini anche ai dirigenti di alcu­ne squadre, con cui i giocatori cor­rotti sarebbero entrati in contatto alla vigilia delle partite sospette. Novantesimo scaduto anche a Cremona per il«terzo tempo»del­l’inchiesta sul calcioscommesse. Attualmente, gli indagati sono 120 (compresi i 41 giocatori tirati in ballo nel suo interrogatorio da Carlo Gervasoni), mentre al cen­tro dell’inchiesta c’è il tentativo, da parte degli «zingari», di com­prare squadre di B o di C1 ( il Como o il Grosseto) e di influenzare an­che i campionati europei, compre­si i p­reliminari di Champions Lea­gue ed Europa League, oltre ad al­cuni match tra nazionali come Ar­gentina­Bolivia, Estonia-Bulga­ria e Lituania- Bolivia. I pm di Cre­mona sono convinti che la gang degli asiatici abbia manipolato, o cercato di farlo, almeno 200 incon­tri dei campionati minori di Ger­mania, Ungheria, Bosnia, Slove­nia, Croazia, Svizzera, Francia e ­ovviamente- Italia. A Napoli le in­chieste esplosive sono due. La pri­ma riguarda le partite pilotate dal clan D’Alessandro di Castellam­mare di Stabia in Italia e all’estero e il riciclaggio di denaro sporco nelle agenzie di scommesse gesti­te dalla camorra. I pm antimafia, che indagano su 150 match «ano­mali », hanno messo sott’inchie­sta pure Hector Cuper, ex mister di Inter e Parma e attuale allenato­re del Racing Santander, accusato di aver passato ai boss 4 soffiate (poi rivelatesi fasulle) sui campio­nati spagnoli e argentini in cam­bio di 200mila euro. Gli approfon­dimenti investigativi sulla serie A italiana sarebbero una decina: in quest’ambito, i magistrati hanno ascoltato come testimoni - tra gli altri - Alberto Malesani, Claudio Lotito e Aurelio De Laurentiis. La seconda inchiesta è nelle mani del pool «Reati da stadio» e si sta concentrando, in particolare, su tre partite giocate dal club azzur­ro: Napoli-Parma (2-3), Sampdo­ria- Napoli (1-0) del 2010 e Lecce-Napoli (2-1) del 2011. In questo fi­lone, in cui risulta indagato anche il giornalista sportivo Gianluca Di Marzio, è confluito pure il fascico­lo ad alto voltaggio sulla presenza del boss Antonio Lo Russo a bor­docampo durante alcune partite del Napoli e sulle puntate blinda­te a cinque zeri del clan degli «scis­sionisti » su cui i carabinieri di Ca­stello di Cisterna, già nel 2010, ave­vano aperto un’inchiesta. Chiudono il giro (giudiziario) d’Italia le indagini aperte da Reg­gio Calabria a proposito di alcuni club controllati dalla ’Ndranghe­ta (Locri, Crotone e Rosarno) e di una serie di partite pilotate, anche con club campani, in serie D.