ANDREA MALAGUTI, La Stampa 26/3/2012, 26 marzo 2012
In vendita le cene con Cameron - Dunque l’onorevole uomo d’affari Peter Cruddas, tesoriere dell’occhiutissimo partito Conservatore e grande cerimoniere per le lobby nazionali e internazionali, si vendeva Downing Street a prezzi da Tiffany
In vendita le cene con Cameron - Dunque l’onorevole uomo d’affari Peter Cruddas, tesoriere dell’occhiutissimo partito Conservatore e grande cerimoniere per le lobby nazionali e internazionali, si vendeva Downing Street a prezzi da Tiffany. Ogni angolo del pianeta ha il suo piccolo o grande Lusi. Cene con David Cameron e con il Cancelliere George Osborne a 250 mila sterline («E’ la cifra che serve per accedere alla premier league») e poi favori, amicizie, legami, autostrade privilegiate verso il successo, la gloria e una montagna di denaro. Garantiva lui, il figlio di un facchino del mercato diventato milionario nella City a furia di scommesse sullo spread. Tecnicamente niente di illegale, nella sostanza una montagna di fango sulla camicia sempre più sgualcita del primo ministro di Sua Maestà, che in campagna elettorale (maggio 2010) si era presentato orgogliosamente al Paese così: «Sappiamo tutti come funziona. I pranzi, l’ospitalità, le parole sussurrate morbidamente alle orecchie. Le operazioni segrete di lobby sono il motivo principale per cui la gente non crede più alla politica. Suscitano le peggiori paure e insinuano dubbi, con i soldi utilizzati per comprare potere e con il potere utilizzato per fare altro denaro da un piccolo club che pensa solo ai propri interessi. Risolveremo il problema». Da ieri, grazie a un’esplosiva indagine sotto copertura dei giornalisti del Sunday Times, è chiaro che il problema non è risolto. E che il veleno riempie le coppe dei banchetti al Numero 10. Va da sé che Cruddas, in carica da meno di un mese, si è dimesso appena la notizia è diventata pubblica, che Ca- LIAM FOX EX CAPO DELLA DIFESA Il ministro si faceva accompagnare nei viaggi e negli incontri ufficiali da un giovane amico che presentava come suo consigliere. Si è dimesso meron, come se si fosse scatenato in lui un improvviso furore mitologico, ha giurato che «certi comportamenti sono inaccettabili» e che il leader dell’opposizione Ed Miliband ha chiesto un’inchiesta approfondita, mentre la dietrologia più maligna che circola in queste ore a Londra è espressa da una semplice domanda: è un caso che il giornale di Murdoch sollevi il velo su questa vergogna nel momento in cui l’esecutivo prende le distanze da News International per lo scandalo delle intercettazioni telefoniche? La cattiveria, evidentemente irricevibile, sottolinea comunque un dato di fatto: i vecchi legami sono saltati e sono molti i conti da pagare rimasti sul tavolo del complicatorisiko del potere britannico. La storia comincia a novembre, quando i giornalisti investigativi del Sunday Times si spacciano per uomini d’affari del Liechtenstein intenzionati a comprare la Royal Mail. Entrano in contatto con la lobbista Sarah mera nascosta. Cruddas è uno squalo Southern che li introduce a una serie con un appiccicoso sorriso mielato. E’ esclusiva di feste a cui partecipano mi- sicuro di sé, non ha certo paura di andanistri e, in un paio di occasioni, anche re al punto. «E’ovvio che se versate al David Cameron. Strette di mano e nien- partito solo poche migliaia di sterline te di più. C’è troppa gente, la situazione non ottenete niente. Per raggiungere è troppo formale. Così la Southern spie- qualche risultato bisogna partire da ga che per fare il salto di qualità è ne- centomila sterline. E per duecento-duecessario rivolgersi a Cruddas. E’ lei che centocinquantamila sterline l’anno si li introduce al tesoriere tory. I giornali- può davvero raggiungere la premier lesti registrano l’incontro con una teleca- ague». La serie A della confidenza, del- RAISA CAVALLO DELLA POLIZIA Il sospetto che Cameron si sia fatto prestare Raisa per cavalcare da Rebekah Brooks, pupilla di Murdoch, è al centro dell’indagine chiamata «horsegate» le raccomandazioni, delle opportunità. Cruddas allude a incontri diretti con il primo ministro e con Osborne, alla possibilità di chiedere qualunque cosa. «Si aprirebbe per voi un largo ventaglio di opportunità. Cenereste assieme a Downing Street, oppure alla residenza di campagna del governo. I discorsi sarebbero utili e confidenziali. Cameron sarebbe presente non in qualità di primo ministro, ma semplicemente in rappresentanza di se stesso». Come se ci fosse differenza. Ma Cameron apparentemente era all’oscuro di tutto. Anzi grida indignato che queste pratiche «sono inaccettabili». Eppure, anche se Cruddas si allontana dalla scena con una faccia da lutto, non sarà facile raccontare al Paese costretto a tirare la cinghia mentre alle fasce più abbienti vengono ridotte le tasse dal 50 al 45% - che la politica è libera, imparziale e lavora candidamente per il bene comune.